13. SCREAM

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OHM POV

Recuperai dal freezer del ghiaccio e, dopo averlo avvolto in un tovagliolo di tessuto, lo portai a Kao che se lo appoggiò vicino al labbro dove quel cretino di mio fratello lo aveva picchiato.

Mew era rimasto in piedi con Gulf vicino a lui. Potevo notare il nervoso di mio fratello dal fatto che non riuscisse a guardarmi negli occhi.

Non capivo però per quale motivo si trovasse lì. Di solito mi chiamava prima di presentarsi in camera mia. Avevo fatto aprire la porta a P Kao perché ero convinto si trattasse di Gulf, viste le tremila chiamate che ci aveva fatto, oppure Saint, il mio unico compagno di classe che avevo invitato qualche volta a studiare.

"Cosa ci fate qua?" chiesi cercando di mantenere la calma. Se mi fossi incazzato Mew avrebbe perso anche quel poco di pazienza che gli era rimasta.

"Non lo sai? Davvero?" rispose ironicamente mio fratello.

Sospirai pesantemente.

Se te lo sto chiedendo...


P Gulf prese il cellulare e, dopo aver schiacciato sul display qualche volta me lo passò, mostrandomi le foto mie e di P Kao della sera prima.

Diventai rosso completamente, mentre P Kao mi strinse la mano. Come diavolo avevano fatto a vederci? Saranno state le due o le tre di mattina, nemmeno mi ricordo!

"Lo ha visto tutta la caffetteria di Architettura, quindi probabilmente lo sapranno anche gli studenti di Agraria!"

Sbuffai. Quelli di Agraria non partecipavano mai agli eventi delle altre facoltà, figuriamoci se sapevano chi fosse la Moon dell'anno precedente.

Che poi, non c'è già un'altra Moon quest'anno?! Perché ancora pensano a Kao?!

"È stato un errore..." dissi semplicemente, restituendo il telefono a P Gulf. "Non era nostra intenzione dare spettacolo."

"Già! Non era vostra intenzione! Come non era tua intenzione dirmi chi cazzo era il ragazzo con cui ti stavi frequentando. KAO! LA MOON KAO!" sentenziò P Mew sempre più adirato.

"Dai ora calmati però. Lasciali spiegare..." cercò di mediare P Gulf, guardandomi poi con sguardo preoccupato.

Come se avessi effettivamente una spiegazione da dare! Che avrei potuto dirgli? Che P Kao era venuto a chiedermi scusa alle due di notte, e che averlo visto davanti alla mia porta mi aveva fatto venire voglia di baciarlo? Magari avrei potuto anche spiegargli come avevamo fatto pace quella notte.

Sì. Effettivamente è un'ottima idea.

"Sono venuto a chiedere scusa a Ohm. Credo che qualche fan mi abbia seguito. Di solito sto attento a queste cose ma, stavolta, avevo la testa da un'altra parte..." rispose Kao al posto mio.Lo guardai tristemente. Si era preso un pugno senza motivo. Capivo che P Mew avesse un comportamento ossessivo nei miei confronti, ma c'era proprio bisogno di prendere a pugni P Kao?

"Ma è stata anche colpa mia, P. Se non mi fossi arrabbiato con te e avessi risposto alle tue chiamate, forse non avresti abbassato la guardia e non sarebbe successo..."

"Ok, va bene la colpa è di tutti! BRAVI!" si intromise P Mew. "Quello che mi dà fastidio è il fatto che non mi hai detto che fosse lui il tuo ragazzo!" continuò, indicando Kao con odio.

"Per questo motivo! Perché sei assolutamente irritante!" quasi gridai.

P Kao mi mise un braccio intorno alla vita, cercando così di calmarmi. Non era il caso di iniziare una lotta di pugni con mio fratello.

"Smettila di toccarlo!" sbraitò P Mew di nuovo.

Notai P Gulf alzare gli occhi al cielo. "Non hai altro da dirgli Mew? Davvero? Smettila di toccarlo?"

Risi sotto i baffi. P Gulf aveva la capacità di tramutare un momento disastroso in ironico con due parole. Cercai di trattenermi, ma la faccia di P Mew ancora più adirata mi stava facendo morire.

"Sì! È mio fratello accidenti." continuò P Mew contro P Gulf.

"È grande, grosso e vaccinato, Mew!"

P Mew sbuffò e portò le braccia conserte, andandosi a sedere sulla mia sedia vicino alla scrivania.

Assurdo come avesse smesso di discutere. P Gulf doveva avergli incasinato per bene il cervello se aveva lasciato andare il discorso.

Sembrano una coppia sposata.

P Gulf ci guardò di nuovo, cercando di ricomporsi. Si passò una mano tra i capelli e solo in quel momento notai i cerotti che aveva sul volto. Come avevo potuto non vedere un particolare così grande sulla sua faccia?!

In quello stesso momento, vidi un taglio sulla fronte di mio fratello. Per poco non persi il respiro.

"Che diavolo avete combinato voi due?! P, Hai un taglio enorme sulla fronte!" dissi preoccupato, lasciando P Kao sul letto e avvicinandomi a mio fratello.

"Una rissa. Colpa mia, Ohm. Tuo fratello è venuto a salvarmi..." rispose P Gulf.

Io impallidii. "Una rissa?! P!"

"Non cambiare argomento! La mia rissa è una cavolata a confronto di quello che hai combinato tu!" rispose P Mew senza nemmeno guardarmi.

"Sei assurdo. Sono qua che mi preoccupo per te e tu fai così!"

Tornai a sedermi vicino a P Kao. Ero io ora quello incazzato nero. P Mew non mi aveva nemmeno detto che aveva partecipato a una rissa. Quel taglio era enorme e non avevo mai visto niente del genere sul suo viso.

Ok, alle superiori aveva fatto a botte qualche volta, ma solo per difendersi dai bulletti del momento.

Sbuffai mentre P Kao mi strinse di nuovo a sé. Vicino al suo labbro si stava creando un bruttissimo livido. Avrei tanto voluto girarmi e tirare direttamente tutto l'armadio in testa a P Mew, ma evitai.

"Puoi smetterla di fare così? Perché te la prendi tanto. Ne stai facendo un problema di Stato!" ci riprovai.

P Mew si voltò verso di noi con disprezzo. Quella faccia usciva fuori di rado e mai nei miei confronti. L'avevo fatto arrabbiare sul serio e non era ancora pronto a farmela passare liscia."Avete fatto sesso, vero?" domandò semplicemente.

Per poco non gli scoppiai a ridere in faccia. Cercai in tutti i modi di trattenermi e P Kao mi strinse la mano, per farmi capire che stavo esagerando.

Era impossibile rimanere seri con P Mew che mi guardava in quel modo. Potevo vedere anche P Gulf trattenere una risata.

"Che cazzo ridete!" quasi gridò P Mew guardando sia me che P Gulf.

Cercai di calmarmi, respirando tranquillamente, ma ogni volta che incontravo gli occhi preoccupati di P Mew ecco che scoppiavo nuovamente.

"Io ti ammazzo Ohm..." quasi ringhiò P Mew.

"Ok. Ok, la smetto. Ma tu sei assurdo..." risposi ricomponendomi.

"Sarei assurdo?! Io?"

"Sì. Che diavolo vuoi che ti risponda scusa? Sono affari miei lo vuoi capire?"

Lo vidi prendere un respiro profondo, forse per evitare di alzarsi e prenderci a sediate in faccia.

"Lo avete fatto?" domandò di nuovo.

Sbuffai. "Sì. Lo abbiamo fatto! In tantissime posizioni differenti! Oh, tranquillo. Siamo reverse. Così non devi nemmeno stare a chiederti chi sta sopra o sotto."

P Gulf scoppiò definitivamente a ridere mentre la faccia di P Mew passò da preoccupata a tic nervoso in meno di dieci secondi.

"Stai esagerando Ohm!" toccò a P Kao stavolta sgridarmi.

Alzai gli occhi al cielo. Perché dovevo sempre essere io quello che esagerava?

"Ok, vi prego basta o giuro che perdo un polmone!" disse P Gulf cercando di non ridere più.Io sbuffai e P Mew smise di guardarmi, rimanendo in silenzio con lo sguardo rivolto verso la finestra della stanza.

Ci eravamo svegliati da poco e tutta quella baraonda mi aveva fatto venire mal di testa. Mi portai una mano sulla fronte e subito P Kao si voltò verso di me preoccupato.

"Tutto a posto?" domandò.

Annuii. "È solo un po' di mal di testa..."

"Perché urlate invece di discutere. Forza Mew, alzati e chiedi scusa a Kao."

P Mew si voltò verso P Gulf con orrore negli occhi. "Che dovrei fare scusa?"

"Lo hai picchiato... glielo devi. Non hanno fatto niente di male quindi, forza!"

P Mew sbuffò per poi alzarsi e dire un leggero "scusa". P Kao si alzò subito dopo, abbassandosi con rispetto e chiedendo a sua volta "scusa", ma con voce più alta rispetto a quella di mio fratello.

"Ok. Ora andiamocene. Ohm ha mal di testa e noi ora togliamo le tende... va bene, Mew?"

P Mew sbuffò, ma alla fine seguì P Gulf fuori dalla stanza, lasciandoci finalmente da soli.Kao si sdraiò definitivamente sul mio letto, portando entrambe le mani a coprirsi gli occhi. Mi sdraiato accanto a lui, accarezzandogli il ventre con lentezza.

"Mi dispiace che ti sei dovuto beccare la sua ira. Scusami..." dissi sottovoce, appoggiando il volto sul suo petto.

"Sapevamo che sarebbe successo, prima o poi. La reazione di Mew è stata normale alla fine... sei pur sempre suo fratello minore."

"Sarò anche suo fratello minore, ma come puoi ben notare non sono piccolo e indifeso. Anzi."

P Kao annuì chiudendo gli occhi. Doveva avergli dato una bella botta per metterlo KO in quel modo. Contando anche, che avevamo fatto davvero tardi la sera prima... o meglio quella mattina presto?

Va beh.

"Non abbiamo chiarito." disse Ohm alzandosi un po', puntando i gomiti sul materasso."Vero..." risposi sistemandomi meglio sul materasso.

Lui sospirò e puntò i suoi meravigliosi occhi contro di me. Per colpa di quegli occhi la sera precedente gli ero semplicemente saltato addosso. Kao era così bello che a volte mi sembrava assurdo che avesse deciso di frequentarmi.

"Mi dispiace. Non avrei mai dovuto paragonarti a Earth..." disse subito dopo.

"Non mi hai solo paragonato... hai detto che per lo meno lui ha il coraggio di portarti i pink milk mentre io a malapena ti saluto quando ti vedo." puntualizzai.

P Kao annuì sospirando. "Esatto. Ti chiedo scusa. Non avrei mai dovuto dirlo... ero arrabbiato."

"E l'infermeria? Solo perché vuoi fare il dottore non devi per forza salvare tutti i cuccioli che trovi per strada! E come dimenticarci pranzo! Vogliamo davvero dimenticarcene?"

"Vorrei davvero dimenticare tutto, Ohm. Lo sai che l'ho portato in infermeria perché si era fatto male..."

"E c'era bisogno di prenderlo in braccio. Le vostre foto sono finite in Cute Boy, anche se Gulf e Mew hanno la precedenza su tutti i post..."

Kao mi accarezzò una guancia sorridendo. "Ho fatto un errore madornale... lo so. Durante il pranzo volevo dirgli la verità ma... non ci sono riuscito. Ho avuto paura che sarebbe andato di corsa da Mew a dirgli tutto."

Lasciai andare un sospiro e rimasi in silenzio. P Kao si stava impegnando nel chiedermi scusa ed era giunto il momento di mettere a freno la mia lingua velenosa.

"Ora quel povero ragazzo starà piangendo sotto qualche albero di ciliegio..." dissi tristemente.Ok. Non riesco proprio a contenermi.

"Non ci sono alberi di ciliegio qua intorno..." rispose P Kao sbuffando. "Dovrò parlargli infatti. Prima o poi..."

"Con me presente." puntualizzai.

"Ovvio... non c'è nemmeno da chiedere. Ma avrà sicuramente bisogno di una spiegazione."

Annuii. Parlare era sempre la soluzione migliore a ogni problema. Peccato che fossi uno psicopatico peggio di mio fratello, e che a discutere civilmente non ero per niente capace quando mi incazzavo. P Kao lo aveva provato sulla sua pelle.

Senza rendermene conto gli salii sulla vita, avvicinandomi poi alle sue labbra. Lo baciai lentamente, visto che si era beccato un pugno proprio lì vicino.

"Non sei più arrabbiato...?" sussurrò contro le mie labbra, mentre si stendeva di nuovo sul materasso, lasciando che le nostre bocche si scontrassero a un ritmo lento.

"Oh... sì che lo sono.... Kao..." risposi dimenticandomi di proposito dell'onorifico.

Le sue mani furono sui miei fianchi giusto un attimo dopo, e i baci si moltiplicarono, diventando sempre più decisi e profondi.

Eravamo sempre così, affamati l'uno dell'altro, pronti a combattere per chi doveva avere il controllo.

Ma quella mattina avrei vinto io e non mi sarei sottomesso per niente al mondo.

I don't CareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora