Le settimane volavano a New York, i mesi si accorciavano e tutto sembrava mi scivolasse fra le mani come sapone. Non mi era mai successo di sentirmi talmente insoddisfatta.
Mi sentivo strana, anche se avevo tutto: una bella famiglia, degli amici, voti esemplari a scuola.
Non potevo lamentarmi proprio di nulla, ma mi sentivo incompleta.Da quando in città aveva messo piede un certo Jake Felton, le cose si complicarono sempre più e le visite in quella casa diminuivano sempre più. Vedevo Kris a stento e notato la continua espressione di Brady nei confronti del cugino che lasciava a desiderare.
Non sembrava molto felice di averlo al suo fianco, ma non poteva opporsi visti i caratteri d'entrambi.
Camminavano sempre divisi e Tom cercava sempre un modo per non farli incontrare.
Kris, invece, sembrava indifferente alla situazione e tutto ciò mi rendeva curiosa, ma soprattutto infastidita, poiché anche Jake non perdeva l'occasione di "insultarmi" irritantemente.«Per il ballo di Natale, Marcus non mi ha ancora chiesto di andarci.» si lamentò Sam a voce bassa, mentre Kris usciva i libri dal suo armadietto.
Hanna, intanto, si limava le unghie con fare vanitoso, «Beh, magari lo da per scontato... a me Nate non l'ha chiesto neanche.»
«Mi pare ovvio...» sussurrò a denti stretti Kris che si beccò di rimando una mia occhiataccia. Non capivo perché dovevano continuare a rimanere in guerra.
«Sono convinta che neanche ci avrà pensato.» Risi io ripensando ad un Marcus sbadato.
«Ancora non ci parliamo... ha sbagliato a non dirmi che sarebbe uscito con gli altri e in più si è ubriacato per opera di quello stronzo di tuo fratello mentre io non ne sapevo nulla!» Aumentò gradualmente il tono di voce mentre il gruppetto in questione attraversava il corridoio esattamente al nostro fianco. Marcus s'accorse di noi e ci salutò, evitando la fidanzata che puntualmente lo maledisse fino allo svenimento.
Quei due l'amore li aveva proprio rincoglioniti. Quand'erano felici insieme sembravano due koala legati dalla nascita, separati e litigati sembravano due iene assatanate.
Insomma, non erano poi così tranquilli in fondo.
«Vedete? È uno stronzo.» Bofonchiò.
Trattenni una risata e rimasi in silenzio, mentre seguivo Jenny in aula.
«Comunque andrò sola al ballo...credo.» Kris scrollò le spalle al mio fianco e tutte la fissammo. Per lei era una cosa strana, era da sempre abituata ad esser accompagnata da un ragazzo e in quel caso si ritrovava da sola, con la fissazione di portare Riccardo, ma con il coraggio nascosto dietro la trasparente corazza che portava.
«Tom mi ha invitata invece...» Jenny si voltò timidamente svolazzando la sua chioma biondo cenere, per poi abbassare lo sguardo ed accennare un sorriso semplice.
«Che c'è da dire? Tom sarà pure il gemello di Brady, ma è il ragazzo che tutti vorrebbero avere.» Commentò Sam.
«Preferisco Brady, anche a letto... il passionale è sempre meglio.» accennò un sorriso sghembo Hanna che mi fece totalmente imbestialire.
Trovava sempre l'occasione per ricordarmi che anche lei era riuscita a farsi portare a letto da Felton ed ogni volta sembrava come una sfida.
«Ma chi ti dice che mio fratello non lo sia? Ma che vuoi?» Kris, però, partì subito nelle difensive imbattendosi in un battibecco, che, ne ero certa, non avrebbe più avuto una conclusione.
Gli occhi di Kris scrutavano e combattevano violentemente contro quelli di Hanna, mentre quest'ultima cercava un modo per colpirla sempre più a fondo.
Era una sfida, la loro, che non si sarebbe mai placata. Esattamente come me e Felton.La lezione volò in fretta ed educazione fisica non si fece attendere.
In pantaloncini e canottierina poco elegante e raffinata lanciavo una palla da una parte all'altra, beccandomi le continue lamentele del coach.
«Stewart, riuscirai mai a fare un bagher?»
«Ci riuscirai mai, cara Emily?» Con muscoli ben scolpiti e sudore che colava da una parte all'altra mi si posò accanto Jake, che cercai inevitabilmente di evitare.
«Ti becchi le occhiate anche di mio cugino?» Kris con il fiatone mi si avvicinò e mi trascinò verso le scalinate per sorseggiare dell'acqua.
«Ma che dici? Lo fa apposta.» Bofonchiai nervosa.
Inarcò un sopracciglio, sospirò e rifece la coda ai capelli, «Jake non fa mai qualcosa per una ragione ben precisa, quindi se credi che lo faccia per Brady io non ne sarei tanto certa. Lo fa solo perché ti ha vista ingenua all'apparenza.» Spiegò sedendosi.
«Andiamo, alzati... già quello non può vedermi!» Esclamai riferendomi al coach che scherzava con un Brady montato e pieno di sé.
«Figurati, quel rincoglionito quando si tratta di basket neanche ci vede!» Commentai notando gli occhi di Brady che si spostavano puntualmente da una ragazza all'altra ed infine, per un millesimo di secondo, anche su di me.
«Stewart, Felton! In piedi! Venti giri di campo, sù.» Sbraitò, poi, il coach dal centro campo beccandosi un mio sbuffo ed una Kris isterica.
Obbedimmo, ma quando Riccardo si parò di fronte alla Felton senza fiato, quest'ultima rimase basita a tal punto da trattenere il fiato per qualche secondo.
«Tuo fratello mi ha detto che volevi venire al ballo con me, beh... andiamo?» Fece molto disinvolto mentre la mia espressione si tramutò in una risata isterica ed anche spaventata. Sarebbe accaduta la terza guerra mondiale, proprio in quell'istante, facendosi riconoscere per la nevrotica che fosse.
«Q-quale... fr-atello?» Balbettò nervosa guardandolo di sbieco.
«Brandon.» rispose lui scansandosi.
«BRANDON FELTON!» Urlò. Poi la vidi rincorrere il fratello, prenderlo a ceffoni da per tutto, mentre lui se la rideva molto tranquillo.
Tutto ciò, però, sfociò in una visita in presidenza che costrinse entrambi a rimanere in silenzio davanti ad una preside che non ne poteva proprio più di vedere continuamente Brady di fronte a lei, su quella sedia che ormai profumava di One Million.
L'aspettai fuori da scuola per un'ora e mezza ed avvertii mia madre che sarei rimasta da Kris a pranzo per poi studiare, ma tutto ciò m'intimoriva un po'.
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Ostacoli del cuore
ChickLitCiao ragazzi, questa storia NON è mia. È la storia che una ragazza ha pubblicato su EFP e ho deciso, per motivi di comodità, di trascriverla qui. Ripeto: non è una storia mia. [Dal capitolo 11..] «Stai ammettendo che qualcosa ti spinge a non distan...