Capitolo 28

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31 Dicembre.
Un altro anno si stava concludendo. Mi sembrava di aver passato una vita a New York ed invece erano trascorsi solo pochi mesi. Le acque sembravano essersi calmate finalmente e tutto stava tornando al suo posto.
La storia con Brady proseguiva a gonfie vele, nonostante la sua folle ed instancabile gelosia, sia nei miei confronti, sia in quelli della sorella.
Eravamo tutti a cena a casa Felton. Mia madre aveva deciso di concedermi quella sera fuori casa. Anche se poi di fuori non aveva nulla. Erano esattamente quattro passi da casa mia.  Il padre di Brady aveva deciso di presentare ai figli la sua nuova compagna.
Nonostante la paura di Brady di conoscere una ragazza della sua stessa età, quella che si trovò di fronte fu una donna vera e propria. Capelli biondo cenere corti fino alle spalle, corpo sinuoso, occhi azzurri ed una parlantina infinita.
Quando aveva scoperto che ero la ragazza di uno dei figli mi aveva cominciato a fare così tante domande che mi ero sentita persino a disagio.
Tom era stato l'unico a non guardarla male tutto il tempo. Kris le rivolgeva occhiate omicide e quando le parlava sembrava rivolgersi a Satana. Brady tacque per tutto il tempo.
Mi teneva la mano sotto il tavolo, strusciava la sua gamba alla mia, tossiva, mi rivolgeva frecciatine maliziose... insomma faceva di tutto purché farsi conoscere dalla matrigna.
Tom avrebbe voluto al suo fianco Jenny, ma era tornata da poco dalla vacanza e la madre le avrebbe concesso soltanto la notte fuori.

«Sgattaioliamo via di qui?» Sussurrò Brady a denti stretti.
Gli pestai un piede volontariamente ed accennò un lamento.
«Non hai capito allora che con quella gonna il mio pene sta per scoppiare di gioia?» Avevo appena bevuto un sorso d'acqua e quando sentii pronunciare quella frase mi andò di traverso. Cominciai a tossire e tutti s'impaurirono a tal punto da sbattermi la schiena neanche fosse un tamburo.
«È tutto okay, sto bene.» mi schiarii la voce rivolgendo una breve occhiata a Brady che sornione se la rideva massaggiandosi il mento.
«Voglio sbatterti sul tavolo qui e ora te lo giuro.» continuò.
Cercai di evitarlo, ma il mio corpo fremeva al contatto con la sua pelle.
Quello che voleva lui lo volevo anche io, ma non era il momento, né il luogo adatto.
Avrei preso in considerazione il consiglio di non indossare più gonne talmente corte di fronte a molta gente. E lui con quel profumo, che tra l'altro gli avevo regalato io, mi stava facendo impazzire gli ormoni.
«Brady, figliolo, hai già deciso dove andrai all'università?»  Il padre addentò del pane e poggiò i gomiti sul tavolo.
Tom rise e Kris accennò una smorfia.
«Papà ti sembra il momento di parlare di questo?» Sbottò lui.
«Amore dovrai decidere prima o poi.» sorrisi maliziosa, mentre la mia mano scrutava curiosa il suo interno coscia. Sussultò e diede un calcio al fratello che stava di fronte a lui.
Tom aveva ben capito tutto e se la rideva sotto i baffi. Kris continuava a fissarci come se volesse sbatterci fuori di casa, ma era troppo eccitante osservare il mio fidanzato combattere contro il piacere più profondo.
«Sai già cosa vorresti diventare?» La giovane signora tamponò delicatamente con un tovagliolo le labbra ed osservò Brady curiosa.
«No.» Rispose secco. «Chiedete a Kris e Tom, loro sono più sicuri del loro futuro.» fece irritato attirando l'attenzione.
«Io vorrei diventare ginecologa.» all'affermazione di Kris scoppiai a ridere e Brady la scrutò confuso.
Tom le diede una spinta e lei fissò entrambi accigliata.
«Tesoro, che bello!» Esclamò il padre.
«Come se non bastasse, il lavoro dei tuoi sogni è scrutare le vagine e le palle degli altri, buon sangue non mente.» commentò divertito Brady.
Kris gli lanciò un'occhiataccia.
«Beh, io veramente vorrei diventare un dottore.» sospirò infine Tom.
Brady sgranò gli occhi e rise coprendosi la bocca.
«Ragazzi se riuscirete a raggiungere questi traguardi non potrei che essere felice.» sorrise il padre.
«Siamo tutti felici.» Mormorò Brady a denti stretti.
Gli acchiappai la mano stringendola. Doveva finirla. Stava solo mettendo più legna sulla brace. Odiavo quando doveva accendere un falò con quelle frecciatine del cavolo. Poteva benissimo evitarle invece di passare in cattiva luce pure con la nuova donna di suo padre.
Si faceva conoscere subito e ne era pure soddisfatto.
«Noi andiamo a sistemarci di sopra.» Brady scostò la sedia dietro di lui e tenendomi ancora per mano mi fece alzare.
Sorrisi alla famiglia e con un cenno di mano salutai, prima di esser trascinata di sopra con la forza.
«Sei veramente irritante.» sbottai a bassa voce.
Non parlò. Arrivati in camera chiuse la porta a chiave e mi spinse al muro delicatamente.
Mi guardò fisso negli occhi, infilò una mano fra i miei capelli, inclinò il capo lentamente e mi baciò  senza troppi perché o ma.
Le sue mani poi scesero lungo i fianchi, mi alzò la gonna e con una mano mi stuzzicò l'intimità coperta dagli slip.
«Brady...» sussurrai tra un bacio e l'altro, mordendogli le labbra, «...che ti prende?» Feci distanziandolo. Non volevo che intendesse male, ma sembrava come se volesse dimenticare qualcosa facendo l'amore con me. Io ero la sua ragazza non una delle sue amichette della notte. Ero la ragazza che avrebbe dovuto consolarlo, capirlo e ascoltarlo senza neanche chiederlo.
Mi guardò interrogativo e poi si sedette sul letto acchiappando con le mani il capo.
Sistemai la gonna e mi sedetti al suo fianco togliendo le scarpe col tacco.
Gli massaggiai il collo da dietro cercando di farlo rilassare e di capirne qualcosa.
«Loro hanno tante ambizioni, loro si fanno voler bene, loro faranno qualcosa della loro vita, io non farò un cazzo. E mio padre me lo fa sempre notare.»
Poggiai il mento sulla sua spalla e gli cinsi la vita con entrambe le braccia.
«Non è vero, lui vuole il meglio per tutti e tre.» dissi.
Scosse il capo, «No, lo sa che non riuscirò a rimanere a lungo in un'università e non perde mai un attimo per farmi la stessa domanda.» Sbottò nervoso. Cominciò a sfregarsi le mani e lo sentii sudare. «L'ha fatto apposta perché c'eri tu, perché sa che tu diventerai qualcuno ed io sarò quel cretino che al liceo ha fatto di tutto anziché studiare.» aggiunse.
Brady si stava aprendo con me e io lo sentivo più vulnerabile che mai.
Sapevo che non aveva mai avuto un bel rapporto col padre, ma pensavo che quest'ultimo volesse il meglio sia per lui che per Kris e Tom.
Avvertii dal tono di voce di Brady quel senso di sconforto che lo costringeva a rendersi vulnerabile ai miei occhi.
«Non pensarla così.» dissi alzandomi in piedi. Mi inginocchiai di fronte a lui e gli presi il volto con le mani stampandogli un bacio sul naso. «Sei già qualcuno, almeno per me lo sei.» lui sorrise e fui felice di vederlo nuovamente di buon'umore.
«Mi dispiace che ti abbia fatto credere che venire a letto con te mi avrebbe fatto passare la rabbia, lo sai che ti desidero incondizionatamente, solo che avevo bisogno di te.» sussurrò quasi mortificato.
Scossi il capo e sorrisi, «Non ti avrei potuto rendere contento, comunque.» mi scappò un risolino.
Lasciò cadere la testa all'indietro e scoppiò a ridere amareggiato, «Mi devo fare il conto di quante volte non devo provarci con te al mese, almeno non rischio di fare la figura del coglione.» commentò divertito.

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