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Laila

<<Il gate 12, destinazione Aeroporto Internazionale di Dallas-Fort Worth, è stato appena aperto...>>
Mi guardo intorno e non posso fare a meno di guardare tutto ciò che mi circonda.
Genitori che abbracciano i loro figli di ritorno da un lungo viaggio o chi, come me, di ritorno dall'università. Militari che fanno ritorno fieri in patria dopo una lunga missione. Turisti qua e là che scattano foto a bocca aperta. Insomma ognuno di noi ha una propria storia. Ognuno di noi ha una vita che varia a seconda delle proprie scelte personali, ma non solo.
Mi piace pensare che ognuno di noi ha a disposizione un foglio sul quale scrivere la propria storia, ma penso anche che alcune volte accecati dai sentimenti lasciamo che qualcun altro la scriva per noi. Iniziamo a fidarci talmente tanto che gli lasciamo questo privilegio, questo non va bene.
Ed è vero, l'amore è proprio cieco.
Afferro la valigia e mi dirigo verso il gate 12.
Dopo un fila lunghissima finalmente tocca a me. Una hostess mi chiede i documenti e il biglietto, che io prontamente le porgo.
Dopodiché seguo il percorso per salire finalmente sull'aereo. Spero che quando l'aereo decollerà lascerò a terra le mie paura, le mie preoccupazioni, ma soprattutto il mio cuore spezzato, in modo tale da sentirmi più leggera.

*********

<<Gentili passeggieri siete pregati di allacciare le cinture.>>
Sono passati due giorni. Due giorni nei quali non mi ha cercato, non mi ha chiamato, non mi ha messaggiato.
Forse è destino che una storia tra me e lui non potrà mai essere scritta.
Però non posso fare a meno di pensare che questo viaggio lo avrei dovuto fare con lui, saremmo dovuti andare a casa e passare un Ringraziamento felice. E mi sento in colpa perché ho infranto una promessa: avremmo dovuto trascorrere il giorno del Ringraziamento insieme, dovevamo festeggiare la sua prima festa in famiglia.
Afferro il mio cellulare per metterlo in modalità aereo, ma trovo un messaggio da parte di April.

April

Ehi, tutti bene?

Rispondo con un semplice 'sto bene', anche se non è vero e lei lo sa.

*********
<<Quanto mi sei mancata piccolina!>>
Mio padre mi stritola in un caloroso abbraccio.
<<Ehi Mark. Lasciala abbracciare anche a me.>> Dice mia madre cercando di intromettersi nel nostro abbraccio.
Non ho mai badato che nelle mie vene non scorre il loro sangue, seppur genitori adottivi per me sono i miei veri genitori.
Certamente mi sarebbe piaciuto incontrare anche le persone che mi hanno generato e messo al mondo, ma per qualche strana legge sulla privacy non è possibile accedere ai loro dati.
<<Aspetta...Josh dov'è?>> Domanda mia mamma perplessa.
<<Oh, ho dimenticato di dirti che a causa di alcuni suoi impegni non è riuscito a venire.>> Mento spudoratamente.
<<Ci dispiace tesoro.>> Dice mio padre.
<<Ma questo non vuol dire che non ci divertiremo lo stesso in questi cinque giorni!>> Sorride mia madre.
<<In realtà, avevo previsto di rimanere due settimane... Cioè sempre se per voi va bene e non avete altri piani.>>
<<Come mai?>> Domanda mio padre.
<<Oh...>> Resto spiazzata a quella domanda,così cerco di inventare una scusa che fosse più o meno credibile.
<<Avevo voglia di cambiare aria, di stare con voi e con la nonna Hanna.>>
In realtà ho deciso di stare due settimane  a Dallas perchè sono troppo codarda.

Troppo codarda per affrontare la realtà.

<<Sei sempre la benvenuta e poi nonna Hanna non vede l'ora di passare un po' di tempo con la sua nipotina preferita.>> Mi tranquillizza mia madre.
<<Ma se sono l'unica.>> Ridacchio.
Dopo aver caricato i bagagli e affrontato un viaggio in macchina di circa mezz'ora arriviamo finalmente davanti casa.
È esattamente come la ricordavo...
È una piccola villetta che si trova in periferia di Dallas. Non è una zona molto ricca, ma nemmeno povera. Modesta per due genitori che sono giornalisti. La situazione è diversa per April, la mia migliore amica, lei abita in una villa degna di essere chiamata tale. Infatti ha ambedue i genitori medico-ricercatori.
Come ogni Ringraziamento non lo passiamo insieme, a contrario di ogni altra festa, poiché lei lo trascorre con la sua famiglia alle Hawaii.
Mi è mancata tantissimo la mia casa.
Mi è mancato il cancello difettoso, che fa fatica ad aprirsi. Mi è mancata la vecchia altalena in legno dove ogni estate sedevo per ammirare il tramonto.
Mi è mancata la serratura della porta di casa che faceva fatica ad aprirsi.
Mi è mancate perfino la mia vicina di casa: una donna anziana che si fa gli affari altrui,  insomma una vecchia zitella pettegola.

Si, direi che mi è mancato tutto di questo luogo.

<<Quanto mi sei mancata Laila!>> È la nonna che si affretta a scendere le scale del portico di casa per venirmi in contro e circondarmi in un caloroso abbraccio.
<<Anche tu, anche tu...nonna.>> Sussurro al suo orecchio.
Io e la nonna abbiamo un rapporto bellissimo, è un po' come se fosse la sorella che non ho mai avuto. Purtroppo sono riuscita a conoscere solamente a lei visto che gli altri tre nonni sono morti prima della mia adozione.
<<Adesso vai un po' a riposare, poi devi raccontarmi tutto.>> Mi fa l'occhiolino e mi lascia libera.
Sono talmente stanca che decido di andare in camera mia.
Devo dire che mi fa un certo effetto ritornare in quel posto che è stato il mio rifugio per tanto tempo.
Al centro della stanza c'è un letto ad una piazza ricoperto di cuscini e pupazzi, al lato sinistro c'è un comodino in legno con sopra una lampada a forma di orsacchiotto. Difronte al letto c'è un armadio gigante tappezzato di grandi poster di band, cantanti e attori che un tempo mi piacevano. Sotto la finestra è piazzata una scrivania dove sopra giacciono ancora molti libri delle superiori. A fianco della scrivania c'è un mobile dove ci sono delle cornici con delle foto.
Decido esausta di stendermi sul letto e chiudere gli occhi cadendo così in un sonno profondo.

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SPAZIO AUTRICE:

Ciao a tutti miei cari lettori e lettrici,
eccomi ritornata con un nuovo capitolo.
Spero possa piacervi.
Vi ringrazio per le 3.3k letture.

A presto,
M.P

BLACK LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora