Ci sono giorni in cui l'unica cosa che hai voglia di fare è stare da solo con te stesso e non parlare con nessuno, momenti in cui tutto ciò che hai bisogno di fare è passeggiare e lasciare libero sfogo alle tue emozioni; non so se vi è mai successo ma a volte sento il bisogno di correre via da tutto, rifugiarmi per le strade della città, passeggiare indisturbata con le cuffie nelle orecchie e i miei occhi che saettano sui di visi ogni passante che incontro, cerco di capire cosa pensano in quel momento quali emozioni provano. Ci sono persone che camminano a testa alta, petto in fuori e schiena dritta, sembrano sicuri di se stessi e impassibili ma, la maggior parte delle volte, sono persone vuote che pensano solo all'apparenza; altri invece passeggiano in gruppo, parlano, scherzano e sorridono, spesso sono ragazzi realmente spensierati che, anche se per qualche ora soltanto, mettono da parte tutti i problemi e vivono la vita che merita di essere vissuta al massimo. Ho sempre invidiato coloro che sono in grado di non pensare, di oltrepassare tutto, di rialzarsi sempre e comunque, non sono mai stata una ragazza capace di affrontare il dolore per poi renderlo parte del passato; fortunatamente la mia infanzia è sempre stata piena di carezze e balocchi, non avevo mai lontanamente sperimentato la voragine che si crea nel momento in cui tutto ciò che hai sempre avuto, tutte le tue certezze crollano lasciandoti di fronte all'oscurità e all'ignoto. In pochi mesi mi ritrovai ad assaporare ogni singolo aspetto della realtà, mi ero ritrovata a dover fare i conti con tutte le sfaccettature del mondo reale, non ero più in quella bolla ovattata in cui avevo vissuto negli anni precedenti. Avevo una scelta molto importante da fare e necessitavo disperatamente di aria fresca così decisi di uscire subito dopo le lezioni.
<< Dove vai? >> mi chiese Stephanie vedendomi indossare dei leggins e un parka
<< Ho bisogno di una passeggiata >> sospirai portando la cinghia della borsa sulla mia spalla
<< Vuoi che venga con te? >> mi chiese dolcemente nel momento in cui qualcuno bussò alla porta
<< No tranquilla, ho bisogno di pensare >> dissi aprendo e trovando davanti a me il mio migliore amico << Come diavolo fai ad entrare qui ogni volta? >> domandai divertita
<< Phil il custode ormai mi ama >> rispose vantandosi mentre si poggiava allo stipite
<< Styles >> sorrisi scuotendo la testa
<< Esci con noi? >> domandò subito vedendomi con la tracolla sulla spalla
<< No Haz, vado a fare un giro da sola >> risposi
<< Oh sei sicura? Sai non vorrei che la piccola possa avere problemi >> disse premuroso carezzando il mio pancione
<< Non glielo hai detto ancora, vero? >> ridacchiò Stephanie
<< No >> scossi la testa
<< Dirmi cosa? >> chiese preoccupato Harry
<< Mi devi dieci sterline, Styles >> rispose soddisfatta la sua ragazza
<< E' un maschio?! >> chiese sorpreso
<< Si, l'ho saputo ieri >> risposi imbarazzata volgendo lo sguardo verso il mio piccolo tesoro
<< Bene, complimenti davvero! Fai l'ecografia più importante della gravidanza e non chiami lo zio Harry >> disse battendo le mani fintamente arrabbiato
<< Oh andiamo non farla tragica >> lo canzonò Steph avvicinandosi per dargli un bacio sulla guancia
<< Stai zitta traditrice >> la riprese lui
<< Cosa ho fatto? >> chiese la rossa
<< Lo hai saputo prima di me e non mi hai detto niente >> piagnucolò il riccio
<< Ragazzi basta, per favore, ho già un figlio a cui pensare, non posso badare anche a voi due >> li ripresi scherzosa
<< Scusa >> risposero quelli in coro facendomi ridere di gusto
<< Va bene >> risposi << Vi lascio al vostro amore, mi raccomando mi basta diventare mamma, non fatemi diventare anche zia >> li ammonii prima di andare via e lasciare Stephanie con il viso bianco cadaverico ed Harry a grattarsi le parti basse per scaramanzia.
Ancora felice del piccolo dibattito appena avvenuto con i miei due migliori amici, mi incamminai verso la caffetteria del centro per un bel cappuccino con cioccolato.
Con il bicchiere di cartone tra le mani, mi accomodai su un'altalena in un angolo remoto del parco accanto al bar e mi rinchiusi nel mio guscio; mi persi nei miei pensieri, iniziai ad immaginare come sarebbe stato se Louis fosse rimasto con me, mi avrebbe certamente sostenuta, mi avrebbe stretta tra le sue braccia nei momenti di paura e mi avrebbe detto di amarmi con tutto se stesso e che insieme avremmo superato tutto. Immaginai i suoi occhi blu carichi di emozione puntati sullo schermo dell'ecografia nel momento in cui la ginecologa ci annunciava il sesso del bambino, la sua mano intrecciata alla mia e le sue labbra distese in un leggero sorriso, simbolo della sua gioia e del suo orgoglio. Con i piedi ancora poggiati a terra, mi dondolai avanti e indietro sentendo le lacrime scorrere lentamente sul mio viso e bagnare le mie guance, ciò che mi condusse ad avere dipinto sul volto un sorriso amaro fu la consapevolezza che probabilmente il mio piccolo non avrebbe mai conosciuto il suo papà, non avrebbe mai potuto sapere chi la sua mamma amava così tanto e non avrebbe mai potuto ascoltare quella voce melodiosa risuonare per tutta la casa mentre cantava i Te Fray. Di una cosa, però, ero certa: mio figlio avrebbe conosciuto le parole che il suo papà mi aveva dedicato, gli avrei cantato costantemente quella splendida canzone che Louis aveva scritto.
C'era una frase che mi ronzava nella testa da quando avevo scoperto la mia gravidanza: reality ruined my life... la realtà ha rovinato la mia vita, mai come in quel momento potei sentire realmente mie quelle parole, la realtà mi aveva buttata giù ed io, in quel momento, in quel parco, decisi di combattere, non mi sarei fatta buttare giù, avrei donato a mio figlio la vita migliore che potessi regalargli e lo avrei fatto anche a costo della mia stessa vita. Quel giorno decisi finalmente di crescere, di scrollarmi di dosso i piagnistei da bambina, di rimboccarmi le maniche e cercare di essere la madre migliore per mio figlio. Quel giorno decisi che sarei tornata a Doncaster.
NOTE DELL'AUTRICE:
Finalmente sono tornata!! Vi chiedo immensamente scusa, sono sparite, non aggiorno da una vita e il capitolo è cortissimo ma sabato ho un esame all'unversità e non ho davvero tempo :( Stasera sentivo il bisogno di scrivere e spero davvero tanto che il capitolo vi sia piaciuto tanto da commentare e votare <3
Se vi va passate dalla mia ff su Harry, si intitola " Se questo è un sogno, ti prego non svegliarmi"
vi lascio i miei contatti:
twitter: @JustGiuliaM
instagram: hazza_e_scheggia
facebook alle pagine ( cerchiamo admin): " the reason for my smile? One Direction" e " One Direction News e Fan Fiction)
vi amo
grazie di tutto
a presto
baci
SCHEGGIA<3
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Neutron star collision
FanfictionIo ero alla ricerca tu eri in missione poi i nostri cuori si combinarono come una stella di neutroni in collisione Ora non mi è rimasto nulla da perdere ti sei presa il tuo tempo per scegliere posso dirti senza nessuna paura che il nostro amor...