31 - Amore

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Rientro a casa, sfinito, e togliere le scarpe e buttarmi sul divano sono praticamente azioni simultanee. Sbuffo rumorosamente.

"Bentornato." Mi urla Kacchan dal corridoio, sento i suoi passi farsi più vicini alla sala.

Mugolo una specie di saluto, portandomi un braccio sugli occhi per coprire la luce. Dormire. Ho solo bisogno di dormire.

Maledetto il giorno in cui ho deciso di essere indipendente.

Maledetto il giorno in cui mi hanno effettivamente preso come fattorino in quel ristorante.

Non ho più ordinato cibo a domicilio dopo il mio primo turno, storia ormai di una decina di giorni fa, e pare che con l'esperienza aumenti anche il carico di lavoro.

La gente ordina decisamente troppo cibo, troppo caldo, e lo vuole troppo in fretta.

"Giornata pesante?" La voce di Kacchan, morbida e ora poco distante alle mie spalle, mi avvolge come una coperta calda, l'ideale per conciliare il sonno.

Di nuovo, mugolo in segno d'assenso.

Sento il divano sprofondare all'altezza delle ginocchia, poi ai lati della testa, e il suo corpo aderisce al mio emanando calore.

"Poverino..."

Soffia quella parola sulle mie labbra, poi le sfiora con le proprie.

Sorrido e sollevo il mento quel tanto che basta per arrivare a baciarlo, e tutta la mia fatica si riversa in quel dolce contatto.

Sposto il braccio dagli occhi e lo passo dietro al suo collo; la gravità collabora e lo trascina più vicino a me, affondo nel cuscino.

Ci baciamo lentamente, svogliatamente, i suoi sospiri tiepidi sul mio viso stanco, e traggo forza dalle sue labbra e dalla sua lingua come una foglia dal sole.

Interrompe il nostro pigro contatto per imprimere un ultimo bacio a stampo sulle mie labbra, poi si tira su a sedere, lasciandomi riemergere dal cuscino imbottito.

"Se sei così stanco,"

Mi solleva le gambe per infilarcisi sotto, come fossero una coperta, dato che sto occupando tutta la lunghezza del divano. Si appoggia allo schienale e mi guarda di sbieco, mentre mi porto le mani sotto la testa in modo da sollevarmi quanto basta per vedergli il viso, in attesa.

"ti do una buona notizia."

Curioso, cerco di alzarmi un po' di più, e lo invito a continuare con un cenno del viso.

"Ho i risultati di vendita di questa settimana, e superano la media del primo volume del 40%." Sorride fiero, mentre m'informa, anche se sembra piuttosto stanco anche lui.

Ha gli occhi grinzosi, appena incavati, e solo un filo d'occhiaie.

Gli sorrido ampiamente, aggrappandomi alla stoffa per tirarmi su; appoggio un fianco contro lo schienale senza togliere le gambe dalle sue.

"È fantastico!"

Il suo secondo romanzo è uscito da poco più di una settimana, e il successo è stato enorme.

Il primo libro è piaciuto, ma c'è voluto del tempo perché prendesse piede. È diventato piuttosto famoso nel suo genere in relativamente poco tempo, ma era comunque uscito dal nulla, nessuno conosceva il titolo o tanto meno l'autore.

Ha fatto da apripista, diciamo.

Questo, invece, è 'il seguito'.

Chi lo compra sa che non è un esperimento, ma è già il secondo di una saga. Chi lo vede in libreria ha già sentito quel titolo prima, qualcuno gli ha parlato di quella collana.

Per merito d'un treno • KatsudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora