Capitolo 7.

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Cesare si sentiva la schiena rotta in due, dopo aver passato quaranta minuti per terra, steso con un braccio intorno al collo di Chewbe a guardare il terzo episodio di Vikings. Aveva lasciato il divano a Nicolas e a Claudio, giusto perché era il fratello più grande e perché Nicolas era ospite, ma a quel punto si era stancato di stare sul pavimento.

Si alzò a sedere quando l'episodio stava ormai per finire. Si girò verso il divano alle sue spalle e picchiettò con una mano sul ginocchio del fratello. "Facciamo cambio" gli disse sottovoce, per non disturbare la visione a Nicolas.

Claudio non controbatté e fece per scendere dal divano. Ormai ci erano abituati a stare stesi a terra, lo facevano ogni volta quando venivano a casa Tonno e Nelson a guardare Game of Thrones o qualcos'altro insieme.

Cesare raccolse il telefono da terra e si sedette finalmente sul divano, liberando un sentito e rilassato "ahh", quando il suo fondoschiena addormentato toccò il morbido cuscino. Guardò Nicolas alla sua destra seduto nella sua solita posa da divano, con le caviglie incrociate, appoggiato con le spalle nell'incrocio fra la spalliera e il bracciolo del divano. Il riflesso della tv sui suoi occhiali gli impedì di guardarlo negli occhi, però il sorrisetto che gli fece un attimo dopo suggerì che era tutto tranquillo.

Prima di tornare con gli occhi sullo schermo e seguire il finale dell'episodio, Cesare sbloccò il cellulare, incuriosito dal led che si illuminava per indicare la presenza di notifiche. Era Nelson che lo aveva taggato in una storia su Instagram. Una vecchia foto di loro due da ragazzini, con dei capelli osceni di cui non si sarebbe comunque mai vergognato, anche se tutti e due con quei ciuffi lisci che cadevano sugli occhi sembravano i componenti mancanti dei Sonohra. Cesare sorrise nel riguardarsi da piccolo. Avrebbe ricondiviso la storia più tardi.

Un'altra cosa attirò la sua attenzione, però, prima che potesse bloccare lo schermo del telefono. La foto familiare di Giulia, cerchiata da una linea arcobaleno, nella lista delle stories ancora da guardare. Si fermò qualche secondo, titubante. Era davvero il caso di vedere cos'aveva pubblicato? Se lo chiedeva ogni volta che si ritrovava in quella situazione, malgrado non avessero mai smesso l'un l'altra di spiarsi sui social, anche se si erano lasciati ormai da diverse settimane.

Alla fine non riuscì a trattenere l'istinto di far scivolare il dito su quell'icona. Le storie caricate erano due. La prima era una sua foto allo specchio, risalente a circa due ore prima. Era solita farle prima di uscire di casa, per mostrare il suo outfit, era parte della sua routine ormai, Cesare lo aveva imparato negli anni. La storia seguente, invece, era una foto di una tavolata per due, con diversi piatti di sushi sparsi in ogni angolo. L'unica scritta sulla foto era un tag di un profilo che non conosceva.

Il battito cardiaco gli aumentò, mentre premeva il dito anche su quel tag. Ormai gli fu impossibile non andare a fondo, voleva sapere. Chi era questo ragazzo? Cesare non lo aveva mai visto prima, né glielo aveva mai sentito nominare. Il profilo era privato, non riusciva nemmeno a capirne di più sul suo conto. Chiuse l'applicazione, stizzito e pentito di aver ceduto alla maledetta tentazione di sapere, di controllare qualcosa che non faceva nemmeno più parte della sua vita.

Gli si era stretto un nodo allo stomaco tutto di colpo. Il pensiero che lei avesse già chiuso il capitolo, che fosse già pronta a farsi bella per qualcun altro gli faceva bruciare il sangue sotto la pelle.

Poggiò il telefono bloccato sul divano, mentre Claudio si alzava da terra. "Aspettate due minuti, vado in bagno e poi guardiamo il quarto, se Nicolas regge."

"Certo, tranquillo. Ce la faccio a guardarne uno ancora" lo rassicurò Nic, che pochi secondi dopo posò lo sguardo su Cesare, quando l'altro era sparito dietro la porta del bagno.

Cesare ricambiò lo sguardo, mentre si pizzicava il labbro inferiore con il pollice e l'indice.

Si guardarono negli occhi per un istante lunghissimo, senza proferire parola, Nicolas stretto in un angolo del divano con le ginocchia alzate. Sul lato opposto di esso, Cesare era seduto dritto, rigido, in una posa che non era da lui, di certo non mentre guardava la tv. Cavolo, nemmeno durante i salotti si sedeva così composto.

Poi fu Nicolas a spezzare il silenzio. "Tutto okay?"

Una domanda semplice che in quel momento finì di destabilizzare Cesare. Come faceva a saperlo? Come aveva capito che qualcosa non andava?

Lo guardò immobile ancora per qualche momento. Poi l'istinto prese il sopravvento e si ritrovò ad allungarsi col corpo in direzione del più piccolo. Si fece spazio fra le sue gambe mentre si spingeva senza pensarci con la bocca contro la sua, morbida, calda, pronta a schiudersi quando Cesare fece scivolare fra le sue labbra la lingua in cerca di un contatto più intimo.

Nicolas gli posò la mano fra i capelli, Cesare piegò il capo di lato per farsi in qualche modo ancora più vicino, sentendone come il bisogno. Era qualcosa che non aveva niente a che vedere col desiderio o la passione, questa volta. Lo sentiva nel modo in cui le dita di Nicolas, che si spostavano ora contro entrambe le sue guance, gli davano conforto immediato.

Cesare si premette di più contro la sua bocca, chiuse le palpebre sugli occhi per qualche momento, accettando che quel contatto gli entrasse sottopelle e placasse il suo malessere con tanta semplicità.

Poi fu Nicolas a tirare indietro il capo e ad interrompere quel bacio.

Era la prima volta che si baciavano, Cesare se ne rese conto solo ora che fece cadere lo sguardo sulle sue labbra lucide. Be', non la primissima volta. Era la prima volta che si baciavano in un contesto normale, lontani dalla camera da letto.

"Okay, mi dici cos'è successo?" gli chiese Nicolas, che tolse le mani dal suo viso solo per spostargli i capelli dietro le orecchie con fare premuroso.

Cesare scosse leggermente il capo, poi nascose il viso contro la maglietta di Nicolas, sul suo petto, lasciandosi andare steso fra le sue gambe e avvolgendogli i fianchi con le braccia. "Non mi va di parlarne" lo disse con gentilezza, malgrado la scocciatura.

"E va bene, allora non ne parliamo" concesse Nicolas, che posò le mani dietro le sue spalle e lo lasciò stare lì, esattamente come aveva deciso.

Cesare fu immensamente grato che capisse il suo bisogno di non dire niente, che lo lasciasse accoccolarsi contro la sua pancia e non chiedesse niente in cambio, nemmeno di capirci qualcosa, perché in quel momento era tutto ciò che gli serviva.

Non sapeva come Nicolas fosse in grado di leggerlo con tanta facilità e rapidità, ma gli piaceva quella connessione che aveva con lui. Il sesso fra loro due funzionava, era risaputo ormai, ma questa cosa di capirsi al volo, che l'uno sapesse di cosa aveva bisogno l'altro – perché era successo anche giorni fa con Nicolas in studio, quando era arrivato in preda all'agitazione e Cesare era stato in grado di capire come prenderlo e come farlo calmare in pochi secondi – era una cosa che apprezzava sempre di più.

Le dita di Nicolas che si intrufolavano fra i suoi capelli e glieli toccavano con delicatezza lo distrassero dai suoi pensieri. Maledette le sue mani d'oro, che si trattasse di queste coccole, di massaggi o di sollievo fisico, riuscivano sempre a tenerlo in pugno.

"Okay." Claudio fece ritorno dal bagno, alzò gli occhi al soffitto quando li vide stretti sul divano l'uno all'altro. Poi si sedette a i piedi di questo, di fianco a Chewbe sul pavimento. "Se ce la fate a non copulare dietro le mie spalle, io farei partire un altro episodio."

*****

I'm just gonna leave this here.
Perdonate gli errori se ce ne sono, ma ho riletto così tante volte questo capitolo maledetto che nella mia testa non ha nemmeno più senso 🤦🏻
Vi aspetto nei commenti, e vi ringrazio per le belle parole che continuate a spendere per questa storia, sia qua che su instagram, siete una gioia immensa e non sarò mai in grado di ringraziarvi a dovere. 🙏🏻💖

arsenico // cesolasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora