9- Come una delle tue ragazze francesi

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È stato bello.

Sì, è stato bello.

Bello.

Bello.

Viaggio sopra una nuvola e sento il desiderio di non scendere mai. Un sorriso patetico mi increspa le labbra mentre percorro, volando leggero, i corridoi della mia sede con Jeremy accanto.
Dal nostro chiarimento si può dire che io e lui abbiamo fatto pace, tramite un ermetico e criptico messaggio che ho aperto tornato a casa, al seguito delle parole di lei. Quelle tre uniche parole che mi hanno permesso di fare conoscenza con gli dei dell'Olimpo.
Ormai sono dalla loro parte, niente più contatto con il mondo terreno, e chi lo vuole? Si vive distesi, notte giorno, su una nuvola, senza responsabilità o abitudini, patetiche azioni.

È stato bello. Questo mi ha detto Cat, una volta usciti dal locale. Non "è stato divertente" come fuori dal cinema. Bello significava altro, conteneva in sé quel nostro bacio, e come altro definirlo? Ne sento ancora il sapore in bocca ed è una tentazione che mi spinge, più volte, a portare in dentro le labbra, nel ricordo della morbidezza con la quale le aveva torturate lei.

In un infinito loop mentale, ritrovo i ricordi di ieri, e mi soffermo all'incontro tra Katrina e Isaac, niente di più atteso.

Sto assaporando la prelibatezza della sua cucina, ricordando il sapore dei suoi piatti come l'unico pasto disponibile, al termine di un pesante turno. L'unica differenza, tra la realtà e i miei ricordi, credo che risieda nelle spezie.
Anche Katrina sembra gradire, mostrando le similitudini che ci uniscono persino in termini culinari, e spingendomi a sorridere alla vista del passato che si fonde al presente.

«Va tutto bene, signori? Desiderate altro?»

No. Non sollevo la testa. Non subito. Lascio che la voce del mio salvatore ritorni alla mente, e vi si disperda, ad effetto eco. Poi consento anche ai miei occhi di tornare sui tratti distintivi del suo viso, dopo un anno di totale assenza.

Lancio uno sguardo a Cat che sembra intuire la situazione, astuta come sempre e dolce nel rivelare, lei stessa, un bellissimo sorriso.
Quando mi alzo da tavola, torno ad essere faccia a faccia con Isaac, nella sua veste di capo chef, cosa che, tra l'altro, attira molti sguardi della sala.
Cerco la massima serietà possibile, per poi pronunciare, lentamente, la risposta alla sua presa in giro.

«La pasta è poco cotta.»

Freddato da un'osservazione simile, per alcuni istanti non mi risponde, dimostrandomi quanto, ancora oggi, non sappia accettare le critiche. Poi la sua mano si contrae in un pugno che batte contro il mio petto, in un piacevole scambio di rispetto che non dimentico.

«A quanto pare non impari mai, piccolo principe.»

Stanco dei convenevoli lo abbraccio, sentendo nella mia stretta la stessa muscolatura dell'uomo forte di sempre. La medesima grinta e spirito di battaglia.

«Katrina questo è Isaac, il proprietario del locale. Lo gestisce insieme a suo fratello, Tobias.»

Con rispetto, chiamata in causa, Katrina si alza dalla sua postazione, offrendo la mano in modo da fare la sua conoscenza. Mi chiedo se abbia intuito il mio bisogno di presentarla secondo il fittizio nome che porta. In passato, mi aveva rivelato che erano in pochi a chiamarla Caitlin, e io voglio essere uno di loro, senza includere nessun altro.

In risposta alla sua mano tesa, e con un mezzo sorriso, Isaac la afferra nel completo silenzio, arrivando però a baciarne il dorso, e facendomi ridere mentalmente. Anche Cat se ne sorprende, saettando gli occhi da lui a me, finché il capo chef non solleva la testa.

Esiliato dal tuo cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora