Chapter 21: Lavoro

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Izuku era stato nella sua stanza per circa un'ora, camminando avanti e indietro davanti al suo letto. Aveva le mani serrate in un pugno, le unghie gli mordevano la pelle creando delle mezze lune sul palmo. Iniziò a sentire la necessità di mangiarsi le unghie, ma riuscì a resistere.

Dopo essere stato rimproverato da sua madre quando era più giovane, l'abitudine gli era passata. Tuttavia, un'ansia profondamente radicata si diffondeva nella sua coscienza e sapeva che non avrebbe dovuto sentirsi così.            

Era solo un appuntamento.

Niente di più.

Emise un respiro profondo e si portò le mani sulla faccia, gemendo al pensiero di ciò che sarebbe potuto succedere. Che cosa accadrà? Ne varrà la pena? é tutto un gioco? Mi stanno incastrando?

Dubitava che fosse un gioco - i suoi amici non erano così cattivi. Ingannarlo in questo modo sarebbe solo un biglietto di sola andata per le amicizie spezzate. Non voleva e pensava che fosse lo stesso per gli altri.

Il nervoso gli correva giù per la schiena e gli sembrava di non riuscire a smettere di muoversi. Le orecchie da gatto erano ancora nella sua tasca e iniziò a rabbrividire mentre pensava a come era vestito.

Il pizzo lo faceva sentire come se non indossasse nulla ma allo stesso tempo non era scomodo. La coda era ancora distesa sulla schiena, dove non si poteva vedere, sotto la camicia e il girocollo con il campanellino era saldamente nascosto. Non suonava nemmeno, a meno che non facesse movimenti improvvisi. Perciò non se ne preoccupò.

Ma perché doveva indossarli? era ovvio che avrebbe cercato di nasconderli, quindi perché tenerli se tanto Katsuki non li avrebbe visti? Sarebbe solo uno spreco?

Izuku pensò che Ashido fosse troppo fiduciosa, mentre il suo pessimismo lo portava a pensare che non sarebbe successo nulla di buono.

E se scoprisse come è vestito? Cosa succederebbe? Izuku non lo sapeva, ma Ashido sembrava di si.

Per tranquillizzarsi, si sedette sul letto, stringendosi la testa fra le mani, mentre la gamba si muoveva a scatti, scuotendo tutto il letto.

Lui sospirò. Non funzionerà.

Decise di andare a prendere una boccata d'aria sul balcone, ma prima che potesse farlo, il telefono vibrò, indicando l'arrivo di un messaggio.

Aprì il telefono per guardare il messaggio e notò l'immagine familiare di una chiazza rosa.

Era Ashido che gli diceva che poteva scendere tranquillamente. Il messaggio finiva con una faccina ammiccante e lui tremò leggermente.

A volte poteva essere così perversa.

Così chiuse il telefono e lo lasciò sul letto. Non aveva bisogno di portarselo, dopotutto doveva rimanere nei dormitori.

Si strofinò i palmi delle mani sulla parte anteriore dei jeans e inspirò profondamente, facendo rilassare i nervi e liberandosi dal sudore freddo. Era pronto.

La prima cosa che notò uscendo dalla sua stanza e scendendo le scale, era il buio. Nessuna luce era accesa - solo le luci delle stanze dei suoi compagni illuminavano l'edificio.

Trattenne il respiro e si appoggiò sulla ringhiera, in modo da non cadere, dirigendosi verso il basso.

La seconda cosa che notò furono delle piccole lucine sulle scale. Su gli ultimi gradini fino alla cucina, c'erano dei piccoli lumini bianchi. La cera bianca brillava, mentre una piccola fiamma arancione tremolava leggermente, ballando e proiettando ombre minuscole sul pavimento.

❝ CALORE ❞ | OMEGAVERSE [BAKUDEKU]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora