Capitolo 9

983 24 1
                                    

Oh no, did I get too close?
Oh, did I almost see what's really on the inside?

Cantava Katy Perry alla radio, mentre io distesa sul mio letto intenta a fissare il soffitto.
Avevo passato una notte alquanto strana, tormentata dallo sguardo di Brady, dal suo bacio e da quella maledetta ruota. Tormentata da qualcosa che volevo evadesse dal mio inconscio.
Avevo ricevuto messaggi continui da Kris e continuavo imperterrita ad evitarli, tutti.
Avevo paura che avesse potuto scoprirlo e mi vergognavo. Mi vergognavo perché non volevo e non avrei dovuto. Poi, però, quando mi fermavo a riflettere, immaginavo il tutto e mi soffermavo sul fatto che in realtà era stato solo un bacio insignificante.

Sarei dovuta andare a scuola, probabilmente era tardissimo, ma non riuscivo ad alzarmi dal letto ed affrontare tutto. Non volevo scontrare lo sguardo di Brady e non volevo balbettare come un'ebete senza saper spiegare che in realtà per me non era significato nulla. A parte l'attrazione cosa potevo aspettarmi?

«Emily!» Mia madre dalle scale mi richiamò più e più volte, fin quando Nate non piombò in camera in cagnesco. Probabilmente era stato svegliato.
«O ti alzi o la butto giù dalle scale. Fa la tua scelta.» Schiacciò un occhio e si dileguò.
Così mi alzai dal letto e mi vestii.
Non feci colazione e mi feci accompagnare da mio padre.
Quando fui davanti a scuola li scontrai proprio tutti. Erano raggruppati accanto alla Porsche di Brady. Parlottavano tranquilli e sembrava come se si conoscessero da tempo.
Beh, probabilmente era così, solo che non avevano mai dialogato così apertamente.
Persino Hanna, con i suoi continui sbuffi, era lì.
Non le parlavo da quando avevo scoperto di lei e mio fratello. Non sembrava preoccuparsene chi sa quanto, ma sapevo che chiedeva a mio fratello ogni giorno di me.
Probabilmente aveva paura di affrontarmi seriamente dopo quello che le avevo detto.

Cercai di evitarli, ma quando mi sentii chiamare da Kris a squarcia gola il cuore mi balzò dal petto. Mi impietrii e non fiatai. Mi limitai ad un cenno ed un sorriso forzato. Avanzai, così, lenta e sotto gli occhi degli altri.
«Guarda chi si vede...» commentò Brady giocherellando con le chiavi dell'auto.
«Buongiorno anche a te.» dissi ponendo il mio sguardo su Sam e Marcus. Si stavano abbracciando, ma quando lei mi notò mi saltò addosso con le braccia al collo.
«Ti ho lasciato cinquanta mila messaggi in segreteria.» Kris parve irrequieta.
«Sì, scusa. Avevo il silenzioso, dovevi dirmi qualcosa?»
Lei si avvicinò tranquilla e mi trascinò più in là lontano dal gruppo, «Ieri sei scappata poi... che è successo su quella benedetta ruota?»
«C-cosa? Nul-la...che può esser successo?» Balbettai arrotolando una ciocca di capelli attorno all'indice nervosamente.
Portò entrambe le mani sui fianchi, assottigliò lo sguardo e accennò una smorfia con le labbra, «Non mi convinci...»
«Beh, qualunque cosa credi è completamente... anormale.» sorrisi beffarda.
«Giusto per la cronaca, è stato Marcus a far bloccare la ruota.» commentò divertita.
Cosa? Perché l'avrebbe fatto? «Potrei sapere perché?»
«Evidentemente non sono l'unica ad aver notato il feeling che c'è tra te e mio fratello!»
Divenni paonazza e sospirai, «Guarda vi state sbagliando tutti, completamente.» distolsi un attimo lo sguardo e notai Brady appiccicato al corpo di una ragazza, entravano dentro velocemente e lei baciava il suo collo in maniera disgustosa.
«Sarà, ma non me la contate giusta...»

Finalmente venni mollata ed entrai in classe sana e salva.
Il banco di Brady era vuoto e si sentiva la sua mancanza. Tutti erano  attenti alla lezione o almeno nessuno parlottava e rideva.
Quando suonò la campana uscì dall'aula con le ragazze..
«Abbiamo lezione di chimica, che palle.» Sospirò Kris.
«Emily, voglio parlare con te, se è possibile.» disse Hanna.
Le annuii tranquillamente, «Devo andare al bagno aspettatemi in aula.»
Attraversai il corridoio lentamente, sorpassando ogni gruppetto e quando arrivai di fronte spalancai la porta ed entrai.
«Ooh! Oh mio dio...Ah..
Dei lamenti interruppero la mia quiete e quando capii che provenivano dal bagno accanto scoppiai a ridere.
Sciacquai le mani e le asciugai. Avanzai verso l'uscita ancora con il sorrisetto stampato in viso e tornai il corridoio.
Quando mi trovai un paio di metri lontana sentii nuovamente la porta aprirsi e curiosamente mi voltai.
Brandon. Brandon era lì.
Uscì con quell'aria scazzata e poco ordinata. Sistemò la cintura dei jeans e la maglia, ma quando mi vide s'immobilizzò.
«Stewart...» fece accennando un ghigno.
Lo fissai disgustata e aumentando il passo me ne andai con il ticchettio degli stivali che indossavo.

Ostacoli del cuore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora