Capitolo 12

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I tre ragazzi si erano diretti sul ponte dove il resto della ciurma era riunita ad aspettare il capitano, c'erano tutti, anche Kiba che era stato curato da Sakura ed oltre ad avere qualche livido e la faccia un po' gonfia non sembrava uno che il giorno prima era immerso nel suo stesso sangue. Shikamaru era al centro del gruppo e teneva in mano un rotolo aperto che stava leggendo, con Ino preoccupata al suo fianco.

"Naruto finalmente! È arrivato un messaggio da Sai, l'ha portato uno dei suoi disegni." Ten Ten aveva subito raggiunto il capitano, ansiosa di fargli leggere le novità per scegliere cosa fare.

Il biondo in silenzio si era avvicinato al suo vice per poi prendergli il rotolo ed iniziare la lettura.

Qualcuno mi sta seguendo da un po', se questo messaggio arriva prima di me allora vuol dire che mi hanno preso.
Sai.

Il capitano aveva fissato quelle poche righe per qualche secondo, dovevano andare a cercarlo e recuperarlo, ma aveva paura per i suoi compagni i motivi per cui non li aveva fatti scendere il giorno prima erano ancora tutti lì ad aspettarli ed anzi avevano già dimostrato di essere più pericolosi del previsto riuscendo a rapire uno di loro. Nonostante fosse pericoloso però dovevano andare tutti insieme, avrebbe preferito andare da solo per lasciare gli altri al sicuro, ma sapeva che non sarebbe stata una scelta saggia.

"Andate ad prepararvi, ci riprenderemo Sai." Aveva esclamato assumendo la sua aria da capo, mentre i suoi compagni sorridevano felici ed eccitati per la battaglia imminente. Naruto si stava avviando verso la sua stanza per prendere tutte le armi, ma una mano l'aveva afferrato per la spalla fermandolo, si era girato già conscio di chi avrebbe trovato. Come si aspettava il viso gonfio di Kiba si era piazzato davanti a lui, il ragazzo aveva abbassato lo sguardo non volendo incrociare gli occhi del suo capitano.

"Alza gli occhi Kiba, ci dobbiamo scusare entrambi non solo tu e poi tirati su di morale, quando sei depresso rendi meno, vuoi salvare Sai o no?" Il biondo aveva sorriso provando ad incrociare gli occhi ancora bassi del castano, che poi aveva alzato il viso di scatto sorridendo spavaldo.

"E chi si voleva scusare con un idiota come te? Volevo solo dirti che ieri mi hai battuto perché ero un po' fiacco, ma la prossima volta sarò io a vincere, stanne pure certo!" Si erano scambiati uno sguardo d'intesa che voleva simboleggiare la loro pace, fatta come al solito in un modo incomprensibile al resto del mondo. Dopo qualche secondo si erano separati andando verso le loro stanze, Sasuke seguiva come un'ombra Naruto pensando che parlare non sarebbe stata una buona scelta in quel momento, per quanto il biondo provasse a rimanere calmo davanti ai suoi compagni, avendolo osservato tutto il tempo durante i giorni precedenti si era accorto subito dalla sua postura e dal sorriso tirato che era teso. Mentre in silenzio salivano le scale, il moro non poteva fare a meno di chiedersi quale sarebbe stato il suo ruolo in quella faccenda, doveva andare per forza con Naruto per via del marchio, ma cosa avrebbe fatto su un campo di battaglia in quelle condizioni?

Arrivati nella stanza ancora sotto sopra dalla notte precedente si era seduto sulla brandina osservando Naruto, che dopo essersi assicurato meglio la Katana in vita aveva inserito diversi pugnali negli stivali e perfino sotto i polsini della camicia leggera, dopo di ché si era messo un'orrenda bandana arancione in testa per tenere su i capelli. Si era girato verso Sasuke con aria seria, per poi inginocchiarsi davanti a lui tenendo le mani dietro la schiena.

"Ora ti parlerò molto seriamente e non abbiamo molto tempo quindi ti chiedo di ascoltarmi attentamente, i miei compagni solo la cosa più importante per me quindi potrai ben capire il peso di questa operazione. Tu devi stare sempre al mio fianco come entrambi sappiamo fin troppo bene, essendo però su un campo di battaglia lasciarti disarmato e legato a me sarebbe pericoloso, per cui in via del tutto eccezionale avrai un arma che potrai usare per difenderti. Ti ricordo di stare attendo a quello che fai, perché se ucciderai me morirai anche tu e se proverai a fare del male a qualcuno dei miei amici per avere libertà non esiterò a staccarti la testa." Aveva concluso il discorso con un sorriso, prima di mettere sulle gambe piegate di Sasuke la sua Katana da marine, con l'impugnatura pregiata impreziosita da diversi rubini che gli era stata regalata dalla sua famiglia quando aveva raggiunto i dodici anni. Odiava quella Katana per la sua provenienza, ma col tempo era diventata l'unica compagna di cui poteva sempre fidarsi a bordo della sua nave e che avrebbe sempre seguito il suo volere qualsiasi esso fosse.

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