❝ CALORE ❞ | OMEGAVERSE [BAKUDEKU]

Chapter 5: Confuso, Disperato, Stupido

Izuku si bloccò sul posto: le pupille si dilatarono e il respiro iniziò a farsi pesante. L'odore era travolgente e gli riempiva le narici; i palmi delle mani si inumidirono di sudore e se li strofinò sui pantaloni. Il profumo dolce e muschiato di Katsuki erano diventati la sua unica fonte di concentrazione: il documentario era passato in secondo piano. L'elenco dei Pro-Heroes erano oramai un ricordo lontano, il profumo della dominanza e della aggressività lo aveva dissolto.

Non riusciva a vederlo, ma sapeva che era li - i feromoni dell'Alfa gli urlavano nelle orecchie e lui li stava sentendo eccome. All'improvviso Izuku si accorse di essere da solo e i suoi occhi iniziarono ad agitarsi nervosamente mentre cercava di ricordarsi ciò che gli aveva detto Uraraka. Si stava rendendo conto dell'errore fatale che aveva fatto. Lo sapeva che un giorno i suoi hobbies gli si sarebbero rivoltati contro.

Udì passi sul pavimento che si trascinavano verso la cucina. Con un sospiro, Izuku girò lentamente la testa così da focalizzare la figura arrabbiata dell'Alfa. Come previsto, vide i capelli champagne del ragazzo spuntare e brillare dalla cucina. Nonostante l'aspetto appuntito, Izuku se li immaginava morbidi mentre gli passava le dita in mezzo, con le punte che gli solleticavano i palmi.

Sentì le guance infiammarsi al pensiero e distolse subito lo sguardo. Il salotto e la cucina erano vicini insieme alle porte dell' Heigh Alliance. La stanza aveva una forma a U quadrata. Sulla sinistra c'era il lato la sala svago comune, con Tv, sedie e divani, sala da pranzo e cucina. Dall'altra parte docce e lavanderia.

Izuku era seduto sul divano di fronte alla cucina e ai tavoli da pranzo, con le gambe tirare e le braccia allacciate intorno a loro. Aveva davanti la televisione, ma in quel momento non erano di suo interesse. I suoi occhi erano fissi sul divano di fronte a lui.

Poteva sentire la sua temperatura corporea alzarsi e cominciò a sentirsi fortemente a disagio; nonostante il materiale leggero dei suoi vestiti, era come se un milione di piccole fiamme gli stessero leccando la pelle, facendolo eccitare. Le sue orecchie sentirono il rubinetto aprirsi, e fu il pretesto per distogliere lo sguardo dal divano e spostarlo in cucina. Katsuki era in piedi tranquillo, con una mano sul fianco e un bicchiere in mano.

Izuku guardò l'acqua limpida nel bicchiere, il cui riflesso si frammentava sulle pareti marmoree. Purtroppo il suo sguardo iniziò a vagare, dalla mano all'avambraccio di Katsuki - soffermandosi sulle vene sporgenti - e poi su, su, fino ad incontrare lo sguardo rosso bruciante dell'Alfa. Izuku sentì come se gli occhi di Katsuki avessero un potere ipnotico - non riusciva più a muoversi di un centimetro.

Anche il biondo lo stava guardando, ma nel suo volto non c'era nessuna espressione. Notava solo un leggero tono severo, ma era normale. Però sta volta non aveva idea di cosa stesse pensando e la cosa lo innervosiva.

Gli occhi di Katsuki si restrinsero prima di prendere il bicchiere e chiudere il rubinetto con l'altra mano. Bevve un sorso, e Izuku sentì le orecchie fumare quando si tolse il bicchiere dalle labbra: erano di un lieve rosso che risplendeva grazie alle piccole gocce d'acqua.

Katsuki si passò la lingua sul labbro inferiore per ripulirsi e Izuku sentì una leggera necessità di andarsi a reidratare.

I loro occhi erano ancora incatenati. Katsuki strinse un po' più forte il bicchiere e si diresse verso i divani - i suoi passi erano silenziosi e calcolati. Era come se camminasse in un campo minato. Erano attenti, troppo. Izuku strinse più forte le gambe istintivamente al petto, mentre i riccioli gli caddero sugli occhi impedendogli la vista. Tutto quello che poteva fare era scrutare i movimenti dell'Alfa da li sotto, mentre si trascinava sul divano di fronte a lui. L'unica cosa a separarli era il tavolino e l'autocontrollo di Izuku. Il biondo si sedette con sicurezza, incrociando le gambe, in modo da appoggiare la caviglia sul ginocchio. La mano che non reggeva l'acqua stava riposando sul polpaccio.