Dopo qualche minuto il preside Albus Silente era rientrato dall'infermeria di Madama Pomfrey al suo grande studio.
Appena varcata la soglia, l'uomo vide appunto la MgGonagall con Albus e Scorpius che appena videro la sua figura alta ed elegante gli si avvicinarono con estrema velocità ed un'aria preoccupata.
"Albus!"
La donna quindi lo abbracciò forte.
"Come ti senti, eh? Stai bene?"
A quel punto i due giovani studenti li osservarono con un sopracciglio alzato dallo stupore.
La reazione della donna ed infine il loro abbraccio poteva essere una situazione strana, ma nella realtà tutto quanto ruotava attorno al fatto che tra i due presidi celava una grande ed intensa amicizia ed infine un forte rispetto.
"Sì, Minerva. Sto molto meglio, davvero." Rispose per poi osservare la Scorbus che non si era mossa di un solo passo.
"Albus, Scorpius." Disse con un sorriso per poi avvicinarsi ai due giovani. "E James dov'è?" Domandò guardandosi intono con aria persa ed interrogativa.
A quella domanda il biondino si incupì.
"Oh, sì, beh, James non..."
"Sono qui!"
All'improvviso il primogenito di Harry e Ginny superò la grande porta facendo un piccolo sorrisino che voleva essere sincero, ma non lo era affatto.
"James!"
Scorpius non credeva ai suoi occhi e di conseguenza il suo corpo si mosse verso l'amico che però lo fermò immediatamente mettendo una mano avanti.
Albus osservò tutto quanto senza fiatare.
"Non muoverti!" Quasi ringhiò l'altro. "Non ti ho perdonato, Scorp e non penso che lo farò molto presto!" Finì per poi guardare i due adulti nel mentre gli occhi grigi del biondo si umidificarono maggiormente. "Come mai mi avete fatto venire qui?"
Quel che accadde più tardi, nessuno seppe spiegarlo, ma mezza realtà era venuta fuori.
Silente era stato raggirato inspiegabilmente da qualcuno che non aveva un volto, o forse sì?
La McGonagall sosteneva che tutto ciò fosse opera di Lord Voldemort, ma se invece non fosse stato vero?
Chissà.
Nel frattempo, al Quartier Generale, Blaise e Theodore con l'aiuto di Ron ed Harry, continuavano quelle difficili indagini sulla morte della giovane donna, Isabellah Anderson.
Tutto ruotava attorno alla possibilità che Isabellah fosse una parente prossima di Nadyn Heys: quindi che fosse una cugina, o chissà una sorella. Harry però diceva di no e in questa convinzione mostrava tanta, troppa sicurezza: perché?
Come sosteneva Weasley, Nadyn era sì una stronza, una poco di buono, che novantanove su cento si era approfittata di Draco accalappiandolo con la storia di un loro bambino, ma poteva benissimo essere una conoscente: perché no?
"Spiegami Harry. Quali sono le tue sensazioni?"
Ron si era seduto difronte a lui scrutandolo con grande attenzione.
"È un'idea assurda, ma Blaise poco fa mi ha mandato una scheda dettagliata con scritto tutto sulla sua famiglia e..."
Ron trattenne il respiro.
"E?"
"E non c'è nessun collegamento tra di loro: lo sapevo già da qualche ora, ma ho aspettato a dirlo volevo che tu fossi il primo: non sono parenti Ron."
A quel punto il battito cardiaco del rosso si fermò.
Oddio adesso quale altra super bomba stava per uscire?
"Quindi?" Domandò in un sussurro.
"Ron ho il brutto, terribile presentimento che se non prendiamo in tempo il nostro uomo, o donna che sia, ci scappa sicuramente un altro morto perché penso fortemente che quella o quello, uccida tutte le persone che assomigliano al suo bersaglio. Una sorta quindi di odio che scarica su altri perché evidentemente non può far fuori il suo nemico, o nemica."
"Miseriaccia Harry, ma perché pensi questo? Come sei arrivato ad una conclusione del genere?!"
Weasley sembrava totalmente imbambolato e l'ipotesi del suo migliore amico, nonché Capo Auror, era possibile, certo, ma alquanto paradossale.
"Intuito Ron, sensazioni."
"Dobbiamo metterci al lavoro: subito! È un'idea paradossale la tua, devo dire... ma non ci vedo niente di impossibile." Disse, per poi fare un lungo sospiro ed infine massaggiarsi lentamente le tempie.
Erano già diversi giorni che il rosso non dormiva in un letto comodo assieme alla moglie Hermione per andare avanti con le indagini e non lasciare niente indietro.
Adesso però Harry ce lo avrebbe spedito a suon di calci nel sedere. Ron doveva essere riposato e soprattutto lucido: ne aveva davvero bisogno!
Nel mentre al Quartier Generale il lavoro degli Auror continuava e certamente andava per le lunghe, Draco era arrivato all'Ospedale Magico San Mungo.
L'uomo dai capelli biondo platino, quasi bianchi e gli occhi azzurri/grigi sempre in tempesta, in quel momento più che mai, era davvero determinato nello scoprire tutta la verità. Nadyn infatti secondo lui non gliela raccontava giusta e Malfoy doveva sapere tutto quanto: al più presto!
Una volta che l'uomo varcò la soglia del suo ufficio per appoggiare il proprio soprabito e la ventiquattrore nera da lavoro piena di tutto l'occorrente adatto per il suo bellissimo lavoro, ossia il Medimago, si avviò verso la stanza della donna trovando la porta chiusa a chiave; cosicché l'uomo si mise a bussare diverse volte senza ricevere nessuna risposta.
A quel punto il biondo si spazientì.
"Nadyn! Aprimi questa porta, dobbiamo parlare!"
Dopo vari secondi, la stessa situazione si stava manifestando e quindi di conseguenza l'uomo afferrò con fretta dalla tasca la propria bacchetta e con un Alohomora aprì la porta entrando dentro senza nemmeno chiedere il permesso.
All'improvviso però si fermò di colpo.
Nadyn Heys infatti, era riversa per terra in mezzo ad un enorme lago di sangue.
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Drarry/Scorbus ~ Intrecci del destino
FanfictionMalfoy..." "Che vuoi Potter?!" Urlò con aria acida ed uno sguardo di puro fuoco. Draco disprezzava quell'uomo. "Senti Malfoy, credo proprio che sia arrivata l'ora di mettere fine al nostro perenne rancore. Infondo Albus e Scorpius stanno..." "Scord...