Quando Cesare si sfilò le grandi cuffie dalla testa, facendole scivolare sul collo, aveva le orecchie rosse e bollenti. Le aveva tenute sul capo per più di quaranta minuti, per giocare ad Assassinʼs Creed mentre aspettava lʼarrivo degli altri.
Lui quella mattina in studio ci era arrivato presto, alle nove, aveva finito di montare ciò che aveva lasciato in sospeso, aveva pure passato un poʼ in giro lʼaspirapolvere, approfittando del fatto che Tonno non fosse ancora arrivato e che quindi non poteva lamentarsi del chiasso, come ogni santa volta che lo accendeva per cinque minuti. Poi si era tornato a sedere davanti al computer, questa volta per rilassarsi un poʼ — come lo definiva lui — mentre anche gli altri arrivavano.
Oggi era giornata di riprese. Perciò erano arrivati tutti presto per poter preparare come ogni volta le inquadrature, i microfoni, le luci, e anche i cibi che sarebbero andati ad assaggiare in puntata.
Lʼunico che ancora mancava, e la cosa ovviamente non stupiva nessuno, era il perennemente in ritardo Nicolas.
Cesare si alzò dalla sedia comoda dopo aver chiuso il gioco sul desktop, poi posò sul tavolo le cuffie e si stiracchiò, tendendo le braccia verso il cielo e spalancandosi tutto, come una stella marina.
“Ah, era ora che mollassi la presa” lo riprese subito Nelson.
Cesare lo guardò accigliato.
“Per giocare, o per grattarti la pancia in generale, ci sono queste.” Gli sventolò davanti le cuffie rosa da gaming che era stato costretto ad usare al posto suo per lavorare.
“Ma con queste ci sento meglio” gli rispose Cesare allora, sbattendo le lunghe ciglia, sperando di passarla liscia. Ma quando vide che lʼaltro era sul punto di ribattere, lo superò e si diresse verso il bagno, lasciandolo lì con le sue lamentele che entrambi sapevano essere inutili.
In un modo o nellʼaltro, Cesare lʼaveva sempre vinta.
Si chiuse nel bagno, dove svuotò la vescica e poi lavò le mani sotto lʼacqua.
Guardò il proprio riflesso nel grande specchio, mentre le asciugava bene con un asciugamani. Sembrava tranquillo, almeno per i suoi standard. Eppure il pensiero che Nicolas stesse arrivando lo agitava un pochino. Solo un poʼ. In cuor suo sapeva che sarebbe stato tutto okay fra loro, o almeno era la sensazione che Nicolas gli aveva dato il giorno prima, prima di andarsene di corsa perché come sempre in ritardo.
Però aveva comunque una strana sensazione addosso, che non se ne andava via.
“Oh” disse poco dopo, quando, sulla porta del bagno, incappò in Nicolas, che non aveva nemmeno sentito arrivare, preso comʼera dai suoi stessi pensieri.
“Meh” aveva detto Nicolas nello stesso momento, frenando giusto un istante prima di finirgli addosso.
“Non ti avevo visto.”
“Me ne sono accorto!”
Cesare rimase a guardarlo per un attimo. Sembrava di buonumore, aveva le labbra stese in un sorrisetto, i capelli sconvolti probabilmente dalla fretta con cui doveva essersi precipitato lì dopo essersi reso conto del ritardo.
Nicolas poi lo guardò con le sopracciglia alzate.
“Tutto okay?” domandò Cesare, posando le mani sui fianchi, i polsi ancora scoperti dalle maniche che aveva tirato verso i gomiti poco prima.
Il più piccolo rispose con convinzione. “Tutto okay, e tu?”
“Tutto okay” confermò Cesare, rilassato dal fatto che le cose fossero rimaste come il giorno precedente.
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arsenico // cesolas
FanfictionStoria in cui Nicolas e Cesare sono amici con benefici e poi, a un certo punto, non più. [ COMPLETA ] p.s. se siete gli Space Valley e siete in cerca di storie per il salotto #2 sulle fanfiction..... per favore, cambiate fanfiction lol