Laila
<<Questo era il mio parco preferito quando ero piccola.>> Costato mentre mi stendo sulla panchina e poggio la testa sulle sue gambe.
I raggi solari di novembre filtrano attraverso i rami dell'albero, ormai quasi spoglio, creando delle ombre sul viso di Josh.
<<Ci venivo spesso dopo scuola con April. Ricordo che l'estate c'era sempre un furgoncino dei gelati, proprio lì...>> Indico un punto sotto l'albero.
<<Ricordo che ci lavorava una ragazza, la figlia del proprietario, ogni volta mi regalava una cialda con il mio cartone animato preferito.>>
<<Eravate inseparabili fin da piccole?>> Domanda.
<<Cosa?>>
<<Dico tu e April eravate inseparabili fin da piccole?>> Riformula la domanda in modo tale che possa capire.
<<Si, siamo state sempre inseparabili da quando ci siamo conosciute in prima elementare.>><<Oh...mi dispiace non volevo.>> Dice uno dei tre bulletti, precisamente quello al centro, mi pare che si chiama Tom.
<<Adesso come farà senza il suo fermacapelli preferito. >> Continua a deridermi quello a destra, Finley.
Gli occhi mi si riempiono di lacrime.
La nonna mi ha sempre insegnato che il rispetto si guadagna con il rispetto, ma io a questi bimbi mi pare di non aver fatto nulla di male.
Allora perchè mi trattano così?
<<Adesso inizi a frignare come al tuo solito?>> Adesso è il bambino sulla sinistra che parla, Jago.
<<E poi che fai? Vai dalla maestra?...Tanto ormai non ti crede più.>> Interviene di nuovo Tom.
Jago con il piede destro continua a calpestare il mio fermacapelli rosso e nero. Ci tenevo tanto, me lo aveva regalato la nonna dopo aver fatto ritorno da New York. Ormai è rotto e non è più possibile ripararlo.
<<Carica!>>
Sento una voce alle mie spalle e vedo volare sopra la mia testa una pallina di carta che va dritta a colpire l'occhio di Tom.
In un'attimo i bulletti scappano via.
<<Adesso ci penseranno due volte a darti fastidio.>> Dice una bambina con lunghi capelli rossi e occhi marroni.
La guardo stupita senza proferire parola, nessuno mi aveva mai difeso.
<<Gr..grazie.>> Le dico balbettando.
<<Ma adesso finirai nei guai.>> Mi preoccupo per lei.
<<Questo ed altro per un'amica...e poi finalmente ho potuto mostrare a tutti il triplo salto mortale con pallina.>>
Dice.
<<Comunque io mi chiamo April.>> Si presenta.
<<Io mi chiamo Laila.>>
<<April...>> Urla la maestra.
<<In presidenza, adesso!>>
<<Allora ci vediamo.>> Mi saluta.A riportarmi alla realtà è la voce di Josh, che cambia del tutto argomento:
<<Ho pensato di denunciarli.>>
Non ci metto molto a capire a cosa si riferisce.
<<Ma cosa dici? Arresteranno pure te!>>
Mi giro verso di lui e lo guardo negli occhi.
<<Sai anche tu che è giusto, così.>> Mi guarda intensamente senza battere ciglio.
<<Quanti anni pensi che ti potrebbero dare?>>
Gira la testa e stacca il contatto con i miei occhi.
<<Josh rispondimi!>> Mi alzo di scatto e afferro il suo viso con due mani.
<<Non lo so>> Dice.
Finge, lo so che sta fingendo.
Lo capisco dai suoi occhi.
<<Josh lo sai e non me lo vuoi dire.>> Poggio la fronte sulla sua.
<<Dimmelo.>> Continuo.
<<In teoria venti, ma se testimonio che ero minorenne gli anni possono essere quindici.>> Afferma strizzando gli occhi.
Un colpo al cuore.
Quindici anni, quindici anni in cui posso parlargli solamente attraverso un vetro, quindici anni senza nessun tipo di contatto fisico.Quindici anni senza di lui...
Sono sicura che supereremo anche questa.
<<Sai che ti aspetterò sempre?>> Gli chiedo.
<<È questo che mi fa paura...>> Ribatte.
<<Forse adesso è meglio andare.>>Continua.
<<Si, non vorremo mica che il tacchino scappi.>>
Così ci incamminiamo verso casa che è a pochi isolati di distanza dal parco.
Arrivati davanti al cancello decido di non bussare, ma di usare le chiavi.
La conversazione della sera precedente mi ha insospettito.
Chiedo a Josh di fare piano e lui senza capirci nulla annuisce.
Appena entriamo, come sospettavo, li trovo che discutono.
Ma a differenza dell'altra sera non faccio l'errore di farmi vedere.
Prendo per mano Josh e lo trascino con me dietro la porta della cucina, proprio dove ci sono loro discutere.
Si posiziona dietro di me in modo tale da non farsi vedere.
<<Sarà pure giusto!>> Urla la nonna.
<<No che non lo è...Non le permetterò d'incontrarla.>> A rispondere è mia mamma.
<<L'ha chiesto sua nonna.>>
Non ci sto capendo niente.
Cosa ha chiesto la nonna...e a chi?
<<Non mi interessa niente Laila non saprà mai che la sua nonna biologica è riuscita a trovarla e vuole incontrarla.>>
Sono completamente sotto shock.
<<Chi non saprà cosa?>> Esco dal mio nascondiglio e fisso tutti e tre con espressione dura, delusa.
<<Tesoro, non è come pensi noi...noi>> Cercano di giustificarsi, ma io l'interrompo subito.
<<Da quando va avanti questa storia?>>
Si guardano tra di loro senza proferire parola.
Josh si avvicina a me e mi cinge i fianchi con una mano per farmi capire che lui c'è.Lui c'è sempre...
<<Allora?>> Li esorto.
<<Da sette anni.>> Afferma mia madre.
Non ci credo.
Sette anni di menzogna, sette anni di prese in giro, sette anni di incubi, sette anni a chiamare genitori coloro che mi hanno pugnalato alle spalle...
Noto che sul tavolo della cucina c'è un pezzo di carta tutto spiegazzato. Mi avvicino e lo afferro noto che ci sono scritti nome, cognome e indirizzo di quelli che penso siano i miei genitori e mia nonna biologica.
Adesso che osservo questo pezzo di carta mi sembra tutto più vero, reale.
Un peso mi opprime il petto e mi impedisce di respirare.
Poso un'ultima volta il mio sguardo su di loro ed esco correndo di casa, non so bene dove sto andando, voglio solo allontanarmi da quel posto e da quelle persone.
I piedi mi fanno male, visto che non ho le scarpe adatte per correre, ma non mi interessa, non è nulla paragonato al dolore che provo dentro.
Ad un certo punto due braccia forti mi afferrano da dietro, sono inconfondibili, come tutto di lui.
<<Lasciami.>> Gli ordino.
Lui non molla la presa, anzi la intensifica.
<<Ascolta...Adesso devi calmarti, ti prometto che andremo alla ricerca dei tuoi veri genitori insieme.>> Sussurra al mio orecchio.
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BLACK LOVE
RandomLaila Mia Collins ha vent'anni studia Psicologia a Los Angeles. È una ragazza timida e insicura. Sa di essere adottata, ma non sa il nome dei suoi veri genitori. Ha una vita perfetta, o quasi! Nella sua vita manca solo una cosa: L'AMORE. Infatti Lai...