17.

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Ero in pieno ritardo!! Era stata la notte più bella di tutte ma ora dovevo andare, presi i miei jeans neri che stavano sulla sedia, il mio maglione rosa e mi feci una pettinatura a caso,

Presi il caffè e uscíí inseguita da mia madre <<Agatha non hai fatto colazione>> col caffè ancora bollente fra le mani <<Mh mamma devo andare sono in ritardo! Di a Jason che torno prima delle 16 E di guardare sul comodino>>

Andai dritta in macchina anche perché quel caffè mi stava ustionando le mani..Jason non si era accorto che ero andata via, era in boxer nell letto con tutti i capelli disordinati ma bellissimo come la prima volta.

Oggi avremo iniziato le cose per il concorso quindi non solo vestiti, ci mettevano alla prova per tutto. <<Agatha ma che fine hai fatto>> marie mi stava al passo mentre io con velocità estrema davo ordini.

<<Tu, vai al reparto seta, dobbiamo trovare una bella stoffa>> <<allora, per te ho un buon compito devi riuscire a fabbricare delle scarpe o per lo meno provarci>> <<Ma signorina Agatha noi non produciamo scarpe!!>> <<Improvisiamo>>

Marie mi stava dietro come una sanguisuga <<Agatha! Dove sei stata che è successo>> <<È arrivato jason>> le dissi solo. Era felice per me si misi a saltare come una matta ma come darli torto, ero stata parecchio male e un pó di felicità non guastava.

Andai diretta al mio ufficio con le mille chiamate che avevo ricevuto andavo nel pallone..<<Rispondo io tutto ok>> i telefoni di tutta la fabbrica suonavano insistentemente ma per fortuna c era Marie, Come avrei fatto senza lei.

<<Pronto? Ufficio della nationality mode ci dica>> si, un nome banale per la fabbrica ma che volete farci mia madre aveva messo a repentaglio tutto per questo nome.

<<Agatha sono i russi parlano di un incontro, e se siamo d accordo alla loro offerta del concorso..>>  al momento pensai "chi me lo sta facendo fare.." insomma era un concorso tutto poteva succedere, tutto doveva essere perfetto. E cosa davvero importante dovevamo fare cose che non erano nel nostro ambito

<<si, accettiamo>> così entrammo a far parte del concorso. Marie si mise in agitazione. <<Cosa abbiamo fatto. Ti rendi conto! Noi facciamo vestiti non produciamo calzature gioielli ecc ecc>>

Io la tranquillizzai <<Vedrai, un modo lo troviamo>> erano giunte le 16 e in tutte quelle ore avevo organizzato una specie di assemblea, non ero la tipa che metteva a lavorare di notte ma avevamo bisogno di questo almeno provare , avevo dato ordini a tutto il gruppo, avevo dato tutte le stoffe per ricreare quello che doveva essere perfetto.

Così, giunsi a casa verso le 18. Mio marito era seduto sul divano e mi guardava, nessuna parola così rompetti io il ghiaccio..<<bhe, com è andata la giornata>> lui continuava a guardare mentre io lo fissavocon un sorriso da mongola, mi facevo quasi pena.

<<Agatha ti rendi conto? Dovevi ritornare alle 16 e invece hai fatto gli straordinari. Avevi promesso che saresti stata qui.>> io lo guardai dispiaciuta sapevo che voleva che io stessi bene <<che problema c'è?, è il mio lavoro ciò per cui ho dato la mia anima! Io ti chiedi scusa per averti promesso quel che non ho potuto mantenere però è importante per me, è in atto un concorso, dopo questo nient altro mi opporrà a starti vicino.>>

Lui si alzò in piedi e mi prese le mani. <<Agatha tu pensi che io ti voglia solo al mio fianco? Per questo pensi che starei seduto sul divano a rimproverarti? Non è così. Io ti amo e so che è un lavoro pesante e non voglio che ti stanchi dopo ore e ore>>

Andammo a dormire con mille pensieri in testa non sapevo che fare davvero..

Per Agatha il suo lavoro è la sua vita, stare assente anche una settimana le fa sentire la mancanza e Jason deve capirla..ci riuscirà?

Heaven- COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora