Capitolo 20

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Fissai Brady. Era seduto comodo sulla sua moto, con il suo solito giubbotto di pelle nero e la sua aria scazzata.
Mi chiesi più volte cosa volesse e quando sussurrò quelle parole, assottigliai lo sguardo e cercai di comprendere.
Mi mancò il respiro per qualche secondo, ma poi mi ripresi.

«Anche io.» Non era vero. Non avevo preso nessuna decisione.
Lui mutò espressione. Corrugò la fronte, arricciò il naso e strisciò i palmi delle mani l'uno contro l'altro. «È meglio che ognuno faccia la propria strada, l'hai detto anche tu che siamo come il diavolo e l'acqua santa. L'acqua santa non serve al diavolo e lui la detesta.» Ebbi il tempo di comprendere la metafora quasi cattiva. «Non ti detesto, ma non starò tutta la vita a rimuginare su cose che riguardano periodi come questi... periodi che passano.» Non mi guardò. Osservava l'asfalto e muoveva le labbra continuamente. Era strano. «Insomma... facciamo finta di nulla. Ci riusciremo, proverò a frequentare altra gente.»
Finalmente alzò lo sguardo ed incrociò il mio. «Era esattamente quello che volevo dirti. Mi hai tolto le parole di bocca.» Bagnò le labbra con la lingua e sospirò.
«Su una cosa siamo d'accordo, almeno.» Sorrisi. «Non si potrebbe vivere così, andiamo. Ci facciamo solo del male.» Forse sbagliavo, forse mi sarei pentita, ma era la realtà.
«Ci si vede Emily.» Indossò il casco, mise in moto e senza degnarmi di uno sguardo partì.

Lo scrutai e rimasi su quel marciapiede immobile per una decina di minuti.
Brandon non era mai stato così distaccato nei miei confronti.
Trovava sempre la battuta che potesse calpestare un momento magico o anche semplicemente un'atmosfera delicata.
Non era il tipo che fuggiva. Ero rimasta con l'amaro in bocca.
Potevo mentire a me stessa, ma non al mio cuore.

Ritornai in casa e rimasi tutta la notte sveglia. I miei occhi imprecavano, pungevano e lacrimavano quasi. Per quanto sonno avessi, non riuscivo proprio a chiuderli.
Il pensiero del suo volto mi tormentò fino al mattino.

Quando mi trovai in aula con gli altri, non riuscii ad ascoltare la lezione.
Brady aveva deciso di cambiare posto. Era così distante da me, che mi si incupì persino il cuore. Non mi diede neanche mezza occhiata. Si era proposto di evitarmi e ci riusciva bene.

«Cos'è successo con Brady?» Sussurrò Kris a denti stretti durante la lezione.
Le diedi una breve occhiata e strappai dal quaderno degli appunti un pezzo di carta, scrivendoci sopra.

"Ieri sera è venuto da me e voleva dirmi qualcosa. Ho parlato prima io e gli ho detto che dovevamo smetterla, che era meglio così, ma c'è qualcosa che non mi quadra."

Lo lanciai dall'altro lato e lei lo acchiappò al volo leggendolo.
Subito dopo lei fece lo stesso.

"Stamattina è rientrato e aveva una faccia. Emily parlaci, io non sopporto di vederlo così... ha baciato cinquantamila ragazze in due ore."

Quando lo lessi corrugai la fronte e presi un respiro profondo. Si stava comportando in quella maniera solo per ripicca. Avevo detto qualcosa di sbagliato? Qual era il problema?
Mi sentivo in colpa. Perché dovevo sentirmi in colpa?
Avevo scelto di liberarmi di lui una volta per tutte, ma lui complicava le cose e mi costringeva ad evolvere nuovamente la situazione.

A fine lezione lo trascinai con la forza dietro un angolo.
Era arrabbiato, glielo leggevo negli occhi. Ce l'aveva con me e non riuscivo a capire perché.

«Che volevi dirmi ieri?» Presi con entrambe le mani il suo volto e lo costrinsi a fissarmi.
Si distanziò più volte e cercò di andarsene, ma nonostante tutto lo tenni dal polso senza lasciarlo andare. Il mio cuore sobbalzò dal petto per tutto il tempo e avrei voluto piangere, strillargli contro che l'unica cosa che realmente volevo era stare con lui, nonostante tutto. Nonostante tutto io volevo lui. Nonostante tutte le litigate, nonostante i suoi comportamenti, nonostante il suo menefreghismo, io volevo solo lui.
Il mio corpo poteva anche stargli lontano, ma la mia mente aveva un solo ed unico pensiero.
«Mi lasci in pace?» Sospirò senza degnarmi di uno sguardo.
«Brady perché ti comporti così?» Scoppiai a piangere. Non riuscii più a trattenermi .
A quel punto si accorse di me. Mi guardò come se avesse visto qualcosa di veramente doloroso.
«Era giusto come avevi detto tu, era esattamente la decisione più adeguata.» Ringhiò arricciando il naso. «Ma io non ce la faccio Emily. Io ci devo provare, ci devo sbattere la testa.» quando sentii quelle parole lo stomaco si rigirò dentro di me e non riuscii a capire cosa stesse succedendo.
Ero felice.
Gli gettai le braccia al collo e gli posai un bacio esattamente sotto il mento inebriata dal suo profumo.
Mi strinse e affondò la testa fra i miei capelli.
«So già che me ne pentirò.» sogghignò. Quando mi distanziai non fui in grado di resistergli e gli concessi quel bacio che avevamo interrotto il giorno prima.
Mi lasciai andare in un'emozione senza precedenti. Non avevo mai provato nulla di simile.
Tutto ciò che volevo, in quel momento, era Brandon Felton e lo stavo stringendo fra le mie braccia.
«Non dirlo alle altre, ancora... se puoi.» Lo guardai di sbieco e poi alzai le spalle annuendo.
Forse aveva fatto crollare tutte le mie aspettative in quell'istante, ma poi accantonai il pensiero e cercai di godermi un ultimo bacio, prima di tornare in classe.

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