23. "La casa delle disgrazie"

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«Ho sempre pensato che quando avremmo detto alla tua famiglia di noi avrei avuto paura di tuo padre e non di altri parenti.» Greyson rabbrividisce, mettendo le chiavi nella serratura. «Ma adesso avrò gli incubi su tuo nonno che mi minaccia con un bastone per il resto della mia vita.»

Mi viene da ridere al solo pensiero. In realtà continuiamo a nascondere alle nostre famiglie che stiamo insieme, ma nonno ha passato tutto Natale a mandare frecciatine a Greyson. Credo che Haley alla fine abbia capito qualcosa, perché mi ha sussurrato un "benvenuta nella famiglia Harris" prima di andarsene. «Adesso non esagerare. Quando gli ho presentato Jason, anni fa, non l'ha fatto entrare in casa le prime due volte perché non si fidava di lui e aveva paura che chissà cosa mi facesse. Con te si è comportato bene.»

Finalmente riesce ad aprire la porta di casa sua e mi fa cenno di entrare. Mi stringo le braccia al petto dal freddo, perché è sera e si sta alzando il vento, ma dato che è estate sono così stupida da aver messo una maglietta a maniche corte. «Benissimo.» Ironizza Greyson, ridendo quando ha finito di parlare. È già passato un giorno da Natale e il Figlio del grigio ha cacciato i suoi parenti da casa sua perché voleva passare la giornata con me. Tra l'altro dobbiamo ancora darci i regali e spero davvero che apprezzi il viaggio a New York. È ad aprile, quindi le cose tra noi hanno il tempo di farsi serie, e male che vada può portare Ethan oppure Haley. O chi vuole.

Oramai ho imparato la strada per arrivare al soggiorno, quindi ci vado senza che lui mi dica niente. Al polso ho la busta con il suo regalo. In realtà è una busta enorme, perché ho nascosto i biglietti aerei dentro una scatola con dei petali di rose dentro. Volevo fare qualcosa di carino, anche se Ethan mi ha preso in giro tutto il tempo mentre lo facevo. C'è mancato poco che non gli ho tirato la scatola in testa.
Greyson mi lascia un bacio tra i capelli, alle mie spalle. «Vuoi qualcosa da bere?»

Mi giro a guardarlo e sorrido. Ultimamente è sempre così sorridente e dolce nei miei confronti che quasi non ci credo. Il ragazzo che mi prendeva in giro e che mi faceva ammattire sembra solo un sogno quando guardo questa versione di Greyson. È facile innamorarsi di lui, quando mi rivolge questi sorrisi. «Un po' d'acqua, grazie.» Voglio rimanere lucida. Anche se non mi ubriaco di certo con un bicchiere di vino o una bottiglia di birra, voglio essere sicura di ricordarmi a pieno questa giornata. È il nostro primo Natale insieme, uno dei nostri primissimi momenti. Voglio portarli nel cuore sempre, in ogni loro dettaglio.

Greyson annuisce e sparisce alla mia vista. Intanto mi siedo sul divano e tamburello a terra con il piede per fare qualcosa. Ho chiesto a Ethan oggi di guardare lui il rifugio degli animali, e con lui c'è anche Garrett. Domani toccherà a me, Greyson e Nick. Ovviamente ci sono anche altri dipendenti, ma noi siamo quelli che ci capiscono di più. Stamattina, prima di venire qui, ho controllato Arya. Da domani pensiamo di farla ritornare nel recinto con gli altri canguri, e di rilasciare definitivamente lì anche Lucky, il cucciolo. Adesso è abbastanza grande per non stare più nel marsupio, anche se rimane comunque minuscolo rispetto agli altri, quindi li mettiamo insieme. È proprio al rifugio dove Greyson mi è venuto a prendere, per cui dopo mi dovrà accompagnare di nuovo lì. Non mi dispiace per niente, infondo, perché passare del tempo con lui mi fa sentire sempre euforica, soprattutto dal momento che ho scoperto che in macchina sentiamo la stessa musica.

«Eccomi.» Entra nella stanza con un pacchetto in una mano, due bicchieri impilati l'un sull'altro nell'altra e una bottiglia di acqua sottobraccio. Rido e mi alzo per aiutarlo, prendendo la bottiglia. Poi gli lascio un bacio sulla guancia. «Grazie.»

I dieci minuti successivi li passiamo a parlare normalmente, a bere acqua e io a farmi prendere dall'ansia. Ha detto che mi avrebbe seguito anche in Italia, per dirmi che avrebbe amato passare il Natale insieme, ma realizzare il suo sogno di andare a New York con me? Quella è tutta un'altra storia. Greyson si schiarisce la voce e, con un sorriso imbarazzato, mi porge il pacchetto che ha portato insieme all'acqua. «Spero ti piaccia, Deli.»

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