Capitolo 12

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-Giulia's pov-

"hai detto che saresti andata piano!" le ricordo, togliendomi il casco, un po' sconvolta dal viaggio. In mezz'ora ho pensato di morire almeno 10 volte.

"ma così è divertente" replica Sara, ridacchiando, per poi farsi seria, e avvicinarsi lentamente a me.
Mi afferra in fianchi, tirandomi a se.
"poi, lo sai. Non lascerei mai che qualcosa di brutto ti accadesse." mi sussurra seria all' orecchio, con voce un po' più roca, per poi allontanarsi e dirigersi verso quello che sembra un ristorante, come niente fosse.

Questa ragazza mi ucciderà. Ne sono sicura. O mi farà diventare pazza. Probabilmente la seconda opzione l'ha già completata.

La raggiungo, passandole di fianco per entrare dalla porta, che stava tenendo aperta per me.
Mi guardo intorno.
"woah" é l'unica cosa che riesco a dire, guardando questa meraviglia. Lampadari enormi illuminavano una stanza ancora più enorme, dove ordinatamente erano disposti tavoli coperti da tovaglie bianche, abbinati a sedie nere.

Sara si avvicina alla cameriera, comunicandole il nome con il quale ha prenotato, e mi sfiora la schiena, dandomi una piccola spinta per poi seguire la ragazza che ci accompagna al tavolo.
Si, il tocco di Erica era completamente diverso dal suo. E il suo mi piaceva.

La raggiungo, passando di fianco a tavoli con anziani signori che ci guardano malissimo, probabilmente sorpresi di vedere due ragazze così giovani in un posto così romantico. O forse perché ho ancora la maglia arancione acceso che ho messo per andare al lavoro.

Il mio cuore non sembra voler battere ad un ritmo decente.
Arriviamo finalmente al tavolo, e ci sediamo l'una di fronte all'altra.
"questa camicia ti sta davvero bene" noto, prima di realizzare di averlo detto ad alta voce. Arrossisco, mentre mi ringrazia. A salvare la situazione arriva il cameriere, che ci porge i menu, e fa una battutina a Sara, che sorride cordialmente.

Ci sta provando con lei? Mi sta già sulle palle.
Insomma, non perché ci sta provando, ma ha la faccia da persona cattiva, e non voglio che faccia male alla mia amica. É normale, no?
Sorrido quando noto che la ragazza di fronte a me non gli sta dando corda, e lo liquida con un "intanto scegliamo, puoi tornare dopo o devi restare qui?" che fa imbarazzante il ragazzo prima che questo si allontani.

Apro il menu, e sgrano gli occhi. C'è il cibo più strano che abbia mai sentito.
Tutta roba da ricconi, in ogni caso.
Non sono esperta, quindi mi sento un po' a disagio.
Sara se ne deve essere accorta. Insomma, si accorge sempre di tutto?
"tutto okay?" mi chiede, con un sorrisino sulle labbra
"oh si, è solo che non ci sto capendo molto" ammetto, arrossendo.
"insomma, è un posto meraviglioso, lo adoro, ma diciamo che sono una tipa più fa mc Donald" dico, abbassando la testa.

"Dio, speravo lo dicessi." esclama Sara, con tono sollevato.
Alzo la testa, sorpresa.
"non è proprio il mio genere" ammette ridendo.
"vieni con me allora." mi propone, tendendomi la mano, che afferro senza esitazione, prima di venir trascinata correndo, fino ad uscire dal locale.

Quando siamo fuori, ridiamo, al pensiero di tutti i vecchi e il cameriere che ci hanno guardato malissimo.
" e adesso? " chiedo.
Sempre tenendo la mia mano, mi trascina per qualche minuto, prima che io riesca a scorgere l'insegna della nota catena di fast food che adoro.

Un sorriso nasce spontaneo sulle mie labbra, contagiando la ragazza di fianco a me.
Entriamo e ordiniamo, senza smettere di ridacchiare. Non so perché, c'èuna certa euforia, nell'aria.
Ma va bene così, anzi, più che bene.

Dopo più o meno 15 minuti, con lo stomaco che brontola, cosa che non aiuta a farci smettere di ridere a caso, abbiamo entrambe i vassoi in mano, e ci stiamo sedendo ad un tavolo vicino alla finestra.

Sunflowers {completa}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora