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*Sogno*

"Edoardo non posso farlo.." urlo piangendo.
Guardo Clara stesa a letto, bendata che cerca di divincolarsi e scappare.
"Devi! Mi basta un messaggio per far violentare Cris e uccidere la tua famiglia" risponde lui con il messaggio già scritto pronto per inviarlo.
Mi metto su Clara, le strappo le calze che aveva addosso e le levo il resto dei vestiti.
"Che stai facendo Christian?" dice urlando mentre cerca di liberarsi dalla mia presa...

*Fine sogno*

Mi sveglio di soprassalto.
"Di nuovo no..." penso mentre piango.
Non voglio rientrare in quello stato di depressione.
Ho bisogno di stare con Cris.
L'unica via d'uscita.
Guardo l'orario e sono le 3 del mattino.
"Bene" penso.
Mi preparo e corro a casa di Cris.
Cris abita a casa di mio fratello, non ha i genitori, sono morti quando lei aveva 8 anni, e per non essere adottata, mio fratello la fa stare con lui.
Lei ha 18 anni, compiuti da quasi due mesi.
Non ha mai voluto festeggiarlo dopo quella notte, visto che quando l'hanno violentata era il suo compleanno.
A pensare che ricordo quando era piccola correva per casa cantando a squarciagola Claudio Baglioni.
Io sono più grande di lei di 3 anni, ma lei è molto più matura di me.
Mentre penso a lei e alla sua storia, arrivai a destinazione.
Quanti ricordi in questa casa...
Mi avvicino alla finestra per vedere se stanno vedendo un film o comunque sono in salone, ma niente.
Allora mando direttamente un messaggio a Cris.
"Mi manchi..." le scrivo.
Prima di inviarlo ci penso, lo cancello, lo riscrivo, ma alla fine prendo coraggio e lo invio.
Dopo nemmeno un minuto dall'invio sento aprire la porta.
Ed è lì, lei sempre bellissima.
Coperta solo da una mia maglietta, che aveva preso quando è andata via da casa e le mutande in pizzo nero, le sue preferite.
"Entra" mi dice molto distaccata e assonnata.
"Stavi dormendo?" le chiedo per provare a parlarle.
"Non riuscivo a dormire, ma stavo per addormentarmi. Poi ho sentito il messaggio e quindi mi sono svegliata." dice prendendo dell'acqua dal frigo.
"Come va la gamba?" le dico sfiorandole la gamba destra.
"Ho fatto controlli fino a ieri, verso la fine dell'anno mi dicono se il cancro è andato via, ma la ferita persiste, soprattutto verso la caviglia. Non è cambiato niente dall'anno scorso, tranquillo." dice lei mettendo la sua mano sulla mia.
Tra me e lei c'è sempre stato questo rapporto intimo che nessuno ha mai visto, nemmeno mio fratello.
Rimango in silenzio perché non so cosa dirle.
L'abbraccio da dietro e lei butta la testa all'indietro, come ha sempre fatto quando si sentiva bene dopo tanto tempo.
La faccio girare e la prendo in braccio.
Lo facevo sempre quando stava male, ma anche quando stava bene.
L'ha sempre fatta sentire importante come cosa, me l'ha detto lei una notte mentre era abbracciata a me sul letto.
"Sei cresciuta un po' eh" dico ridendo, ma allo stesso tempo osservandola bene.
Fa palestra e danza.
Le sono aumentate le forme e la maglietta trasparente con quelle mutande sono l'accoppiamento perfetto per farmi eccitare, ma è lei che li indossa e non riuscirei a fare un passo così grande.
"Anche tu" dice abbassando lo sguardo, ma anche se c'è poca luce si intravede che sia arrossita.
Cala il silenzio, ma non è imbarazzante.
Questo silenzio dice tanto anche se non si sente niente.
"Che mi racconti?" chiede all'improvviso.
"La solita vita, ho rivisto Clara, mi ha anche baciato sai? Ma l'ho lasciata andare, non era giusto nei suoi confronti." dico guardandola negli occhi.
Ha gli occhi scuri, ma sono i più belli che ho mai visto.
Sono come un libro, da leggere e innamorarsi pagina dopo pagina.
"Io ho rivisto Francesco, anzi, ho rivisto tutto il gruppo. Ero con Gaetano e Alessio, non so se te l'ha detto. Francesco stava per avvicinarsi, infatti adesso ha un braccio rotto." dice ridacchiando piano, per non farsi sentire, ma non ci riesce.
Scoppio a ridere, la prendo in braccio facendole mettere le sue gambe intorno alla mia vita e la porto nella sua stanza.
"Mi è mancata questa stanza" dico facendola scendere.
"Beh, non è cambiata, solo che la linea è continuata" dice avvicinandosi ad un punto preciso della linea.
La linea è la sua linea della vita.
Ci sono tutti i passaggi, prima e dopo la violenza, prima e dopo l'incidente e adesso, il prima e il dopo il cancro.
Ma ci sono anche le cose belle, tra cui: qualche foto nostra e con i nostri amici, quelli veri.
Ma noto che c'è una cosa che non ho mai visto.
Un test di gravidanza disegnato...
"Perché c'è quel test lì..?" chiedo indicandolo e tremando.
È nella data del suo compleanno, lo stesso giorno della violenza, quindi subito vado in panico capendo...
"Quando ho avuto l'incidente hanno scoperto, oltre al cancro alla gamba, che ero incinta di Francesco, ma ho abortito. Ero di un mese già, non avendo sintomi o ciclo in ritardo." dice sfiorando il test.
Resto in silenzio.
"L'avresti tenuto?" le dico, ma me ne pento.
"Sì, ma non gli avrei dato il suo cognome o comunque non avrei detto a mio figlio che fosse lui il padre." dice guardandomi e avvicinandosi verso di me.
"E che avresti fatto?"
"Avrei dato il tuo cognome o avrei detto che il padre eri tu." lo dice sedendosi su di me.
"Se doveva avere un padre doveva averlo con la P maiuscola, non come quel coglione." dice accarezzandomi la guancia.
"Non sarei stato un bravo padre e poi ho fatto lo stesso errore di quel coglione, quindi lo sono stato anch'io." dico facendola alzare dalle mie gambe.
"Non è una giustificazione, ma l'hai fatto per difendere le persone che più amavi rinunciando ad una di loro."
"Sei cresciuta troppo, fin troppo..." dico con un pizzico di malinconia e anche malizia vedendo bene le sue forme, visto che ha accesso la luce della camera.
"Domani vado a farmi un tatuaggio e un piercing, mi accompagni? Andiamo da Luca" dice levandosi la maglietta e mettendosi a letto.
Sì, lei è così; lei è quella ragazza che davanti al suo migliore amico, anche se sa che, essendo pur sempre un maschio, può eccitarlo, sta nuda, senza alcuna malizia.
"Anzi è strano che abbia ancora le mutande" penso e ridacchio.
"Che ridi scemo?" dice sorridendo mentre guarda un attimo il cellulare messa a pancia sotto.
"A niente cretina" rido e le dò uno schiaffetto sul culo.
"Questo non è mai cambiato, solo cresciuto" sento dire dalla porta.
È Gaetano, mio fratello.
"Ma buongiorno" dico alzandomi e andandolo ad abbracciare.
"Ti abbiamo svegliato?" domando divertito.
"In realtà non stavo dormendo, ero in doccia, aspettavo la signorina per fare una doccia diversa, ma ha deciso di abbandonarmi." dice, ma subito dopo ad alta voce replica: "Cazzo, ho parlato troppo".
"State insieme?" dico quasi sconvolto, ma felice allo stesso tempo.
"Dovevo fare sesso con qualcuna e l'unica comoda era lei" dice ridendo per provocare Cris.
"Dopo questa frase non te la dò per un mese, sappilo" dice alzandosi e dirigendosi verso di lui.
"E me lo dici solo con le mutande addosso?" dice lui toccandole il culo e baciandola.
"Certo" dice lei dandogli un pugno dove non batte il sole.
"Cazzo! Me la paghi questa signorina." urla lui, ma ride allo stesso tempo.
"Chissà come visto che lei non la vedrai per un mese" replica Cris ridendo e indicando le sue parti basse.
"In tutto questo, ci sono anch'io, mi sto divertendo, ma esisto!" intervengo ridendo.
"Vi lascio soli, volete qualcosa?" chiede Gaetano che prende un qualcosa dal cassetto.
"Cioccolata calda" urla come una bambina Cris.
"Mi aggrego" urlo anch'io.
"Va bene bambini, torno subito." dice ridendo e dando un dolce bacio a stampo alla bimba.
"Ma sto tatuaggio da dove è spuntato?" le chiedo accarezzandole con un dito tutto il rampicante che ha tatuato su tutta la gamba.
"L'ho fatto dopo che è guarita la ferita del tutto, anche se non è mai guarita" dice con aria malinconica.
Annuisco e le dò un bacio in testa.
Uno di quei baci dolci e pieni di mancanza.
"Devo farti vedere una cosa" dice lei alzandosi e mettendosi difronte a me.
"Chiudi gli occhi" e nel frattempo mi prende il dito e mi fa sfiorare qualcosa che non capisco.
Apro gli occhi e vedo delle cicatrici sull'addome e sul seno.
"Risalgono a quella sera..?" le dico con le lacrime agli occhi.
"Sì, sono le uniche che sono guarite del tutto" mi dice coprendosi e asciugandomi le lacrime che mi sono scese nel mentre.
Da quella sera non l'ho più vista nuda o in intimo.
Prima si faceva la doccia con me o si faceva lavare da me.
Quanto era bello quando succedeva...
Quando le accarezzavo la schiena con la spugna, per insaponarla, era la sensazione più bella del mondo, proprio come quando hai una bambina e ti prendi cura di lei.
"Andiamo da Gaetano che sicuramente sta finendo di preparare" dice avviandosi verso la porta.
"Arrivo, tu vai" le dico mentre mi distendo sul letto.
Troppi ricordi, troppe novità, troppe cose che non vanno e che mi sono perso.
Dopo un cinque minuti, decido di scendere da quei due che sicuramente si staranno baciando o staranno facendo qualsiasi altra cosa.
Infatti li trovo attaccati che si baciano.
"Quanto sono belli!" penso.
Si accorgono che li sto guardando dalla soglia della porta e si staccano ridendo.
Passiamo la serata così, ridendo e ricordando vecchie cose che ci accomunano.
Alla fine, mi addormento abbracciando Cris.
Dopo qualche ora, mi sveglio all'improvviso tutto sudato e noto che Cris si è seduta con le mani fra i capelli.
"Che succede piccola?" mi stropiccio gli occhi per vederla meglio.
Mi fa segnale di aspettare con la mano, ma continuo a non capire.
"Vai da Gaetano e gli dici che ho bisogno di lui, dopo rimani fuori la porta" dice con un filo di voce.
Corro subito da Gaetano continuando a non capire.
"Corri! Cris ha qualcosa che non va!" dico urlando e dando pugni alla porta della sua stanza, visto che oggi non poteva dormire con Cris.
Apre la porta e corre verso la stanza di Cris senza farselo dire due volte, ma la chiude a chiave appena entra.
"Cosa starà succedendo?" penso, ma ad un tratto sento delle urla.
È Cris.

Il ragazzo misteriosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora