16. LION

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AVVISO che questo capitolo è presente una scena leggermente "CALDA". Se siete minorenni o non vi piacciono questo tipo di scene, SALTATE IL CAPITOLO.


Attori nel capitolo

Tae Darvid (Forth)
Tee Tanapol (Beam)


**


MEW POV

Ero incazzato come non mai. Gulf non mi aveva scritto il giorno prima e non aveva risposto a nessuno dei miei messaggi. Avevo persino provato a chiamarlo ma niente, il telefono aveva continuato a squillare fino all'inserimento della segreteria telefonica.

Scrissi altri due messaggi al "coglione", che ormai avevo soprannominato come "The Hazer" sul telefono, prima di salire in macchina. Misi in moto e sgommai verso la facoltà di Ingegneria. Sarei potuto andare a piedi, ma avrei fatto prima in quel modo. Inoltre, se lo avessi visto in giro, avrei potuto metterlo sotto con la macchina definitivamente.

Quando arrivai al parcheggio, notai che la sua macchina non c'era. Mi avviai comunque verso la facoltà, guardandomi intorno per vedere se riconoscevo lui o i suoi amici.

Non riuscii a capire il perché, ma stavo iniziando ad attirare troppa attenzione su di me, senza ovviamente fare nulla. Girai ancora arrivando alla caffetteria, piena zeppa di gente visto che era ora di pranzo.

Non vidi Gulf da nessuna parte e capii che non era andato in università. Fermai quindi una ragazza, domandandogli dove fosse la palestra dove si incontravano gli Hazer. Lei mi guardò esterrefatta, ma alla fine mi indicò la strada.

Forse mi aveva riconosciuto o forse no, fatto sta che la ringraziai e seguii le sue indicazioni, inoltrandomi nell'università e uscendo dal lato posteriore. Passai per alcune stradine, incontrando studenti che mi fissavano con interesse.

Quando vidi la palestra in lontananza sospirai. Finalmente avrei scoperto la verità e Gulf sarebbe morto sotto i miei pugni.

Sempre che non lo fosse già. In quel caso avrei ucciso il colpevole di tale oltraggio. Gulf lo potevo uccidere solo io!

Aprii le porte della palestra, trovandomi davanti uno spazio gigantesco. Sembrava un'arena tanto era grande!

In fondo c'era un palco e solo in quel momento mi accorsi di aver interrotto qualcuno che stava parlando. Proprio sul palco infatti, c'era un ragazzo alto, ma di lui notai solo la camicia rossa da Head Hazer, come quella di Gulf. Anche altri ragazzi la indossavano e stavano tutti di fianco a lui.Sotto al palco notai altri ragazzi e quando mi avvicinai potei riconoscere gli amici di Gulf, quelli con cui aveva iniziato la rissa con Perth e la sua banda.

Uno di loro mi venne incontro, mentre il ragazzo che stava sul palco scese giù velocemente."Mew! Che ci fai qua?!" domandò Boun. Lo riconobbi per la capigliatura biondo platino simile a Captain.

Sbuffai. "Sto cercando Gulf! Non mi risponde da ieri e so che è venuto qua. Dov'è?! Dove si nasconde quel bastardo!?"

"Come ti permetti di interrompere una riunione?" disse a quel punto P Zee, rimasto indietro a Boun, che chiuse gli occhi e fece una faccia preoccupata.

Avevo riconosciuto P Zee solo perché era il Senior di Gulf che era intervenuto durante la rissa. Il suo ciuffo scuro era difficile da dimenticare.

"Oh. Chiedo scusa Head Hazer. Voglio solo sapere dove si trova Gulf. Poi potrete tornare alla vostra riunione di bulli..."

Boun mi pregò con lo sguardo di smetterla, ma io non lo calcolai di striscio. Ero stufo di non avere ancora trovato Gulf e mi stavo davvero scocciando di tutto. Perché non si era ancora fatto vedere?

"Sei davvero disposto a fare un caos qua dentro... hai idea di chi sia io?" domandò P Zee a quel punto.

Feci un ghigno stringendo i pugni. "Sei l'Head Hazer, che non ha tempo di fare il suo lavoro e lascia che uno del secondo anno le prenda al posto suo!"

"Mew, ti prego stai zitto!" disse di nuovo Boun, spingendomi verso l'uscita.

Non mi lasciai spingere più di tanto, tenendo testa a P Zee con lo sguardo.

"Non ti devi impicciare nelle cose che non conosci Mew... Gulf ha fatto una scelta e si è messo nei casini da solo. Non sono responsabile delle sue azioni. Mica sono suo padre, giusto?"

"ALLORA DOVE DIAVOLO È ADESSO?!" gridai ormai al limite della sopportazione.

P Zee abbassò lo sguardo. Sembrò preoccupato, visto che non mi rispose. Boun smise di tenermi e anche lui abbassò lo sguardo. Che diavolo stava prendendo a tutti?

Iniziai a sentirmi strano. Preoccupato. Agitato. Sentii un brivido percorrermi la schiena e capii all'istante che mi stavano nascondendo qualcosa di proposito.

"Boun?!" chiamai il ragazzo davanti a me, il quale fece un sospiro pesante.

"È in camera sua. C'è Prem con lui. Ieri siamo stati puniti per la rissa e Gulf... non ha voluto cedere. Sai com'è fatto. È svenuto e gli è salita la febbre al-MEW!"

Fui più veloce di Boun e arrivai addosso a P Zee, stringendogli quella merda di camicia rossa e strattonandolo con ira. "LO HAI FATTO ARRIVARE AL LIMITE!" gridai, mentre Boun cercò di staccarmi da P Zee.

Arrivarono Victor e Cooper, oltre a un altro ragazzo che non avevo mai visto. Probabilmente un Senior.

Non me ne fregava nulla, mi sarei fatto anche ammazzare, ma P Zee doveva capire che diavolo aveva fatto. Gulf era un coglione e su questo non c'era dubbio, ma mettersi a fare i giochi di forza con lui non aveva senso e P Zee, da Head Hazer qual era, avrebbe dovuto capirlo invece che farlo arrivare a tanto.

Ero nero di rabbia e pronto a sferrare un pugno a P Zee, ma poi una mano si appoggiò sulla mia spalla e la faccia di P Forth sbucò subito dopo.

Conoscevo P Forth solo perché era il fidanzato di P Beam, studente del quarto anno di medicina, che aveva aiutato i partecipanti del Contest di Moon e Star l'anno scorso. P Forth era l'Head Hazer del quarto anno, e questo lo avevo scoperto il giorno della rissa.

"Mew. Ora basta. Ti porto da Gulf adesso. Zee... tu e gli altri hazer ripetete la punizione di Gulf. Boun... controllali e segna i nomi a mano a mano che cedono."

La voce di P Forth era grave e penetrante. Lasciai P Zee, visto che finalmente aveva ricevuto ciò che si meritava. Feci un sospiro e mi avviai insieme a P Forth, guardando poi con la coda dell'occhio i Senior che si misero a correre per la palestra.

"Sei contento? Li ho puniti come hanno fatto loro con Gulf. Capisco che c'è qualcosa tra voi, ma non puoi piombare qui e fare tutto questo casino. Gulf è praticamente Head Hazer. La sua reputazione verrebbe distrutta e-"

"Non c'è niente tra noi." lo bloccai prima che potesse continuare.

Fece una risatina mentre arrivammo al suo fuoristrada. Salimmo entrambi e ci avviammo verso il dormitorio di Gulf, non troppo distante dalla facoltà.

Quando arrivammo davanti al condominio, Forth scese insieme a me e mi accompagnò fino alla stanza. Bussò quattro volte, forse per farsi riconoscere e poco dopo la porta si aprì, mostrando il volto di Prem stanco.

"Forth... Mew?!" disse Prem, stupito di vedermi lì.

Non attesi che mi facesse passare e lo sorpassai spingendolo verso il muro. La stanza di Gulf era un casino, ma non mi interessava minimamente. Lui era steso sul letto, la faccia contratta di chi aveva la febbre troppo alta.

Mi voltai verso Prem incazzato. "Dovevi fargli una doccia fredda! Da quanto ha questa cazzo di temperatura?!" dissi quasi istericamente.

"Non ha voluto. Ci ho provato e anche p Beam ha detto di doverlo costringere... ma è stato tutto inutile. Mi ha minacciato di spaccarmi le dita appena si sarebbe ripreso." si giustificò Prem.Per poco non lo presi a calci. Mi voltai di nuovo verso Gulf, togliendogli la coperta di dosso. Lui tentò di riprendersela, ma gli bloccai le mani.

"Gulf... sono Mew." dissi accarezzandogli la fronte, tirando indietro i capelli sudati.

Lui aprì con lentezza le palpebre. Era stravolto, probabilmente nemmeno capiva quello che stavo dicendo, ma poi le sue pupille incontrarono le mie e si animò, facendo un sorriso sghembo.

"Mew... non dovevi... Prem ti... odio..." biascicò stringendomi la mano.

"Non ha voluto che ti rispondessi. Volevo dirtelo Mew, ma ha detto no. Lui è l'Head Hazer. Se dice no è no."

P Forth annuì insieme a Prem. Li odiavo questi Ingegneri di merda! Loro e le loro regole del cazzo.

"Ora ci facciamo una bella doccia fredda... ok?" disse spostandogli le coperte dalle gambe. Lui negò come un bambino, iniziando a muoversi e piagnucolare.

Avrei voluto stringerlo a me, ma non era il momento di farsi prendere dallo sconforto. Mi voltai verso i due ragazzi alle mie spalle e gli intimai di andarsene.

P Forth mi guardò strano. "Non me ne vado. Posso aiutarti..." disse avvicinandosi.

Lo fulminai. "Lo metterò io in doccia e tu te ne andrai da questa camera. Puoi scegliere P Forth, o sulle tue gambe o senza..."

P Forth alzò gli occhi al cielo. Non avevo intenzione di fare a botte con lui, ma dovevano togliersi dai piedi.

P Forth fece un cenno a Prem ed entrambi se ne andarono dalla stanza. Quando furono fuori, lasciai un attimo Gulf e andai a chiudere a chiave, per poi tornare vicino al letto dell'Hazer.

"Ora, aiutami forza. Aggrappati a me dai..." dissi lentamente contro il suo orecchio.

Lui negò. Il sudore gli scendeva dalla fronte fino al collo. Era uno straccio, ma doveva fare almeno uno sforzo o non saremmo andati da nessuna parte.

Certo, P Forth avrebbe anche potuto aiutarmi, ma l'idea che vedesse Gulf nudo mi fece sentire una scarica dietro il collo.

Fastidio. Tremendo fastidio.

"Gulf... fallo per me... ti prego." ci riprovai.

Lui mi guardò di nuovo, smettendo un attimo di piagnucolare. Piano piano le sue braccia si spostarono verso il mio collo, così riuscii a tirarlo su. Nonostante non fosse un peso piuma come Earth, riuscii tranquillamente a portarlo verso il bagno. Lo appoggiai contro il muro, aiutandolo a sedersi a terra. Le mattonelle erano fredde e lui riprese a fare versetti strani di protesta, mentre gli tolsi la maglietta sudata e la canottiera.

Spostai le mani verso i pantaloni del pigiama, ma lui protestò. "Ti vergogni adesso?" domandai divertito.

Vederlo così inerme non mi piaceva per niente, ma era strano pensare che si vergognasse di qualcosa. Non faceva altro che elogiarsi e farmi richieste volgari. Perché in quel momento si vergognava?

Lui negò spingendomi via le mani, ma io riprovai nuovamente, nonostante i suoi rifiuti. Poteva sembrare brutta come scena, ma dovevo assolutamente fargli una doccia fredda e in fretta."Non ti toglierò i boxer, va bene?" gli domandai, tirandogli giù solo i pantaloni.

Sembrò accettare la cosa e in qualche modo mi aiutò a togliere i pantaloni dalle gambe. Li lanciai dietro di me e poi aprii la doccia con il getto minimo di acqua, per evitare di farlo impazzire per il freddo. Gulf emise un gemito, spostandosi verso il muro. Lo avevo messo all'angolo di proposito e non aveva vie di uscita.

Mi abbassai verso di lui e gli puntai l'acqua contro il corpo, sentendolo negare e cercando il contatto della mia mano. Avrei fatto prima a togliermi almeno la maglietta, visto che in meno di un minuto mi ritrovai fradicio per colpa sua.

Appena riuscì ad agguantarmi la mano, si tirò su e si avvicinò a me, abbracciandomi di colpo. Finii direttamente seduto per terra, con il diffusore tra le mani che erogava ancora acqua fredda."Gulf..." dissi deluso.

Avevo persino il sedere fradicio.

Lui si aggrappò ancora di più a me, come se fosse un bradipo fermo sul suo ramo. Peccato che era un ragazzo grande e grosso, mezzo nudo e febbricitante.

"Gulf, finiamo la doccia. Due minuti. Non possiamo rimanere così. Non ti passerà mai la febbre."

Lui sospirò contro la mia pelle e un brivido mi partì dal cervello fino a una zona più a sud.

No. Non voglio crederci.

Percepii il suo respiro caldo contro la mia spalla, poi i suoi denti che delicatamente mi morsero un lembo di pelle.

Impallidii cercando di spostarlo, ma lui si agganciò di più a me, avvicinando il volto verso il mio collo, baciandolo lentamente, fino alla mascella.

Mi prese il volto tra le dita e mi baciò.

Assurdo da dire. 
Io. Mew. Diciannove anni. Quasi Moon della scuola. Mai stato baciato.

Quello fu effettivamente il mio primo bacio e, nonostante Gulf avesse la febbre troppo alta, fu uno di quei baci che probabilmente non avrei scordato mai.

Sentii prima un tocco, poi la sua lingua sulle labbra, puoi di nuovo un altro tocco, mentre succhiava prima uno poi l'altro labbro, con lentezza, spingendo il suo bacino contro il mio.

Lasciai semplicemente andare il diffusore.

Le mie mani gli percorsero con lentezza i fianchi, la schiena, gli addominali. Posai le mani sul suo viso e partecipai al bacio, sperando di riuscire a fare almeno un minimo come lui.

Non riuscii a rendermi conto di quando tutta quella situazione era pericolosa. Il bacio di Gulf mi portò in un altro mondo, vuoto, caldo, intriso di piacere.

In un altro momento lo avrei ammazzato, in quel momento non riuscii a fare altro che dargli corda e continuare a baciarlo fino a che la sua lingua non si unì alla mia.

Una scarica elettrica mi percorse il corpo.

Mi staccai di colpo guardando il suo volto accaldato. Le sue labbra erano ancora dischiuse, alla ricerca delle mie. I suoi occhi sembrano più svegli di prima, mentre spingeva il suo bacino al mio con leggera intensità.

"Mew..." mi chiamò appoggiando il suo volto alla mia guancia. "Mew ti prego..." disse di nuovo. La sua mano prese la mia e fece strada verso i suoi boxer. Riuscii sentire a quel punto quale fosse l'effettivo "problema" che aveva, e il motivo per cui non aveva voluto che gli levassi i pantaloni.

Che diavolo.

Sospirai. Non avrei voluto farlo, ma le sue lamentele mi perforarono i timpani. Non riuscii a dirgli di no. Non in quel momento. La mia mano si infilò all'interno dell'unico indumento che portava, ormai fradicio.

Lo toccai.

Non avevo mai toccato nessun ragazzo a parte me. Non avevo mai toccato nemmeno una ragazza, a dir la verità, ma questo non mi interessò più di tanto.

Sapevo cosa dovevo fare e senza stare a pensarci troppo mossi il polso, tirando fuori il pene di Gulf dai boxer.

Lui emise un gemito sconnesso, che mi fece salire ancora di più la voglia di toccarlo. Iniziai a massaggiarlo, nonostante la posizione fosse scomoda e averlo addosso non mi aiutasse per niente.

I suoi gemiti leggeri si fecero più insistenti e così aumentai la velocità, mentre le sue labbra iniziarono a lasciarmi baci bollenti sul volto.

Mi leccò il pomo d'Adamo e io semplicemente persi totalmente il controllo. Lo spostai dalle mie gambe, facendolo tornare a sedere contro il muro. Mi guardò perplesso, ma non gli diedi il tempo di capire che fui di nuovo contro le sue labbra, mentre la mia mano riprese a muoversi sulla sua asta.

Percepii le sue mani contro la mia camicia bagnata, fino giù contro la cintura dei pantaloni. Non lo fermai e lasciai che la slacciasse, riuscendo con difficoltà a sorpassare i pantaloni e i boxer.

Mi toccò.

Fu difficile da tollerare. Non ero mai stato toccato da nessuno in quel modo e non era per niente la stessa cosa quando lo facevo da solo.

Le nostre mani si muovevano quasi in sincrono sui nostri corpi e iniziai a gemere contro la sua bocca.

L'aria si fece più calda, l'acqua che scorreva a terra nemmeno mi dava più fastidio. Non la sentivo nemmeno.

Gulf mi succhiò il collo e io accelerai il movimento della mia mano, lasciandomi sfuggire un gemito più alto.

Venni poco prima di lui, sentendo sulla mia mano il suo liquido caldo scorrere lentamente.Un secondo dopo, sentii il suo corpo adagiarsi contro il mio e sussurrarmi qualcosa che non compresi subito.

"Gulf... Gulf." lo chiamai preoccupato.

Lui mi sorrise ironicamente, gli occhi chiusi per la stanchezza. "Grazie... per la doccia... shia Mew..." 



**


Canzone nel titolo


Forth e Beam 

Forth e Beam 

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