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Quasi che si presentò con le occhiaie.
Aveva atteso tanto quel giorno, quasi fosse lui il festeggiato, e per l'emozione non aveva chiuso occhio.
Aveva organizzato tutto nei minimi dettagli: Luna Park e cena romantica.
Nulla avrebbe rovinato quella giornata.
Si vestì con una camicia bordeaux a mezze maniche, lasciandola aperta sulla t-shirt nera; optò per un paio di jeans neri e delle sneakers nere con un tribale rosso sul retro.
Soddisfatto del leggero profumo del dopobarba, si tirò su i capelli ed annuì allo specchio.
Forse era un po' troppo elegante...
In fondo stavano andando al Luna Park.
Quasi che fece ritardo per la sua indecisione e, stranamente puntuale, suonò al campanello.
"Buon compleanno!" esclamò felice una volta che il biondo comparve sulla porta.
La reazione imbarazzata, contornata con qualche insulto, lo fece sorridere raggiante.
Il viaggio in autobus fu accompagnato dalle sue chiacchierate senza fine e dal biondo che annuiva con la testa o rispondeva a monosillabi, ma sapeva quanto l'altro si "sforzasse" a star dietro a tutti quei discorsi senza senso.
Di certo la sera Bakugou gli avrebbe urlato di tacere perché gli aveva fatto venire mal di testa, ma poco importava se sarebbe stato felice di quel compleanno.
Kirishima si sentiva a disagio, era impacciato e per non cadere nell'ansia costante che qualcosa potesse andar storto, aveva deciso di non rimanere in silenzio, quasi a trovare interessante anche la macchia sul finestrino e a fantasticare fino a dargli una forma.
"Potrebbe essere un dinosauro! Guarda: se fai questo contorno potrebbe essere un T-Rex!" esclamò disegnando una linea immaginaria sul vetro.
Arrivati a destinazione prese per il polso il ragazzo ed iniziò a correre verso la biglietteria, saltando furbamente la fila per aver preso i biglietti online.
"Da dove vuoi iniziare?" domandò guardando la mappa.
Era ormai il tramonto quando si sedettero su una panchina esausti: avevano preso a girare da un'attrazione all'altra senza fermarsi, completando il tour anche con un giro sulla ruota panoramica.
Aveva sperato che in quella cabina succedesse qualcosa di romantico, ma si era accontentato del sorriso lieve sul volto di Bakugou.
Quest'ultimo dopo i primi giri sulle giostre, si era fatto contagiare dal rosso, lasciandosi andare alla spensieratezza e Kirishima non poté fare a meno di chiedersi se alla fine fosse stato il biondo a fare un regalo a lui.
"Credo che i progetti della cena al ristorante siano sfumati: con tutto lo zucchero filato e le caramelle che abbiano mangiato, non credo di riuscire ad ingerire altro." ridacchiò, stupendosi della risata che sentì dal biondo.
"Grazie per la giornata. Mi sono divertito."
Lo osservò per qualche istante, arrossendo alla vista di quell'imbronciato perenne che era totalmente imbarazzato.
Gli si gettò al collo, sorridendo soddisfatto di essere riuscito nell'intento.
"Sì, ok, però adesso staccati Capelli Di Merda!"
Cosa che ovviamente non fece fino a quando non venne allontanato dopo avergli schioccato un sonoro bacio sulla guancia.
"Andiamo, prima che perdiamo il pullman."
Timidamente lo affiancò unendo le loro mani, ma non disse nulla: il sorriso perenne già stava mettendo a dura prova l'altro.
Il rientro fu silenzioso, interrotto solo dalle cuffie che condividevano, ma a Kirishima andava bene così, soddisfatto di aver regalato una bella giornata al suo ragazzo e fatto il pieno di quella sensazione di felicità che aveva provato.
Ancora non ci capiva molto di relazioni amorose, ma aveva capito che se fosse stato se stesso, sarebbe andato tutto bene.
Forse era un bene aver sofferto per lui: adesso che avevano intrapreso quella strana strada, aveva scoperto che era anche bello amare.
Entrambi avevano un modo diverso di dimostrarlo all'altro, modi totalmente opposti, ma gli opposti si attraggono e si completano.
Quella sera, nonostante avesse deciso di regalarsi nuovamente al biondo, non accadde nulla di ciò, ma accoccolarsi nello stesso letto e risvegliarsi aggrovigliati gli aveva fatto venire il buonumore appena aveva aperto gli occhi.
Gli posò un delicato bacio sulle labbra, sperando che quel gesto innocente non svegliasse Bakugou, e sussurrò un "Ti amo" spontaneo.
Non sapeva cosa fosse scattato nella sua mente per fargli pronunciare quelle due parole, ma si sentì bene nell'averle dette.
Aveva letto da qualche parte il loro significato, ma per quanto si era sforzato di pronunciarle all'altro con decisione, si era ritrovato a dirle quasi silenziosamente, forse per la paura della reazione o forse perché non ne aveva compreso il significato, ma gli aveva riempito il cuore.
"Ti amo anch'io, idiota." borbottò l'altro ancora con gli occhi chiusi, ma il viso in fiamme.
Sentì la testa venir pesantemente abbassata sul petto del biondo, udendo una tachicardia mai sentita, ma non si soffermò sul perché: era nel medesimo stato.
Ti amo.
Lo aveva sentito!
Gli aveva risposto!
Leggermente sollevò la testa, trovandosi il viso dell'altro che guardava con occhi lievemente lucidi, un punto della stanza indefinito e un rossore acceso quasi come i suoi capelli.
Che spettacolo!
Si sollevò sui gomiti, guardandolo più da vicino incantato.
"Che-Che ti guardi?"
Scosse la testa sorridendo e posandogli una leggera carezza.
"Sono felice. Mi hai salvato da una vita ormai persa, mi hai fatto scoprire cosa significhi amare e mi hai regalato delle emozioni che non conoscevo. Grazie."
Non gli interessava se lo avesse messo a disagio o se ottenne come risposta un mugugno, ma sapeva in cuor suo che quelle parole sarebbero state impresse nella sua mente.
Ormai si lasciava guidare dalle emozioni, non si sarebbe più frenato lasciando prendere il sopravvento alle incognite sul come comportarsi.
Bakugou per lui era diventato il suo punto di riferimento, il suo sole, la sua vita.
Se guardava indietro, a qualche mese, senza di lui probabilmente non sarebbe più tornato a vivere, lasciando che quella tremenda esperienza prendesse a spegnerlo sempre di più fino ad abbandonarsi al buio.
Ora aveva scoperto come si amava, o meglio non sapeva farlo, ma si sarebbe donato a quel ragazzo sotto ogni aspetto.
Se Bakugou era diventato per lui il sole, avrebbe sorriso alla vita per esserne i raggi che illuminavano ogni cosa.
"Ti amo, Katsuki." ripeté con più decisione prima di abbandonarsi alle sue labbra.

Sunshine [Bakushima]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora