Capitolo 18

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-Giulia's pov-

Sono passati due giorni da quando mi sono svegliata.
Due giorni di controlli e visite, e Sara non ha lasciato il mio fianco per un minuto, se non per andare in bagno.

L'ho obbligata a dirmi cosa aveva detto mia madre, al telefono, e semplicemente ha detto che non le interesso. Meglio così.
Abbiamo passato gli ultimi due giorni, a leggere, o meglio, lei legge i libri a me, mentre io rimango incantata, a guardare le sue labbra, che si muovono dando voce alle storie che neanche ascolto, da tanto sono incantata.

"buone notizie Giulia, oggi ti dimettiamo" annuncia la madre di Sara, entrando nella stanza come un tornado, prima di spostare lo sguardo sulla ragazza sdraiata di fianco a me, sullo scomodo lettino, ma ci va bene così.

"okay riformulo, vi dimettiamo entrambe oggi! Ancora mi chiedo perché mi sorprendo ogni volta che entro e ti trovo qui, Sara" dice con tono scherzoso, ricevendo in risposta una linguaccia, da parte di sua figlia.
Non nascondo, che a volte invidio il loro rapporto, ma sono felice che stiano così bene tra di loro. Sono due fantastiche persone, se lo meritano.

L'infermiera esce dalla stanza, dopo avermi staccato la flebo, lasciandoci sole, e dandoci il tempo di cambiarci i vestiti.
Dio benedica Carlo. Si, gli ho rubato il lavoro, ma mi dispiace, ed è stato molto gentile in questi giorni, e ha appena scritto a Sara che viene lui a prenderci in macchina. Ha accettato le mie scuse ieri, non sembra ce l'abbia con me. Ha un cuore d'oro, quel ragazzo.

"nono, tu stai ferma, ti aiuto io a vestirti" protesta Sara quando sto per alzarmi dal letto.
"ce la faccio da sola, grazie" dico, alzando i per dimostrarglielo, e finendo per terra in due secondi.
"auch" mi lamento, mentre la ragazza, che mi sta aiutando ad alzarmi, ridacchia.

"cos'è, adesso sono una bambola?" chiedo, infastidita dal non riuscire a fare le cose da sola.

"la mia bambola" specifica Sara facendomi arrossire violentemente.
Ride, mentre mi aiuta a sfilarmi quella stupida vestaglia da ospedale.
Mi mette il reggiseno, e per la prima volta mi accorgo di non essermi sentita a disagio, nuda davanti a qualcun'altro.
Nei suoi occhi non é lussuria quella che scorgo, quando mi guarda, ma una punta di dispiacere.

"hey" dico "non è colpa tua."
Sara annuisce, non del tutto convinta.
"é che, ti ho fatto la promessa di tenerti al sicuro, e ho fallito. Mi dispiace così tanto" confessa, mentre ripassa il contorno dei lividi sulle mie braccia.

"non puoi prevedere tutto. Non hai fallito, e io mi fido di te" le dico, sicura.
Sembra convinta, questa volta.
Mi aiuta ad infilarmi i pantaloni, e lo fa con una delicatezza quasi disarmante, come se fossi fatta di cristallo, e in questa situazione gliene sono grata.

Non appena mi infila la felpa grigia, noto che le mie mani sono praticamente invisibili, da tanto la felpa è grande, e mi arriva a metà coscia.
Insomma, sta grande anche a Sara, io ci nuoto dentro.
Ma è sua, é morbida, e cosa più importante, profuma di lei.

Finisco di mettere i vestiti sporchi nel sacchetto fornito dall'ospedale, e tenendomi a Sara, cammino a fatica fuori dalla struttura, dove Carlo e Greta ci aspettano di fianco alla macchina del ragazzo, intenti a scambiarsi un bacio focoso.
"beh si, credo stiano insieme" confermo ciò che Sara mi ha detto pochi giorni prima, sorridendo. Mi giro verso di lei e noto che sta sorridendo, felice che i suoi amici stiano bene insieme.

"adesso stiamo qui, e vediamo quanto tempo ci mettono ad accorgersi che li stiamo fissando" propongo, e Sara accetta ridendo, strizzando lo sguardo, quasi come se facendo così, i due ricevessero il nostro segnale in meno tempo, o con più forza.

Passa qualche minuto, prima che Greta, ancora appoggiata sulla macchina, ci noti, arrossendo e facendo allontanare Carlo, che si ammutolisce vedendoci.
"più o meno quattro minuti" afferma Sara, guardandomi. "ho vinto la scommessa" annuncia, aiutandomi ad andare verso di loro.

Greta corre verso di noi, per aiutarmi, e insieme riescono a farmi sedere in macchina, senza troppi problemi.
Mi dispiace essere un peso, ma i medici dicono che passerà almeno una settimana, prima che io sia abbastanza in forze da camminare da sola. Nel frattempo, Sara verrà a stare da me. Non che prima non lo facesse, e la cosa non mi dispiace.

Ringrazio infinitamente Greta e Carlo, per il passaggio e per essere stati vicini a Sara, prima di essere aiutata da quest'ultima a scendere dalla vettura, e avviarci verso casa mia, ma non facciamo molta strada, prima di incrociare il problema.
Le scale.

"uhm.." inizia Sara
"ce la posso fare" dico, cercando inutilmente di far leva sul piede appoggiato sul primo scalino

"okay" dice Sara, prima di lanciare il sacchetto sul pianerottolo di fronte alla porta, e prendermi in braccio stile sposi che entrano in stanza dopo il matrimonio, in modo delicato quasi come se potessi spezzarmi.
Avvolgo le braccia intorno al suo collo, e appoggio la testa sul suo petto, mentre entriamo in casa, con Sara che tira calci al sacchetto di vestiti per spingerlo dentro.

"in quell'ospedale ti hanno dato troppo poco cibo, sei dimagrita" mi fa notare la ragazza che mi tiene in braccio, prima di calciare la porta per chiuderla ed andare sul divano, sul quale si butta senza lasciarmi andare per i successivi minuti.
Non che mi dispiaccia, anzi.

So che Sara ha paura che io non mi fidi più di lei, ma quello che è successo non è colpa sua, e in questo momento non potrei sentirmi più al sicuro, tra le sue braccia, appoggiata al suo petto, a sentire il suo battito regolare.
Potrei anche morirci, in questo modo.

"dove volevi portarmi?" chiedo, alzando lo sguardo, e incastrandolo con il suo.
"beh, si può ancora fare" mi dice, sorridendo.
Il pensiero di salire sulla moto di nuovo mi fa rabbrividire, e la paura cresce dentro di me. É ancora troppo presto.
Sara deve essersi accorta di ciò che sta succedendo nella mia testa: "ovviamente, non dove intendevo andare, ma andrà bene comunque"

Mi tranquillizzo alle sue parole, mentre si alza e mi adagia sul divano, prima di dirigersi verso il frigo.
Credo abbia trovato quello che cerca, perché il suo sguardo si illumina.
"girati" mi dice, ricevendo uno sguardo confuso come mia risposta.
"in fondo é una sorpresa" spiega.

Rido mentre rotolo sul divano fino a darle la schiena.
Dopo una decina di minuti mi invita a girarmi, e un sorriso nasce spontaneo sulle mie labbra, quando vedo cosa ha organizzato.

Una coperta da pic nic é adagiata in mezzo al soggiorno, e su di essa sono disposto panini, una bottiglia di vino, e due candele che irradiano un dolce profumo di cannella.
"giuro che i panini li so fare meglio dei pancake. É la specialità della casa"  sorride facendomi l'occhiolino, mentre mi aiuta ad alzarmi dal divano, e farmi sedere sulla coperta.

"tutto questo è così.." inizio
"patetico? Stupido?" Sara cerca di finire la frase, interrompendomi.
".. Perfetto" concludo, senza riuscire a smettere di sorridere, contagiandola.

Mi versa del vino nel bicchiere, e iniziamo a mangiare.
"wow, sei davvero bravissima a fare i panini" la prendo in giro.
"modestamente" risponde lei, spostandosi i capelli con un vanitoso movimento della mano.

***
"in realtà, questo Pic-nic non è stato programmato a caso" mi confessa Sara, dopo due ore di risate interrotte da baci casti sdraiate l'una di fianco all'altra sulla coperta e guardandoci negli occhi nello stesso meraviglioso e raro modo in cui si guarderebbero le stelle.

"ah no?" chiedo sorpresa.
Che altro ha preparato? Insomma, tutto questo è più che abbastanza, per me.

"c'è una cosa che avrei voluto chiederti già un po' di tempo fa, ma non ho avuto il coraggio. E dopo varie paranoie, avevo deciso di farlo l'altra sera, ma quello che è successo lo sai. E quindi" inizia, alzandosi e mettendosi sulle ginocchia.
"adesso, sono finalmente qui" imito i suoi movimenti, e mi metto inginocchiata di fronte a lei, a poca distanza dal suo viso
"sopra una coperta da Pic-nic completamente inutile, visto che sotto c'è solo il pavimento" continua, mentre il mio cuore inizia a battere all'impazzata, al pensiero che forse, so cosa le sue labbra stanno per pronunciare
"a chiederti, di essere ufficialmente la mia ragazza."

L'aria intorno a noi si ferma.

Sunflowers {completa}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora