Capitolo 11

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Naruto e di conseguenza l'Uchiha, erano andati a dormire appena finita la conversazione con Shikamaru, saltando anche la cena e per una volta nessuno era venuto alla sua porta pregandolo di mangiare, quella giornata era stata difficile tra il capitano che aveva picchiato Kiba e la sparizione di Sai. Dopo aver finito il rapporto da inviare a Konoha il biondo si era buttato sul letto e dopo neanche mezz'ora era crollato. Sasuke aveva pensato quanto quell'uomo così spaventoso agli occhi di tutti, potesse trasformarsi in un bambino troppo cresciuto in pochi secondi. Anche lui l'aveva seguito nel sonno impossibilitato la marchio a fare altro.

Era l'alba quando un urlo disumano aveva squarciato l'aria svegliando Sasuke, il quale era scattato a sedere senza neanche rendersi conto di cosa lo circondasse. Aveva impiegato qualche secondo a capire da dove fosse arrivato quel suono terrificante anche per lui, essendo ancora mezzo addormentato i suoi sensi erano intorpiditi per cui ai suoi occhi socchiusi la figura di Naruto che si imbestialiva sul letto e quelle urla avevano impiegato qualche secondo a combaciare. Quando ciò era accaduto era saltato in piedi, la scena davanti ai suoi occhi era raccapricciante Naruto stava stringendo così forte il materasso da distruggerlo piccole piume bianche riempivano infatti le sue mani, ma su esse era presente anche del rosso proveniente dalle unghie conficcate nella pelle dei palmi, i denti sembravano quelli di un animale lunghi ed affilati, trapassavano la pelle del labbro e nonostante la bocca fosse chiusa urla terrificanti riuscivano a passarci attraverso. Il corpo era percorso interamente da spasmi ed era totalmente zuppo di sudore, dopo alcuni secondi si era accorto anche di come scalciando è battendo i pugni avesse distrutto interamente il letto le cui gambe erano saltate tutte lasciando il materasso a contatto con il pavimento.

Sasuke era rimasto appoggiato ad una parete guardando quella scena incerto su cosa fare, non aveva motivo ti aiutarlo, ma allo stesso tempo non farlo voleva dire metterselo contro e quindi rischiare di iniziare ad essere trattato male. Motivo per cui si era avvicinato alla porta, stando sempre attento a non superare la distanza consentita. Sulla soglia si era messo a chiamare i nomi di alcuni membri della ciurma nella speranza che qualcuno lo sentisse. Non ricevendo risposte e non sentendo qualcuno avvicinarsi, aveva provato a sporsi leggermente più verso l'esterno ricevendo in risposta una specie di scarica elettrica alle gambe, che l'aveva fatto ritirare immediatamente. Constatato che nessuno sarebbe arrivato in quanto la stanza si trovava defilata rispetto alle altre e da quanto aveva capito da quei giorni trascorsi sulla Kyuubi i pirati avevano il sonno pesante. La sua scelta dipendeva da due possibilità: prima lasciare che quell'incubo passasse da sé oppure provare senza sapere minimamente cosa stesse accadendo a calmare il biondo, dopo alcuni secondi passati a rifletterci su aveva optato per la prima, per cui si era rimesso sulla sua brandina ad aspettare pazientemente che tutto quello finisse.

Dopo alcuni minuti la condizione di Naruto non era migliorata per niente, anzi se possibile stava peggiorando Sasuke non si sarebbe stupito se da lì a poco l'intera nave avesse fatto la stessa fine di quel povero letto. Dopo altri interminabili minuti in cui le urla strazianti del biondo gli avevano riempito le orecchie, graffiandole e frastornandolo,  il moro si era nuovamente alzato intenzionato ad intervenire, anche se per quanto lo riguardava quel pirata poteva morire teneva ancora alla propria sanità mentale e tutta quella situazione la stava distruggendo.

Quando i piedi nudi avevano toccato il pavimento caldo di legno aveva sbuffato, infastidito profondamente per poi avvicinarsi al pirata, gli aveva poggiato una mano sulla spalla scuotendola nella speranza che quello bastasse, ma come sospettava non aveva fatto neanche il minimo effetto. Arrivato a quel punto aveva inghiottito l'orgoglio, piazzandosi a cavalcioni sopra la vita dell'altro per bloccarne i movimenti, con le mani gli aveva bloccato le braccia contro il materasso. Non avendo né le braccia né le gambe libere gli aveva tirato una testata, sperando che finalmente si svegliasse e come sperato ardentemente dal moro, degli occhi azzurri avevano fatto finalmente capolino rilevando che il loro proprietario stava tornando cosciente.

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