Odio il sabato.
E detto da una ventunenne, economicamente indipendente e single sembra quasi una fesseria, ma è così. Io odio il sabato, e ancor più il sabato sera.
C'è stato un tempo in cui facevo il conto alla rovescia sin dalle prime ore del giovedì, non avevo vincoli, non avevo una bambina e non avevo un lavoro che mi costringeva a versare fiumi di alcol a ragazzi della mia età, mentre io, dovevo starmene dietro ad un bancone con un sorriso demenziale stampato in faccia fino alla fine del turno.
Spillo l'ennesima birra prima di strisciarla lungo il bancone verso il cliente che l'ha richiesta, sento le dita della mia mano destra intorpidirsi ogni qualvolta provo a distenderle. Ho bisogno di una pausa.
«Jason! Mi copri tu?» Urlo verso di lui togliendomi il grembiule.
«Certo, ho solo due mani, vai tranquilla!» Risponde ironico mentre versa un drink ad una ragazza.
Non sembra così in difficoltà, così decido lo stesso di andarmene fuori per qualche minuto.
Passo dalla cucina cercando di schivare prontamente le varie persone intente a preparare panini e patatine a raffica. Oggi c'è stata una partita di baseball o qualcosa del genere, e la squadra della città a quanto pare ha vinto, proprio per questo motivo c'è molta più gente del solito, tutti devono festeggiare la vittoria in compagnia agli amici e ai fiumi di alcol che il nostro locale può servire fino a tarda sera.
Un'ondata gelida mi colpisce in pieno non appena apro la porta di servizio sul retro, rinfrescandomi tutto il viso. Non dovrei uscire a maniche corte con questo freddo, ma tutta la calca di persone là dentro e il caos mi stava facendo mancare il fiato, così respiro a fondo l'aria gelida, facendomela penetrare fin a dentro alle ossa. Il freddo a contatto con il mio corpo rilascia una sensazione alquanto piacevole.
Chi l'avrebbe mai detto che io potessi vivere in un posto come questo? Sono cresciuta in Texas, nel bel mezzo del niente, con un caldo afoso tutto l'anno e adesso mi ritrovo qua, probabilmente una della città più fredde dello Stato.
Quando scappai di casa non avevo una meta precisa, a dir la verità volevo cambiare continente. Volevo esplorare l'Asia, l'Europa e vivere forse in Australia. Sicuramente sarei lì se non fosse stato per il piccolo incidente di percorso.
La mia Allie.
Sorrido al pensiero di lei a casa, sicuramente a quest'ora starà già dormendo. Lei non è stato assolutamente un incidente. Il fatto di essere rimasta incinta a diciannove anni, lo è stato. Ma lei, la sua nascita, la sua solo esistenza è stata la cosa più bella che potesse mai capitarmi. Mi sono innamorata un milione di volte quando l'ho stretta tra le mie braccia e l'amore, si sa, è ciò che mantiene viva la speranza, la voglia di combattere, ciò che ci fa sentire sicuri. Lei è il mio centro gravitazionale, mi tiene stretta a terra, mi fa apprezzare tutto ciò che esiste al mondo. Non avrei mai immaginato di vedermi con una figlia. Ho sempre sostenuto che non tutte le donne hanno il senso materno - c'è chi gioca con la cucina e i bambolotti fingendo di essere una madre fin da bambina, ma io no. Io volevo combattere, correre, creare e distruggere. Non sono mai stata il tipo da abiti rosa e tiara alla testa. Io volevo essere una dura, una rivoluzionaria, una pronta a scendere in piazza con i manifesti al favore dell'aborto. Eppure, quando l'ho stretta a me, è stata come un'illuminazione, come se avessi finalmente capito l'essenza del mondo. Non si nasce con il senso materno, lo si acquisisce.
Le urla e i vari cori si fanno spazio lungo tutta la strada e un'ondata di persone che svoltano verso il locale mi fa gettare a terra il mozzicone di sigaretta. Devo rientrare e dare una mano se vogliamo uscirne vivi questa sera.
![](https://img.wattpad.com/cover/218842342-288-k162050.jpg)
STAI LEGGENDO
Hold Me
RomanceAlex, madre di Allie, figlia del mondo. Ama la vita alla follia, muove i fianchi a ritmo di una musica che nessun altro riesce a percepire, ride e abbraccia tutto ciò che il destino ha in serbo per lei. Chris, risolutezza e precisione dentro ad un c...