Capitolo 5

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Mi odiai quando la voce mi si spezzò alla fine della frase, non ne potevo più della mia vita, pensai amaramente. Mi guardai intorno e vidi che altre persone ancora erano uscite lì fuori per vedere cosa stava succedendo. Alex si alzò guardando Damien lì per terra che si puliva il sangue che scendeva dal labbro inferiore.

"S-stai bene?"

Chiesi al ragazzo rosso, odiai Alex in quel momento, con tutto il cuore.

Damien si alzò e guardò prima Alex e poi me.

"Non devi andare se non vuoi."

Disse ed io mi sentii spaventata e gli occhi iniziarono a pizzicarmi. Mi costrinsi a non piangere davanti a tutti e pregai che tutto questo finisse presto.

"Va tutto bene."

Sorrisi ma non ero convinta di ciò che avevo detto.

"Ancora?"

Alex si avvicinò pericolosamente a lui ma riuscii a girarmi in tempo mettendogli le mani sul petto e guardandolo.

"Ti prego. Basta."

Gli occhi ormai lucidi e la voce tremante lo fecero calmare, perché mi guardò e rividi quel suo sguardo, si sentiva in colpa.

"Cosa avete da guardare?! Tutti dentro forza"

Urlò John facendo rientrare tutti dentro insieme ai tre ragazzi appena conosciuti. Eravamo rimasti io, Alex, John e Lily.

"Stai bene?"

Corse Lily verso di me abbracciandomi ed io sorrisi annuendo. John non parlò, ed Alex era fermo nella sua posizione.

"Andiamo."

Disse poco dopo. Era come se John volesse fare qualcosa ma non poteva.

"Ci vediamo a casa."

Dissi e per un secondo non riconobbi più Lily. Si avvicinò ad Alex e cominciò ad urlargli contro.

"Pezzo di merda! Ora mi ascolti, falle qualcosa e ti taglio il pisello. Non me ne frega che sei l'amichetto di John."

Quest'ultimo rise e la prese per mano portandola via, così rimanemmo io e lui, nel silenzio.

La mia mente vagava senza capire più niente, mi girava tutto e mi tenni la testa un secondo per riprendermi da tutto.

"Tutto bene?"

Chiese Alex avvicinandosi.

"Secondo te? Prova a tirare ad indovinare."

Sbottai e le lacrime scesero.

"Cazzo."

Dissi a bassa voce. Le asciugai velocemente e mi guardai intorno per cercare un'uscita per andare via senza essere vista da tutte le persone che erano dentro. Presi i miei stivali e sentivo il suo sguardo fisso su di me.

Li indossai saltellando prima su un piede e poi sull'altro. Avevo bisogno di spiegazioni.

"Ce ne possiamo andare?"

Chiesi furiosa e lui annuì senza fiatare.

Lo seguii e uscimmo attraversando il campetto, ringraziai il fatto che non dovevamo passare da dentro, ma da una piccola porticina di legno nascosta dall'erba, come aveva fatto a vederla?

"Come l'hai vista?"

Chiesi come se non mi importasse davvero.

"Beh, conosco la casa..."

Disse quasi come se si sentisse in colpa, così la domanda seguente veniva da sé.

"Di chi è?"

A complicated story // #Wattys2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora