23- Ferite aperte

175 12 44
                                    

Esiste qualcosa di più bello dell'odore della salsedine, del calore del sole e del camminare a fianco in una spiaggia bellissima e deserta?

Se così fosse, credo di averlo dimenticato. Sto sprofondando nella sabbia, imprimendo l'ombra dei miei piedi nudi così da evidenziare il mio cammino, come da lei suggerito. Stupito, rimango piacevolmente divertito nel vederla tanto in tinta con l'ambiente. Le spiagge di Recanati sembrano essere il solo posto al mondo in grado di riflettere la bellezza che veste, quasi l'avessero forgiata queste stesse onde di mare, ed è comico quanto le nostre anime si nascondano in mondi opposti ma godano di carezze segrete, quando uno di noi due si distrae.

«Michael, è bellissimo... non trovi?»

Allegra e sorridente, si preoccupa che possa stare bene almeno quanto lei e mentirei, se ce ne fosse bisogno, solo per non far sfuggire il suo sorriso. Il problema principale, però, è il mio costante desiderio di infastidirla.

«Sì, per cinque ore di treno ne è valsa la pena, ma ricorda, Cat... più ci allontaniamo da Los Angeles, più ore dovremmo passare nella "scatola di latta".»

Sbuffa di questo mio patetico, e finto, tentativo di scacciare parte del suo buon umore e riesce a controbattere. Non mi aspettavo niente di meno.

«Puoi, per favore, dimenticartene per un istante? Siamo qui, stiamo bene. Il posto è magnifico e siamo capitati in una giornata particolarmente soleggiata!»

«E troppo calda, fortuna che te ne sei accorta.»

Ci siamo spostati secondo il suo volere, e siamo giunti fin qui dopo aver trovato un libro trascritto in inglese della poetica di Leopardi. La rivisitazione, lontana dalla lingua originale, sembrava difficile da comprendere ma in un attimo Cat era rimasta affascinata dalle illustrazioni di Recanati, che affiancavano le poesie.

A suo dire, le scogliere del fianco destro della penisola italiana assomigliavano in un modo drastico alle discese rocciose del suo Donegal, l'Irlanda. In un attimo si era sentita a casa ed io, proprio in quel frangente, avevo compreso quale sarebbe stata la nostra successiva meta.
Adoro solo prenderla in giro un po' e drammatizzare gli eventi.

Adesso, per esempio, non mi aspetto che segua il mio esempio.
Privo di forze, decido di cadere a peso morto sulla sabbia, optando per una posizione in grado di mostrarmi il mare quanto la sua rabbia. Sì, in questa magnifica giornata di luce mi giunge la conferma della loro parentela. La schiuma del mare si paragona alle rughe nate non appena si vede costretta ad aggrottare la fronte, per chiedermi spiegazioni mentre la trasparenza dell'acqua... potrebbe essere una similitudine che pone a confronto l'estrema necessità, di Cat, di essere diretta, a quello specchio di limpida sorgente, se solo non prevalesse l'abnorme cimitero di segreti, relitto di un irraggiungibile fondale.

«Si può sapere che stai facendo?»

«Mi siedo... non è ovvio?»

Alla mia risposta, divertita, decide di porre due pugni sui fianchi e squadrarmi con diffidenza. Mi lascio osservare, affinché quantifichi il mio bisogno di una sosta mentre continua a farmi ombra. Per la verità non sono stanco ma mi piacerebbe averla più vicino, adesso. Passeggiare è gradevole, cattura molto gli occhi ma le nostre migliori conversazioni le abbiamo sempre fatte su un divano, oppure su di un letto, in una sincera nudità costantemente mentale, alle volte fisica, che ci permetteva di aprirci l'un con l'altro.

«Perché non ti siedi anche tu?» Interrogo il suo scetticismo, e lo sbuffo del suo malcontento, antica locomotiva a vapore che si fa beffe di me e mi conduce verso la sua ironia.

«Dovrei obbligarti adesso, sai? Mi hai trascinato per non so quanti chilometri per raggiungere la casetta delle fiabe della bionda platinata e del suo patetico principe, pieno di rabbia. Per cosa poi? Lasciare le valige e trascinarmi nuovamente in un bosco, solo per vedere delle cascate.»

Esiliato dal tuo cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora