Capitolo 15.

2K 99 94
                                    

Tra il dire e il fare, c'è di mezzo il mare. Cesare odiava certi detti, ma questo si era ritrovato diverse volte a pensarlo, nei giorni appena successivi. Decidere di staccarsi un po’ da Nicolas era un conto, ma combattere l'istinto di andargli a parlare di qualsiasi cosa o semplicemente di ronzargli intorno com'era solito fare, era tutt'altra cosa.

Anche Nicolas faticava, Cesare ogni tanto lo vedeva alzarsi dal computer col cellulare in mano e un sorriso, causato probabilmente da qualche scemenza trovata sul web, e camminare in sua direzione; poi sembrava ricordarsi di quella decisione presa per il bene comune, e cambiava rotta, andando così a cercare Tonno, che non aveva lo stesso umorismo e commentava con un sorriso interdetto e un “vabbè”.

La mattina, quando Nicolas arrivava in studio, si scambiavano il buongiorno con fare casuale. Si guardavano qualche attimo in silenzio, offrendosi poi un sorriso stretto, in un certo senso dispiaciuto, e poi ognuno andava a sedere alla propria postazione. Quando arrivava Tonno con la videocamera dei backstage, c’era un attimo di tregua in cui si stuzzicavano o si concedevano qualche parola, ma non era comunque la stessa cosa.

Sedersi poi uno affianco all'altro sul divano per registrare il salotto, che non era neanche un salotto a caso, ma uno che come tema centrale aveva “se potessi tornare indietro, cambierei qualcosa?”, fu un’altra fatica. Quando era arrivato il suo turno di parlare, Tonno lo aveva velatamente preso in giro dicendo che ne aveva di cose da cambiare e Cesare gli aveva anche dato ragione, ma in realtà non sapeva dire se tornando indietro avrebbe deciso di non fare certe cose - di non stuzzicare Nic quella sera dopo Fifa incitandolo a baciarlo, di non accettare di diventare amici di letto, di non dirgli che provava qualcosa per lui.

Se avesse potuto tornare indietro, sicuramente avrebbe cercato di godersi meglio le cose che aveva avuto con lui, quei piccoli momenti surreali in cui il tempo sembrava sospeso, dove stava steso sul letto con Nicolas, o sul divano a guardare Vikings viziato dai suoi grattini, dalla sua premura.

Montando poi il video del salotto, Cesare aveva anche notato come Nicolas lo guardasse continuamente mentre parlava, o cercava di dirgli qualche frase di circostanza pur di avere un momento anche solo lontanamente normale con lui. E gli dispiaceva doverlo quasi costringere in quella situazione di distacco, ma se volevano tornare ad avere almeno la loro amicizia, quello era l'unico modo.

La sola domanda a quel punto era: quanto tempo ci sarebbe voluto?

“Ciccino bello, scendi dalle nuvole?” Tonno al suo fianco gli schioccò le dita davanti agli occhi. “Ci fai massacrare altrimenti.”

Cesare sollevò le sopracciglia tornando alla realtà e voltò appena il capo a guardarlo. “Mi ero perso un attimo, scusa.”

“Non me n’ero proprio accorto, pensa te” scherzò il biondo, mettendo poi in pausa A Way Out sulla tv. “A che stavi pensando?”

Cesare si stese appena all’indietro con le spalle contro lo schienale del divano, poi si abbandonò ad un sospiro. “Che togliermi Nic dalla testa sarà un’impresa.”

Tonno mise da parte il joystick della PlayStation e si girò a prestare attenzione. “Sì però se parti con questo presupposto non ne esci più.”

“Sto solo cercando di essere realista” si difese Cesare.

“A me sembri pessimista, più che altro. Non ti fossilizzare troppo, più pensi che non ce la farai, e più farai fatica” parlò saggiamente Tonno.

Cesare sollevò lo sguardo al soffitto, la solita stretta al petto che si faceva sentire non appena si sfiorava l’argomento Nicolas.

“Non voglio sminuire assolutamente la situazione né il tuo starci male, però alla fine è da poco che hai realizzato che ti piace, no? Quello che voglio dire è che se non ti fissi su questa storia e cerchi di non viverla in modo drammatico, magari è più facile farti passare la cotta” concluse alla fine Tonno, che sembrava avere anche ragione.

arsenico // cesolasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora