Capitolo 9

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«Mamma.»

Muovo le gambe lasciandomi cullare dalla voce soave che si propaga dentro di me. Assomiglia al cinguettio degli uccelli al mattino, nelle primavere fresche di casa dei miei genitori, quando svegliarsi all'alba per aiutarli a svolgere i vari compiti, era solo un piacere.

«Mamma.»

Stavolta vengo scossa leggermente mentre percepisco la sua presenza davanti al mio viso, il suo respiro caldo mi solletica la fronte mentre giocherella con alcune ciocche di capelli - non ho la forza di aprire gli occhi. Sento come se un'incudine fosse precipitata giù da cento metri, schiantandosi sulla mia testa. Non ho idea di che ore siano, ma per quanto possa essere stanca o in post sbronza non posso permettermi di rimanere a letto da ormai più di due anni.

«Buongiorno strega.» Apro un occhio soltanto, giusto per abituarmi alla troppa luce di questa stanza.

Lei arriccia il naso e sorride continuando ad annodare i miei capelli tra le sue piccole mani senza mai distogliere lo sguardo dalla sua futura opera d'arte. L'ultima volta ho dovuto tagliarmi una ciocca.

Ad ogni mio movimento la testa mi martella sempre più forte facendomi venire la nausea non appena appoggio i piedi sul pavimento freddo. Ok, forse ho esagerato un pochino, volevo solo passare una serata tranquilla con i miei amici, niente di che – ma comunque eccomi qui, con una emicrania da manuale che aumenta ad ogni passo che percorro verso la cucina. L'orologio posto sulla parete indica che sono appena le nove del mattino, sicuramente avrò dormito poco più di quattro ore, fortuna che è domenica. Spalanco le tende del salotto e me ne pento immediatamente, la luce fuori è troppo forte.

Che fine hanno fatto le nuvole grigie di Toledo? Eppure il meteo diceva che anche oggi sarebbe venuto giù il fin di mondo.

«Zio!» Urla Allie saltando più volte sul divano.

«Ti prego falla smetterla o le faccio molto male.» La testa di Jason sbuca fuori da sotto le coperte rivelando una persona totalmente diversa. Sono rare le volte in cui è possibile assistere ad una sua versione con la pelle pallida e le occhiaie viola- lui ci tiene troppo alla sua routine di bellezza, si riempie di così tanta roba che la sua pelle si illumina al sole, tipo Edward Cullen.

Allie continua a saltargli addosso cantando una sottospecie di canzone sentita alla televisione qualche volta, io mi limito solo a sparire in cucina e preparare qualcosa per colazione- il mio stomaco brontola nell'esatto momento in cui apro il frigo e tiro fuori un cartone di latte.

«Ok, come non detto.» Si alza di scatto il ragazzo sul mio divano prendendo Allie per le gambe, spingendola sotto le coperte e con noncuranza cammina verso di me. «Come fai a sopportarla?»

«Non la sopporto dal giorno in cui mi dissero che mancava un'ultima spinta.» Gli porgo un bicchiere d'acqua e un antidolorifico - ne abbiamo bisogno entrambi se vogliamo arrivare vivi all'ora di pranzo.

Cerco di pensare a ieri sera, precisamente a quando ho deciso di perdere il mio unico briciolo di dignità ma ho vuoto totale. Dopo cena ci siamo seduti tutti sparpagliati tra il divano e il pavimento, abbiamo guardato Shrek per la gioia di Allie, ridendo come matti - forse già a quel punto il livello di alcol stava salendo un po' a tutti. Ricordo Michael che imitava Ciuchino ballando intorno al tavolo di cucina, con una scopa tra le mani e una spada giocattolo di legno nell'altra. Alla fine del film, Allie si è addormentata tra le braccia di Jason e l'abbiamo portata a letto.

Sì, quello lo ricordo bene- l'ho spogliata discutendo con lei sul fatto che il costume di Hulk l'avrebbe soffocata nel sonno e dopo varie lotte e qualche lacrima di troppo, ha indossato il suo pigiama e si è addormentata. Sono tornata in salotto e mi sono lasciata convincere da Sarah a fare un giro di shots tutti insieme - forse ne abbiamo fatti due...o tre. Poi buio totale, come se qualcuno mi avesse fatto un incantesimo per farmi perdere la memoria. Cavolo, non mi ricapitava così da tempo.

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