11. DREAM LINE

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Attori in questo capitolo
Saint Suppapong


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GULF POV
Arrivammo al mio dormitorio in meno di dieci minuti, visto che era vicino alla mia facoltà. Mew tolse la mano dalla mia, ancora ferma sul cambio dell'auto, spegnendo poi il motore. Ci guardammo per un attimo e poi lui uscì dall'auto, facendomi intendere che sarebbe salito insieme a me.

Feci strada e ci avviammo verso l'entrata, facendo le scale fino al quarto piano. La mia camera era posizionata abbastanza lontana dalle altre, una delle fortune dell'essere "quasi" un Head Hazer.

Mew si mise davanti a me e mi intimò di dargli le chiavi per aprire. Non feci obiezioni e gliele porsi, guardandolo poi aprire la porta e farmi entrare per primo.

Non ero abituato a tutta quell'attenzione, soprattutto da parte mia e dovetti dirmi più volte mentalmente di darmi una calmata o sarei esploso dalla felicità.

Mi avviai nella stanza accendendo le luci, notando che avevo lasciato un po' di disordine, ma nemmeno troppo. Tirai via dal letto i pochi vestiti che c'erano sopra e li misi dentro l'armadio, a caso. Mi girai per sistemare le coperte, ma Mew lo aveva già fatto al posto mio.

"Siediti. Ti devo togliere quella garza e disinfettarti di nuovo la ferita. P Beam mi ha dato dei cerotti apposta, ma domani andrò a comprartene altri perché non ti basteranno."

"Posso comprarli io..." gli feci notare sedendomi sul letto.

Lui negò.

"Potrebbero comprarmeli anche i miei amici..." ci riprovai di nuovo, mentre le sue mani si avvicinarono al mio volto.

"Ti ho detto che te li compro io. Ok?"

Non risposi più. Il suo volto serio mi mise un po' di ansia quasi quanto quello di P Zee.

Lo lasciai lavorare e sentii le sue mani togliermi con lentezza la garza che avevo sulla guancia sinistra e poi quella vicino alla tempia. Quando iniziò a disinfettarmi le ferite provai un dolore atroce, ma rimasi in silenzio senza lamentarmi. Avevo fatto la figura del debole abbastanza.

"Lo so che fa male. Puoi anche lamentarti." disse quasi sussurrando.

Negai leggermente. Non mi ero mai lamentato e non avrei iniziato in quel momento.

Le parole che mi aveva detto in macchina poco prima mi vorticavano ancora nel cervello. Non ero riuscito a rispondergli e ancora non sapevo che cosa dirgli. Ero importante per lui? Seriamente? Avevo paura di domandargli cosa intendesse. Probabilmente lo aveva detto solo perché mi avevano pestato e non perché lo provasse sul serio.

Sospirai.

Mew si fermò dal medicarmi le ferite e lo guardai, scontrandomi con i suoi occhi.

Avevo sempre adorato i suoi occhi profondi, quasi disegnati sul suo volto. Erano così grandi che mettevano in agitazione chiunque.

Nonostante lui cercasse di passare inosservato, moltissime persone lo reputavano un ragazzo semplicemente stupendo e in molti si erano lamentati che a vincere il concorso di Moon fosse stato Kao. Io per primo, anche se Kao era un mio amico.

Ma insomma. Di amici ne ho tanti, di Mew ce n'è uno solo, giusto?

Continuai a guardarlo, notando anche che il suo sguardo non aveva cambiato direzione nemmeno una volta. Mi sentivo come ipnotizzato da lui, da quegli occhi, dalle sue labbra, da tutto il suo volto.

Portai una mano sulla sua guancia destra senza nemmeno pensarci troppo e mi avvicinai a lui, con lentezza, dandogli il tempo di spostarsi, di spingermi via in qualsiasi momento.

Mi mossi così lentamente che mi diedi fastidio da solo, ma lo feci solamente per lui, per dargli il tempo di capire quello che stavo per fare.

Ero talmente vicino a lui a un certo punto che sentii il suo respiro.

Mew chiuse gli occhi e anche io lo feci, ma qualcuno bussò alla porta con veemenza, facendoci allontanare di scatto.

"GULF! APRI QUESTA CAZZO DI PORTA!" gridò la persona che stava sbattendo con i pugni.

Sbuffai alzandomi in piedi. Possibile che dovesse andare sempre tutto storto?

Mi avviai alla porta anche se Mew aveva cercato di fermarmi e andare al posto mio.

Negai.

I colpi si fecero più forti come le grida, quindi mi mossi e andai ad aprire la porta, dove la faccia sconvolta di mio fratello minore mi si parò davanti.

Per poco non si mise a piangere.

"P GULF! CHE DIAVOLO! COME DIAVOLO È POTUTO SUCCEDERE! P!" gridò toccandomi la faccia, facendomi più male che altro.

"Vieni dentro Saint! Non gridare in mezzo al corridoio!" dissi tirandolo dentro la stanza, facendolo spostare verso la camera.

Fu in quel momento che mi ricordai di avere Mew seduto sul mio letto, che guardò Saint senza capire.

"Ah? Ciao?" disse Saint guardando Mew e poi me. "Lui è chi penso io vero, P?" domandò sorridendo maliziosamente.

Annuii alzando gli occhi al cielo. Possibile che quel ragazzino cambiasse umore ogni cinque secondi?

"PIACERE P! SONO SAINT, FRATELLO MINORE DI QUESTO DEFICIENTE!" gridò salutando Mew, che sorrise.

"Non gridare Saint!" dissi io subito dopo.

Mew ridacchiò. "Piacere mio, Nong. Vedo che la pensiamo allo stesso modo."

Saint si voltò verso di me e il sorriso di due secondo prima fece spazio alla sua faccia da sadico.Ho sempre avuto l'impressione che il diavolo fosse dentro di lui. Quelle espressioni da psicopatico mi mettevano più ansia di P Zee e Mew messi insieme.

"Che diavolo è successo, P? Mi hanno detto che hai fatto rissa con Ingegneria Industriale! Da quando ti fai ammazzare di botte in questo modo?!"

"Prima di tutto... chi te l'ha detto? Non dovrebbe saperlo nessuno."

P Zee era stato abbastanza chiaro su questo punto. P Forth si era organizzato affinché nessuno ne fosse al corrente e di solito rimaneva un mistero un po' per tutti. Come faceva quel mostro a saperlo?

Saint arricciò le labbra e si guardò intorno. Qualcosa non quadrava.

"Non ti deve interessare come l'ho saputo. Devi dirmi che diavolo ti è saltato in testa!"

Sbuffai. Sicuramente i miei amici avevano parlato.

"Non devi preoccuparti. Le cose si sono già risolte. Mark aveva un tirapugni per questo le ho prese più del solito."

"Quel figlio di puttana!" quasi gridò Saint stringendo i pugni. "Se lo becco lo ammazzo." continuò.

"Tu non ammazzi proprio nessuno Saint! Hai capito?"

Annuì un po' stizzito, sedendosi sulla sedia vicino alla mia scrivania.

Guardai Mew che mi fece un cenno e capii che doveva ancora mettermi i cerotti sul volto. Tornai quindi a sedermi vicino a lui, anche se potevo percepire lo sguardo tagliente di Saint che era alle mie spalle.

"Quindi state insieme adesso?" domandò una volta che Mew ebbe finito di posizionarmi anche il secondo cerotto.

Sentii di colpo un calore estremo in faccia e alle orecchie e mi voltai verso Saint con rabbia."Devi stare zitto!" gli intimai.

Purtroppo però mio fratello non aveva mai avuto paura di me. Questo perché ero sempre stato troppo buono nei suoi confronti e lui lo sapeva bene. Bastava una parola e io facevo tutto quello che voleva.

Con lui ero semplicemente fregato.

"Beh. Siete qui, da soli. Ti sta medicando le ferite. Di solito i tuoi amici ti lasciano sul ciglio di una strada tipo cane abbandonato."

Mew rise, portandosi una mano a coprirsi la bocca.  Pure lui era dalla parte di quel maniaco!

"Siamo solo amici, Saint. Piuttosto, non avevi lezione?"

"No. Ho finito alle 16:00 e sono venuto subito qua. Ma visto che sei in ottime mani posso anche andar via."

"No aspetta. Rimani pure, io tanto devo tornare in dormitorio adesso. Devo assolutamente studiare..." disse Mew alzandosi.

Avrei tanto voluto dirgli di non andarsene e rimanere ancora un po', ma dopo tutto quello che era successo capii che forse Mew voleva rimanere un po' da solo.

"Domani ti compro i cerotti, ok?" mi disse sorridendo.

Io annuii e lui si avviò alla porta, dopo aver salutato anche mio fratello, il quale nemmeno un secondo dopo fu di fianco a me.

"ALLORA?!" gridò trafelato.

Gli tappai la bocca. Ero stufo delle sue urla.

"Se non fossi arrivato forse adesso potrei dirti di averlo baciato!"

"OH?! Scusamiiiii P Gulf." rispose aggrappandosi alla mia vita, poggiando il volto sulla mia spalla.

"Mi dispiace così tanto. Ma ero tanto preoccupato P." continuò singhiozzando.

Si era trattenuto fino a quel momento, quindi non dissi nient'altro. Saint faceva tanto il forte, ma non lo era per niente. Ero sempre stato il suo punto di riferimento e il mio comportamento ogni volta lo faceva stare in pensiero.

Da quando si era iscritto a Comunicazione Internazionale quell'anno, sapeva sempre quando mi mettevo in qualche casino e il fatto che fossi praticamente diventato Head Hazer non gli andava per niente giù.

Gli arruffai i capelli tirandogli su il viso.

"Non piangere, ok? Sto bene. Mew mi ha salvato dal prenderne ancora."

"Davvero? Ti sei lasciato salvare da qualcuno P? Allora quel ragazzo ti piace proprio."

"Beh... non avevo altre alternative. È arrivato e ha messo KO Mark."

Saint ci pensò su un attimo, strofinandosi gli occhi per asciugarsi le lacrime. "Allora gli piaci davvero tanto P. Chi sarebbe il pazzo che si metterebbe in mezzo a una rissa per te? Pensavo di poter essere solo io scemo fino a quel punto."

"Se ti dovessi azzardare a metterti nel mezzo, lo sai che mi arrabbierei il triplo con te."

"Sì lo so. Per colpa tua le persone hanno paura a parlarmi. Il fratellino dell'Head Hazer! Oddio! Non toccarlo che poi se no P Gulf ci uccide!"

Risi di gusto abbracciandolo di più. "È la cosa più giusta che potesse succedere. Nessuno deve toccarti."

"Dovrò avere una ragazza prima o poi... o un ragazzo..."

"Ti ammazzo Saint. Non ci pensare nemmeno. Devi studiare e basta!"

"Abbiamo solo un anno di differenza P! Che diavolo."

Risi di nuovo.

Nessuno doveva toccare il mio fratellino.




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Canzone nel titolo (ho sbagliato il titolo del gruppo :( è PURPLEBECK)


Saint

Saint

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