Capitolo 17

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Le settimane passarono veloci ed anche il Natale bussò alle porte di ogni casa a New York. La mia aveva addobbato già una settimana prima del previsto e sembrava più di stare nella dimora di Santa Claus in persona.

Mia madre aveva ben pensato di spargere persino neve artificiale sui mobili e mio padre, pensando fosse polvere, aveva spolverato tutto. Per non parlare di Nate che, osservando il salone, rimase sbigottito alla vista di un albero alto fino soffitto e pieno di cianfrusaglie inutili.
Però, era bello. Era bello sentire quell'atmosfera. Era bello osservare la neve che cadeva giù e sfiorava i vetri della finestra. Era bello ascoltare Grace che canticchiava Jingle bells, jingle bells, Jingle all the way entusiasta.

Insomma, ero felice.

«Sto cercando di fare l'albero... m-a n-on riesco a pre-ndere... » Kris al telefono sembrò impacciata e in difficoltà. Scoppiai a ridere sentendola imprecare. «Quei cretini, dove hanno nascosto le palle?» Brontolò.
«Sono sicura che le troverai, dai, chi cerca trova.» ironizzai.
«Emily Stewart, non ti ci mettere anche tu!»
«Ti stavo incitando, sù. Non fare l'antipatica.» Risi.
Improvvisamente avvertii un rumore e sussultai, «Kris? È tutto okay?»
«Vaffanculo, appena li prendo li macino come la carne.» sussurrò lontana.

Rimasi per un po' silenziosa ascoltando tutto ciò che gentilmente attribuiva ai suoi fratelli.
Poi, quando la porta di casa si aprì prestai più attenzione.

«Tu e tu. Prendetemi immediatamente tutti gli addobbi o vi giuro, vi giuro che potete fare le valige.» Sembrò aggressiva e non riuscii a trattenere una risata.
«Rilassati. Qual è il problema?» Riconobbi la voce di Brady.
«Qual... qual è il problema?» chiese lei cauta, sapevo che sarebbe scoppiata in un atteggiamento nevrotico, «Il problema è che in questa casa tutti se ne infischiano. Per voi due, esistono solo le ragazze, le bevute e le uscite. Lo sapete che fra una settimana è Natale? Ricordate?» Urlò isterica.
«Kris, calmati, adesso li prendiamo.» Tom sembrò più tranquillo.
«Calmarmi? Muovetevi o vi butto fuori casa!» Esclamò con un tono di voce talmente elevato da stordirmi un orecchio.
«Kris? Kris, ci sei?» Con molta cautela decisi di ricordarle che io ero ancora al telefono nonostante le sue urla.
«Sì, oddio, scusami Emily. Sono qui, prontissima.»
Risi, «Dovresti respirare profondamente, sei troppo nervosa.» Ammisi.
«Tu non sai cosa voglia dire averli entrambi per casa, non puoi capire, davvero.» Sembrò esausta.
«Non voglio immaginare.»

«Non li trovo.» Nuovamente avvertii la voce di Brady, «E poi con chi stai parlando specie di pazza esaurita?»
«Non provare a chiamarmi così e poi non t'importa, scompari e continua a cercare.»
«Ti volevo dire che ho rotto il tostapane stamattina.»
Kris ringhiò, «Che hai fatto scusa?»
«L'ho rotto, ricompralo.» Rispose schietto lui.
«Vuoi sapere cosa mi sono rotta io, invece?» Continuai ad ascoltare e risi senza fermarmi.
Era proprio una spasso sentirla urlare con i fratelli. Per lei, forse, era complicato, ma era bello vederli comunque insieme.
«Le ovaie?»
«Esatto. Le ho proprio rotte! Quindi comincia a fare quello che ti dico o veramente finisce male.» urlò.
«Sei insopportabile, basta... smettila di urlare, mi stanno sanguinando le orecchie.» Ed ecco anche Tom.
«Se continui giuro che prendo mio fratello, saltiamo in moto e scompariamo.»
«Perfetto. Allora scomparite!» Gettò un urlo pazzesco. Dovetti allontanare il cellulare dall'orecchio e spalancai gli occhi per la potenza che avesse nelle corde vocali.
«Kris, calmati.» Le consigliai.
«Chi è? Chi è che parla?» Tom sembrò impaurito dal tono di voce.
«Uscite fuori di qua!» Scandì ogni singola parola ed infine sentii solo tanto fracasso, mentre la chiamata si staccò improvvisamente.

Fissai il display sorridente e divertita. Era proprio una pazza.

Pochi secondi dopo nuovamente squillò il cellulare.
Risposi.

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