17.

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"...non potrai avere figli..." dice lui facendosi scendere liberamente una lacrima dal viso.
Cris appena sente quella parole scoppia a piangere, Marco subito dopo di lei ed io rimango lì impassibile, senza dire una parola.
Non riesco a crederci che lei, la ragazza più bella che ci sia nel mondo e quella che ama di più i bambini, non può averne.
L'avevo già immaginata una piccola Cris che gironzola per tutta casa.
Occhi che cambiano colore in base all'emozione che prova e capelli pazzi come quelli della madre.
Ricordo Cris quando era piccola, già era molto matura per l'età.
Aveva solo 5 anni quando non aveva trovato niente nel frigo, di suo gradimento, prese le chiavi di casa e uscì per andare al supermercato.
Prese anche dei soldi.
Tornò a casa dopo un venti minuti, dopo che i suoi genitori e i miei avevano chiamato anche i carabinieri per fare denuncia sulla scomparsa, con un sacchetto pieno di patatine pepe rosa e lime, le sue preferite fin da piccola ad ora, biscotti e Pepsi.
Ricordo la scena come fosse successa ieri, posò tutto sul tavolo, aprì i pacchi, li divise in contenitori e ciotole, prese un bicchiere per la bevanda e si sedette al tavolo della cucina, come se niente fosse, come se non avesse 5 anni, ma ben 12 o qualcosa in più.
"Però una cosa positiva c'è..." dice lei sorridendo.
"Quale piccola?" le chiedo accarezzandole quel viso un po' pallido per il dolore che sta subendo in così poco tempo.
"Posso fare sesso tranquillamente senza rimanere incinta!" urla, ma non troppo.
Scoppiamo a ridere e scende dal letto.
"Raccolgo la mia roba e andiamo via, che già sono stanca di stare qui dentro" dice spogliandosi e rimettendosi i suoi vestiti.
Con lo sguardo chiedo a Marco di uscire per parlare, lui capisce ed esce subito dopo di me.
"Allora? Quando ti dichiari? La ami da quando l'hai vista per la prima volta!" dico dandogli un pugno sul braccio.
"Non mi sembra il momento di farlo adesso e poi, voglio spiegata la cosa che siete andati a letto insieme!" dice ricambiando il pugno.
"Avevamo voglia e l'abbiamo fatto ed è stato il sesso più bello della mia vita" interviene Cris uscendo dalla stanza con il borsone che aveva preso dalla macchina Jacopo.
Nella Ferrari, Cris, tiene sempre un borsone per le emergenze e a quanto pare, è molto utile.
"Seriamente?" le chiedo sbalordito.
"Sì, ero me stessa ed ero tranquilla, anche se stavo mettendo le corna al mio ragazzo, ormai ex..." nemmeno la lascio finire che l'abbraccio.
Mi andava di farlo e lei ne ha bisogno.
"Allora? Dove andiamo adesso?" chiedo a Cris che entra in macchina dalla parte del guidatore.
"Beh, andiamo a prendere le mie cose e le porto a casa tua, se non ti dà fastidio e poi..." si interrompe un attimo e si gira verso Jacopo: "...voglio parlare con te, so che tu non c'entri nulla e so benissimo che vuoi ritornare a far parte della mia vita. Mi manchi e non sai quanto, ma con calma!" finisce di dire.
"Hai ragione e mi manchi tantissimo anche tu. Allora, facciamo una cosa, per oggi mi lasci a casa e domani ci vediamo e stiamo un po' insieme per raccontarci un po' di cose, va bene?" chiede lui sia a Cris, ma, infondo, anche a me.
"Ma certo, andiamo al Mc, andiamo a drogarci un po' tutti insieme e, soprattutto, andiamo dal parrucchiere che voglio tagliarmi i capelli!" dice Cris con entusiasmo.
Ridiamo tutti insieme e iniziamo a cantare le canzoni che passano alla radio.
Lasciamo Jacopo, prendiamo le cose dall'ex casa di Cris e andiamo a casa mia.
Sistema le cose in una camera di casa mia e all'improvviso si ferma davanti allo specchio che aveva appena messo in camera sua.
"Tutto bene piccola?" le chiedo preoccupato.
"Ti è piaciuto il sesso prima?" mi chiede spiazzandomi.
"Che domande fai? Certo piccola" le dico accarezzandole il viso.
Ma noto dai suoi occhi che non era convinta.
"Cosa ti turba?" le chiedo guardandola fissa negli occhi e avvicinandomi sempre di più a lei.
"Non hai detto niente riguardante a cosa avessimo fatto e quindi volevo capire, magari non sono brava e Gaetano fingeva e veniva solo per eccitazione..." nemmeno la lascio finire che la prendo e la bacio.
Stringo il suo bacino al mio e la sbatto, piano, contro la porta della sua camera chiudendola.
"Smettila di farti paranoie!"
"E tu smettila di parlare e continua quello che stavi facendo!" mi urla contro con il respiro più pesante.
Riprendo a baciarla e nel frattempo ci spogliamo a vicenda.
Le nostre giornate continuavano così, a scopare come pazzi.
Io, mi ero preso una settimana di malattia e stavamo ogni secondo insieme.
Parlavamo, scopavamo, cantavamo e ballavamo.
Il giorno dopo l'uscita dell'ospedale siamo stati un po' con Jacopo, ma con una scusa inventata da Cris siamo corsi a casa.
Per cosa? Per scopare, di nuovo.
Eravamo dipendenti l'uno dall'altra, ma a noi andava bene così.
Non ci faceva paura cosa potesse succedere se continuavamo così, noi facevamo e basta.
"Se continuiamo così la prossima settimana come fai ad andare a lavorare? Scopiamo ogni secondo senza interruzione, diciamo che dovremmo rallentare..." dice lei baciandomi il petto.
"Hai ragione, ma un modo troveremo, tanto faccio sempre mezza giornata, quindi possiamo scopare 12 ore su 24!" dico ridendo.
Scoppia a ridere, ma veniamo interrotti dal campanello.
"Ma che palle ed io che volevo farti un pompino!" dice lei alzandosi da me e mettendo una mia felpa.
"Dopo mi farai tutto quello che vuoi piccola, vediamo chi è" dico dandole un schiaffo sul culo.
Scende le scale mentre io mi rivesto e le sento dire piano: "È Gaetano, pensaci tu, non voglio parlargli".
Mio fratello era venuto ogni giorno a casa mia, ma gli avevo sempre detto che Cris non era qui e che anche se sapevo dove fosse non gli avrei detto niente.
Scendo velocemente, solo in mutande e apro la porta.
"Che cazzo vuoi anche oggi?" gli dico infastidito.
"È qui e lo so, dimmelo e fammela vedere" dice spingendomi dentro.
"Basta Gaetano, mi hai rotto le palle! Mi fai vivere la mia vita?! A quest'ora avrei fatto venire tuo fratello almeno due volte!" dice sbuffando e bevendo un bicchiere d'acqua.
Rido leggermente, ma non faccio in tempo a dire qualcosa che Gaetano mi dà un pugno in piena faccia.
"Oh, ma che cazzo fai?!" gli urlo contro e gli dò una testata dritta sul naso.
Lui cade all'indietro e Cris chiude subito la porta.
"È pazzo!" dice lei chiedendo a chiave la porta e prendendo subito del ghiaccio.
"Guarda come ti ha ridotto quel coglione! Ora come me la lecchi?" dice lei sbuffando e passando il ghiaccio in faccia.
"Te la leccherò lo stesso con livido o meno, sopporterò il dolore" dico ridendo e avvicinando il suo bacino al mio, alzando contemporaneamente la felpa e abbassandomi leggermente le mutande.
Entro dentro di lei e non mi muovo.
Lei si poggia sulla mia spalla ansimando leggermente al mio orecchio.
Inizio a muovermi lentamente e lei mi salta addosso.
Veniamo dopo un dieci minuti, insieme.
"Mi vado a lavare, tu cucina" mi ordina iniziando a dirigersi verso la doccia.
Faccio quello che mi dice e preparo qualcosa per pranzare.
Mentre cucino la sento cantare ed è qualcosa di angelico.
Adoro la sua voce, fin da quando era piccola.
La sento scendere ed io ho finito di preparare la pasta con il ragù.
"Che profumino" dice entrando.
"Spero sia anche buona" affermo ridendo.
Lei si avvicina e assaggia il ragù.
Nello stesso momento mi accorgo che è completamente nuda.
Le accarezzo con le dita la schiena fino ad arrivare al suo punto debole, ma poi mi stacco e le dò un bacio sulla spalla.
"Dobbiamo mangiare piccola..."
"Sei uno stronzo! Uff!" dice lei mettendo il broncio.
Le faccio il solletico e ridiamo insieme.
Impianto la pasta ed effettivamente era buonissima, perché nemmeno ho avuto il tempo di metterla a tavola che Cris l'aveva già finita.
"Eccezionale!" esclama lei con gli occhi a cuore.
"Veramente?" le dico sbalordito.
È la prima volta che cucino per qualcuno da quando abito da solo senza mio fratello e Cris, quindi, per me, è un onore.
Lei annuisce e mi abbraccia, però noto che Cris è giù di morale.
"Piccola tutto bene? Hai gli occhi tristi, stai male?" le chiedo subito preoccupato.

Il ragazzo misteriosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora