12. "Sophie"

2.8K 168 110
                                    

Arya sotterrami viva. Questo è uno dei momenti più imbarazzanti della mia vita, penso mentre fingo un sorriso a Greyson.

Siamo al Koala's dinner, ovvero l'unico posto in tutta Kangaroo Island aperto la mattina per la colazione. Ci hanno fatto sedere in un tavolo a due, vicino la finestra, ed il mio ginocchio tocca quello del nuovo dipendente, talmente siamo stretti. Mi schiarisco la voce e solo in quel momento arriva la cameriera con i nostri ordini. «Il caffè e la ciambella per te.» Dice a Greyson, poi arriva un'altra cameriera con cinque piatti in mano. «E l'omelette, la doppia porzione di pancake, la macedonia, il bacon con le uova strapazzate e l'aranciata per la bella ragazza.»

Sorrido e passo la lingua sul labbro inferiore. Il mio stomaco brontola e non vedo l'ora di affogare il mio imbarazzo nel cibo. Posano tutto davanti a me e poi le cameriere se ne vanno. «Ma quante cose hai ordinato?»

Inarco un sopracciglio e fisso Greyson, che ha la bocca semi-aperta. «La colazione è il pasto più importante della giornata ed ho intenzione di rispettare questa cosa.»

Ha lo sguardo di chi sta per dire qualcosa, ma viene interrotta da una voce che grida: «Delilah!»
Mi giro verso di lei con un sorriso da un'orecchio all'altro. Era da tanto che non venivo qui e che lei non mi accoglieva in questo modo.

Sally, la proprietaria di Koala's dinner, si precipita al nostro tavolo e mi stringe tra le sue braccia. Ridendo, ricambio. «Tu e Ethan non venite qui da fin troppo tempo, signorinella.» È vero: io ed il mio gemello venivamo sempre qui, soprattutto da adolescenti, ma immagino che da quando lavoriamo insieme ci siamo allontanati un po'. «Ma vedo il perché della tua assenza.» Lancia un'occhiata a Greyson.

Quasi mi affogo con la mia stessa saliva quando Sally posa una mano sulla spalla di Greyson e lo guarda negli occhi. «Ascoltami bene, ragazzo. Delilah è come una figlia per me, quindi trattala bene, altrimenti avvelenerò tutti i tuoi piatti. Ci siamo intensi?»

Lo sguardo del nuovo dipendente é simile al mio di ieri, quando Haley mi ha chiamato e ho capito che avevo perso la mia serata di pace. Spalanco gli occhi. Sally ha frainteso tutto. «Sally, noi non stiamo ins-» Sto per dire, ma lei mi ferma con un'alzata di mano.

«Tranquilla, cara, non lo dirò ai tuoi genitori o tantomeno ad Ethan. So quanto può essere protettivo quel ragazzo, quando vuole.» Fa un occhiolino, dà una pacca sulla spalla a Greyson e se ne va via prima che uno di noi possa anche solo aprir bocca.

La guardo allontanarsi e prende gli ordini ad altri clienti, sempre con il sorriso sulle labbra e il grembiule che ha da quando sono piccola. Mio padre portava me e Ethan qui a colazione ogni volta che venivamo a Kangaroo Island, per il weekend. «Mi dispiace.» Riesco a dire a Greyson, sono sicura che le mie guance siano rosse. «Sally fa sempre conclusioni affrettate.»

Lui annuisce. Non sembra neanche tanto imbarazzato, o nervoso. Sembra una persona completamente nuova da quella degli ultimi giorni. Ma non posso dirgli niente, perché a stento sappiamo il nome l'un dell'altra. «La conosci da tanto?»

Questa volta sono io ad annuire. Almeno la comparsa di Sally ha fatto si che io e Greyson iniziassimo a parlare. «Mio padre portava me e mio fratello qui quando eravamo bambini. Sono cresciuta in questo posto, in un certo senso. Poi mio padre ha smesso di portarci, ma io e Ethan venivamo lo stesso. Sally mi conosce da quando ho sei anni.»

«È bello avere i propri posti.» Prende un sorso del suo caffè che deve ancora scottare, dal momento che esce il fumo.

«Tu non li hai? Neanche uno?» Non credo di avere posti segreti o rifugi dove andare quando sono triste o voglio pensare, ma ho dei posti -tipo questo- dove vengo abitualmente o dove ho ricordi precisi. Ogni volta che vengo qui mi torna in mente quanto io e Ethan eravamo dei combina guai da piccoli.
Non che le cose siano cambiate tanto, comunque.

Son of greyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora