Capitolo 14

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-Giulia's pov-
Mi sveglio da quello che è stato insubbiamente il sonno migliore della mia vita.

Allungo il braccio per cercare il corpo caldo di Sara, ma l'unica cosa che sento è il freddo fastidioso del materasso.
"Sara?" mormoro, alzandomi dal letto.

Raggiungo il soggiorno, guardando in tutte le stanze, ma della ragazza non c'è ombra.
Sospiro, sedendomi al tavolo della cucina. Che stupida sono stata.

Fidarmi di una persona, che neanche conosco. Addirittura al punto, di farla essere la mia prima volta.
"stupida, stupida, stupida" sussurro, rivolgendomi a me stessa, arrabbiata e delusa.

Appoggio la testa tra le mani, mentre sento Milton provare a tirarmi su il morale, facendo le fusa.
Quando però mi abbasso per prenderlo in braccio, si allontana, avvicinandosi alle ciotole del cibo, ormai vuote.

"ah certo, alla fine, se non per usarmi, per cosa mi chiamano o mi conoscono, le persone?" sputo, mentre apro il mobile sotto al lavandino, e tiro fuori una bustina di cibo umido.
Non faccio in tempo a metterglielo nella ciotola, che il gatto inizia a mangiarlo.
" ingordo" lo accuso, tornandomene al tavolo.

"eppure" penso "mi ha anche portata fuori a cena. L'aveva studiata molto bene, si? E ha funzionato, perché sono una cogliona, come dice mia madre." mi insulto da sola.

Il dolore che ho nel petto si espande ad ogni secondo. Fin quando sento una lacrima calda scivolare sul mio viso.
Sono sempre stata una ragazza forte, non ho mai pianto per cose inutili, anzi, ho sempre fatto fatica ad esprimere i miei sentimenti.
Mi sto odiando.

Una seconda lacrima segue la prima, e prima che me ne accorga, sul tavolo si sta formando una piccola pozzanghera.

Mi sono fidata. E ci sono rimasta fottuta. Di nuovo.
Tiro su con il naso, prima di sentire il campanello suonare.
"chi cazzo é che rompe adesso" dico stizzita, ma non abbastanza forte da farmi sentire fin fuori dalla porta.
Mi asciugo le ultime lacrime cercando di avere un aspetto almeno decente, prima di dirigermi alla porta, respingendo in un angolo, l'illusione di trovarmi Sara davanti, dicendo che era un malinteso, ma sento che non sarà così.

Non faccio in tempo ad aprire, che Sara entra in casa mia, con due sacchetti della spesa pieni in mano.
Non mi guarda neanche, mentre entra e poggia i sacchetti sul tavolo.

"ho aperto il frigo stamattina, volevo farti la colazione, e non hai letteralmente niente! Cioè, lavori in un supermercato e non... Hey che succede?" chiede, quando finalmente si gira a guardarmi.

Scuoto la testa, dandomi ancora della stupida.
Avevo davvero sospettato che questa fantastica persona mi avesse fatto una cosa del genere?
In realtà si. Le persone che ho sempre ritenuto migliori, si sono rivelate le peggiori.

Ma con lei é diverso.

"niente, tranquilla. " dico, con voce più tremante di quella che avevo previsto. Le sue braccia mi avvolgono il collo, e mi ritrovo di nuovo nel posto giusto, mentre inspiro il suo profumo.
Avvolgo le braccia intorno ai suoi fianchi, e le stringo la maglietta da dietro, quasi non volessi più lasciarla andare.

"hai pensato che ti avessi usata, per poi andarmene, vero?" mi chiede con tono quasi ferito.
Annuisco lentamente in risposta.
"mi dispiace di aver dubitato di te" mormoro.
"è okay" mi risponde, senza accennare a volermi lasciare.

"voglio solo che tu sappia che sono l'ultima persona che lo farebbe." mi dice con tono serio.
"lo so, lo so benissimo, ma il mio cervello inizia a viaggiare senza che lo poss-"
"tranquilla" mi interrompe allontanandosi un po' da me, recuperando il suo sorrisetto.

Sunflowers {completa}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora