Non credevo che quella sera di dicembre sarebbe stata così fredda. Avevo indossato solamente il cappotto di pelle nero che mi aveva regalato Elisa per il compleanno qualche mese prima. Via Rossi era completamente deserta. Milano in quel periodo dell'anno doveva essere gremita di persone, ma a quanto pareva non c'era nessuno, o meglio, quasi nessuno. Si vedeva solo un viavai delle solite persone che girovagavano come formiche laboriose attraverso i negozi in cerca degli ultimi regali natalizi da fare ad amici e parenti. Io mi limitavo semplicemente ad ammirare con totale indifferenza tutte quelle decorazioni a tema sospese tra palazzi, pali della luce e cavi elettrici sospesi nel vuoto. Non ero mai stato un grande amante del Natale ne tantomeno di qualsiasi altra festività ricorrente. Francamente tutto ciò non mi aveva mai riguardato veramente e chiunque mi conosceva, ne era al corrente.
Mentre passavo per quella via, dove alla mia destra si trovavano alcuni negozi di scarpe e abiti molto sfarzosi che di sicuro non avrei mai indossato se non ad un funerale, mi distraevo ogni pochi metri lanciando sguardi assenti all'interno delle vetrate di quei numerosi negozi, alla ricerca di qualcosa di cui nemmeno ero a conoscenza.
I negozi di alta classe però erano intervallati da alcuni piccoli chioschi all'aperto, i quali vendevano dolci, crepes e tantissime altre pietanze che si potevano trovare ad una qualunque fiera di campagna. Tutto ciò, era certamente cibo che avrebbe potuto uccidere all'istante una qualsiasi persona affetta da diabete e colesterolo alto. Avevo sempre creduto che non esistesse altra cosa più letale dei dolci al mondo seppur io fossi tra i primi ad amarli alla follia.
Mi soffermai di colpo ad un chiosco in particolare. Dietro di esso vidi una persona che non mi sarei mai aspettato di vedere li.
—Ehi Luca! Cosa ci fai qui? — dissi e subito dopo ebbi la mia risposta.
—Ehilà Samuel, tutto bene? Beh, sai com'è, mi servono soldi per alcuni regali... dovevo pur trovarli e questo mi sembrava un buon metodo— era Luca, il fratello di Marco, il ragazzo che era andato in vacanza con mio cugino in occasione delle vacanze invernali, insieme alla sua ragazza, e alla ragazza di mio cugino.
—Se la staranno spassando gli altri eh? — dissi io in tono scherzoso, focalizzando immaginariamente la mia attenzione sui possibili divertimenti che si potrebbero avere da soli in una villa rinascimentale mastodontica.Luca mi sorrise poi mi fece capire indirettamente se volevo qualcosa ammiccando con la testa verso il piatto metallico e fumante sul quale preparava le crepes.
— Si dai, dammi cinque crepes e tre bastoni di zucchero filato— dissi con un certo entusiasmo.
—Aaah... Sam... tu sei matto, ma li vuoi tutti per te? — chiese iniziando a ridere.
— Ovvio che no. Devo pur pensare a quella mantenuta della mia ragazza no? — esclamai divertito.
—E va bene, va bene, ecco a te! — esclamò e mi porse dopo alcuni minuti, in cui avevo iniziato a pensare a cosa mangiare per cena quella sera, ciò che avevo chiesto.
—Grazie a te. Ecco tieni, e non fiatare— sorrisi e gli porsi il denaro dovuto più una mancia abbastanza considerevole.
—Sam tu sei troppo buono certe volte. Grazie mille, buona serata e buon Natale!—
I suoi occhi erano stracolmi di felicità. Aiutare quel quattordicenne, era per me una cosa consueta, e mi dava anche una certa soddisfazione. Così lo salutai come meglio potevo, considerando che avevo le mani occupate dalla notevole quantità di cibarie acquistate.
Camminavo per quella via ampiamente arredata ed illuminata, quando un dolce profumo di crepes proveniente dal basso mi inebriò le narici. Decisi che non potevo arrivare in centro da Elisa per mangiarle, quindi trovai una panchina libera lungo il viale sulla quale sedermi e mi accomodai sopra di essa per mangiare in maniera tale che nessuno mi disturbasse.
In quel delicato momento in cui stavo dando il primo morso alla crepes, un uomo a cui non prestai immediatamente attenzione, si sedette sulla panchina accanto alla mia. Non curante proseguii a mangiare la mia preda ripiena di cioccolato, ma venni interrotto dopo una manciata di minuti.
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Onde Bianche - Il Marchio dei Dannati
Fantasi"Vedi Fabio, seicento anni sono davvero tanti, ma spesso, per trovare ciò che più si desidera, non basta un'eternità. Noi Dannati l'abbiamo a nostra disposizione, ma siamo così ciechi di fronte all'evidenza, da tralasciare ciò che conta davvero. Sp...