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Mentre cammino, infondo alla strada, vedo Alessio fermo al semaforo che aspetta il verde.
Urlo il suo nome per farmi accompagnare a casa, che ho bisogno di dormire.
Salgo sulla moto e stiamo in silenzio, fino a quando lui mi chiede:"Che succede amico? Che ci fai solo a quest'orario? Di solito Mirko non ti accompagna a casa?" sembra preoccupato.
"Sì, ma è successa una cosa e avevo bisogno di stare da solo. Domani ti racconto tutto, buonanotte." gli dico per non farlo preoccupare.
Scendo dalla moto, visto che siamo arrivati a casa mia e lui annuisce e se ne va.
Entro a casa e corro subito in bagno.
Voglio farmi una doccia, ne ho bisogno.
Mi guardo allo specchio e l'unica cosa che vedo è un mostro con un passato più orribile di lui. Entro in doccia e rimango dentro per tanto tempo.
Metto le mutande e mi appoggio alla finestra della stanza, accendo una sigaretta e mi lascio andare, come sempre, come ogni sera o notte di questa vita da quando ho iniziato a lavorare.
La sera è la parte della giornata che preferisco.
Sono solo io, la mia testa, i miei pensieri e il sacco da box che ho nella stanza.
Lo uso per sfogarmi quando tutto va male o quando sono stanco e evito di farmi del male per uccidermi.
Quando non sto bene rimango chiuso in stanza per ore a fissare il vuoto, non voglio sentire nessuno e molte volte, ma questo lo facevo prima, mi tagliavo, lo sentivo come un atto liberatorio, per qualcosa che dentro faceva più male superando il dolore dei tagli, così più mi tagliavo e più mi sentivo bene, non mi accorgevo nemmeno di farmi troppo male e che stavo rischiando di morire, un'altra volta.
Mi ricordo che quando abitavo con mia nonna tentai anche il suicido, sono rimasto in coma per 6 mesi e Alessio è stato con me tutto il tempo, lo sentivo che mi raccontava tutto, come se fossi sveglio, ed ero felice di questo.
Ho sofferto di depressione e andavo da uno psicologo, mi aiutò molto e sono grato di esserci andato.
Mi ha salvato.
Dopo questi pensieri, decido finalmente di addormentarmi e sperare che domani sia un giorno migliore.
Suona la sveglia.
La prendo e la tiro.
"Che palle!" urlo.
Sono in ritardo.
Corro a lavarmi e faccio tutto di corsa.
Entrerò sicuramente a seconda ora, mi sta scoppiando il cuore di quanto vado veloce.
Esco, ma prima prendo la bici, così spero di arrivare prima.
Sono le 08:30, dovrei impiegarci all'incirca quindici minuti ad arrivare.
Come previsto arrivo a scuola alle 08:45.
Vado in vicepresidenza e faccio il permesso per entrare a seconda, dopo esco da scuola e vado a sedermi sotto il mio albero.
Dalla finestra di una classe vedo una ragazza di terza che guarda fuori dalla finestra, ma fortunatamente non si accorge che la sto fissando.
È bellissima.
Ha i capelli rossi, le lentigini e gli occhi azzurri, ma così tanto chiari che sembrano trasparenti.
Guardandoli meglio, non lo sono per niente, le si legge dentro e non è bello.
Almeno è quello che leggo io, magari poi non è così.
Voglio conoscerla, ho bisogno di conoscere qualcuna che mi faccia dimenticare Clara e che mi riporti in me.
Mentre suona, entro a scuola e cerco di capire in che classe sia.
La vedo passare e cerco di farmi notare.
Aggiusto la felpa e mi mordo un po' il labbro quando vedo che mi guarda.
Osservo ogni suo movimento.
Sembra un diavolo che ha bisogno di portare del male in giro, così lei alla fine starà bene.
Vedo che prende un foglietto, si ferma e scrive qualcosa.
Faccio finta di nulla e mi fermo a prendere qualcosa nel mio armadietto.
Alla fine mi passa accanto e lascia cadere quel bigliettino.
Bel approccio signorina, complimenti.
Mi inizia ad eccitare come cosa.
Prendo velocemente il bigliettino e prima di leggerlo, mi giro e  vedo che mi guarda facendo un sorriso malizioso.
Ecco cosa vuole ed io sono pronto a darle cosa a lei serve.
Leggo il bigliettino:"Ti aspetto a ricreazione dietro la scuola!"
Perfetto, corro in classe e aspetto con ansia che suoni la campanella della ricreazione.
Parlo con Alessio di questa ragazza e di quello che è successo ieri.
"Brò, ma ne sei sicuro?" mi dice lui.
"Di cosa?" chiedo non capendo.
"Per primo: di farti quella ragazza e due: che non vuoi vederla più?"
"Sono sicurissimo di volermela fare, non puoi capire quanto mi eccita. Riguardo Clara, sì, voglio dimenticarla, non riesco più a vivere con quel pensiero fisso su di lei, ci sto male quasi ogni sera e deve finire questo tormento!" dico convinto e deciso.
Veniamo rimproverati dal professore che sta facendo lezione e smettiamo di parlare, ma sicuramente Alessio mi risponderà dopo.
Sa quanto Clara mi rendeva felice anche quando non c'era e sicuramente non ci crederà che voglio dimenticarla.
Smetto di pensare a lei e ascolto la lezione aspettando che finisca.
Suona la campanella della ricreazione e corro fuori, mentre vado dietro scuola mi accendo una sigaretta.

Il ragazzo misteriosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora