Capitolo 10

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Kris mi aveva supplicata. Voleva che l'accompagnassi all'allenamento di basket.
Aveva adocchiato un nuovo ragazzo e non la smetteva più di parlarne.
Si chiamava Riccardo, era italiano e tutto ciò la incuriosiva a tal punto da fingere una caduta per farsi aiutare. Aveva trovato questa scusa per allacciare discorso e a me faceva venire solo da ridere. Il tipo aveva preso a parlare anche con Brady e la compagnia.
Felton sembrava non accorgersi neanche della sorella che flirtava con il nuovo ragazzo.
Era così preso dal basket e dalle cheerleader che non si accorgeva proprio di nulla.

«Che fate qui?» Brady salì le scalinate con il fiatone. Era tutto sudato e non era per niente un bello spettacolo, ma poi mi focalizzai sui suoi bicipiti e il mondo intorno scomparve. Quando però Lucas piombò al mio fianco tornai a pensare in maniera sana.
«Non posso vedere i miei fratelli fare allenamento?»
Brady bevve un sorso d'acqua e guardò accigliato la sorella, «Non ti è mai interessato e adesso sì?»
«Emily, ti va un gelato?» Lucas chiese senza indugi.
«Veramente sono con Kris.»
Guardai Brady sogghignare e m'infuriai.
«Va be', allora ci vediamo domani o ti chiamo stasera?» Avvicinò il suo volto al mio.
«Beh, chiamami.» mi limitai a dire. Sorrise e mi stampò un bacio sulle labbra.
Non avevo capito cos'eravamo, ma i suoi modi di fare lo facevano sembrare il mio ragazzo.
Era strano.
Si voltò, scese le scale e scomparve con il borsone tra le spalle.
«Che schifo...» sussurrò a denti stretti Brady.
«Scusa?» Mi alzai in piedi incrociando le braccia al petto. Lui mi fissò con fare curioso e scosse il capo.
«Patetici.»
«L'unico patetico qui sei tu, okay?» M'infuriai. Si comportava come se fosse invidioso. Mi dava fastidio. Lui aveva le sue puttanelle di turno. Che problemi aveva?
«Fratello che problemi hai?» Kris intervenne in mia difesa ed io apprezzai il gesto.
«Ricordati l'appuntamento, a più tardi.» indietreggiò, scese le scale e scomparve anche lui negli spogliatoi.
«Ho quella voglia matta di entrare lì dentro e guardare quanto ce l'abbiano lungo.» sussurrò maliziosa, mi voltai a fissarla basita, «Non i miei fratelli ovviamente. Non ci penso neanche.» Alzò il tono di voce ridendo.
«Io non ci tengo neanche un po'.» mugugnai, «Devo tornare a casa, ci vediamo dopo cena. Ti prego aprimi tu, non voglio vedere qualche strano spettacolo.»
«Brady cammina sempre per casa nudo, però quando c'è mio padre cerca di non farlo. A proposito c'è mio padre a casa.» Sorrise salutandomi con un cenno di mano.
Anche lei se ne andò ed io m'incamminai in solitudine verso le strade di New York.
Era scesa la notte in città e l'aria natalizia già si faceva sentire.
Era solo novembre, ma già era tutto addobbato. Era una meraviglia.

Quando arrivai a casa i miei già stavano cenando e in cagnesco mi fissarono.
Mi giustificai dicendo che avevo avuto un contrattempo, ma loro non ne vollero sapere.
Salii in camera ed indossai un pullover bianco, un paio di jeans comodi e scesi di fretta.
«Mamma, non torno per cena.» indossai un basco bianco ed il giubbotto.
«Dove stai andando?» Chiese mia madre.
«A studiare da Kris.» risposi tranquilla. Detto ciò uscii e m'incamminai per il vialetto.
Quando fui arrivata davanti casa suonai il campanello e attesi, fin quando un uomo, non molto giovane aprì la porta. Aveva della barbetta, occhi azzurrissimi e capelli brizzolati.
Mi squadrò dalla testa ai piedi e poi mi fece spazio per entrare.
«Salve, sono un'amica di Kris.»
Lui annuì, «Buonasera.» fece cordiale.
«Ehi Emi.» Kris spuntò dalle scale in tuta e mi sorrise. «Brady è di sopra...»
Il padre si voltò accigliato, «Non sarai mica una delle ragazze di mio figlio?»
Sgranai gli occhi, deglutii rumorosamente e trattenni il fiato, «No.»
Fece un sospiro di sollievo e socchiuse le palpebre.
«Sono tutte mie, papà. Tutte.» Brady scese le scale lentamente, stavolta vestito. Mi diede una breve occhiata ed io distolsi subito lo sguardo.
«Pensa a studiare piuttosto, prima che ci ripensi e riporti quell'auto da dove è arrivata!» Sentenziò il padre con severità.
Lui lo evitò e senza rispondere mi fece cenno di salire. Sarei voluta rimanere tutta la sera con Kris, non avevo proprio voglia di impartire lezioni ad un imbecille.
La camera di Brady sembrò comunque più ordinata. Non c'erano calzini per terra e il letto era sistemato.
Mi sedetti sulla poltroncina mentre lui si sdraiò comodo sul materasso.
«Senti, prima di cominciare... »
«Lo so che ti stai frequentando con Brown e non m'importa.» Non mi guardò.
«Perfetto.» Sospirai.
«Qual è l'argomento di oggi?»
«Perché mi hai scaraventata contro un lavandino e mi hai baciata?» Sbottai. Volevo saperlo, sinceramente.
Alzò lo sguardo e respirò profondamente. «Devi imparare che quando mi va di fare qualcosa, la faccio. Mi andava.»
«Beh, non puoi fare queste cose quando ti va okay? »
«Non ti scaldare, non mi sembra ti sia dispiaciuto...» borbottò.

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