9 - Ragazze

5.2K 300 96
                                    

Entro con un sorriso imbarazzato.

Prima venivo spesso qui, ma ormai sarà almeno un anno che non ci torno.

La cameriera, una ragazza che non ho mai visto, mi chiede se ho prenotato. Gli fornisco il nome di Uraraka e lei mi indica una stanza secondaria, informandomi che il mio amico era già arrivato.

La ringrazio e seguo la direzione del suo dito, finché non riesco a vedere Iida, in anticipo come sempre. Mi fa cenno in modo decisamente eccessivo, come se dovesse dare indicazioni a un pilota per atterrare. Già, mi era mancato.

Lo saluto con la mano, e appena mi siedo ci lanciamo in una di quelle conversazioni da "da quanto tempoooo", "come va?" e "che mi racconti?", finché non più di cinque minuti dopo, ecco una chioma mora e gonfia apparire all'orizzonte.

La conversazione è piacevole e divertente; è cambiato molto, sì, ma in fondo non tutto.

Ordiniamo, parliamo, mangiamo e ridiamo. Ripensare ai vecchi tempi è nostalgico e esilarante. Ne sono successe di cose, in tre anni di medie.

Verso il dolce, Uraraka si ricorda del mio messaggio, in cui dicevo loro di avere novità da raccontargli.

"Ah, sì, beh non é niente di che in realtà..."

"No, ormai ce lo dici, Deku"

"Ho incontrato Kacchan, di recente..."

Cala il silenzio. Mi fissano come se avessi appena cambiato colore, e posso capire perché.

"Cos-come, quando?!"

"A un corso dell'università."

Iida guarda Uraraka in cerca di approvazione prima di parlare.

"Ed é sempre..." muove la mano nell'aria come a descrivere un aggettivo che non riesce a mettere in parole. Capisco cosa intende, e sorrido.

"È molto cambiato."

Considero se limitarmi a questa descrizione. So che spiegare il suo attuale carattere mi riuscirebbe male, dato che non lo riesco a comprendere. I miei amici, però, pendono dalle mie labbra. Mi convinco a lanciarmi in una vaga descrizione.

"È sempre calmo... Cioè, è sempre Kacchan, ma molto più pacato. Nel senso, non é più v-" mi blocco a metà della frase, e il mio sorriso divertito si spegne, nel ricordo del recente episodio.

Uraraka e Iida si scambiano un'altra occhiata, e lei riferisce il messaggio. "Non é più...?"

Mi schiarisco la voce, distolgo lo sguardo. "Niente. É molto cresciuto."

Potevo andare avanti, mi dico, in fondo non é che sia stato violento.
Mi ha solo afferrato un polso, nulla di grave.

L'istinto mi aveva portato a proteggermi la faccia per l'abitudine dei vecchi tempi, nulla di più.

Eppure, lui doveva essere molto arrabbiato, per avermi mandato via subito dopo.

In ogni caso, per qualche motivo non lo dico ai miei amici, e me ne sento colpevole.

"Beh alla fine non é che tu lo conosca così bene ormai, è passato molto tempo." Iida fa notare i fatti, ma per me é come cadere dalle nuvole.

Non lo conosco? No, io lo conosco meglio di chiunque altro. Lo conosco da sempre.

Ma sono passati cinque anni, e io già non lo capivo da molto. Ora, è quasi uno sconosciuto per me. Sul serio ero stato tanto arrogante da pensare che essere amici a otto anni mi rendesse la persona a lui più vicina? 

"Sì, in effetti... Come puoi sapere tutte queste cose da un solo incontro...?" Concorda Uraraka, guardandomi incalzante.

"Un incontro? No, no, avete capito male! Siamo proprio in corso assieme, e siccome io ho il treno a orari scomodi e lui ha un appartamento là spesso resto da lui o facciamo un giro."

Entrambi mi guardano con occhi sbarrati.

"A casa sua?"

"Solo tu e lui?"

Annuisco ad entrambe le domande.

"Ma non hai... Che so, paura?" Uraraka rabbrividisce.

"O almeno soggezione." Precisa Iida.

Io scrollo le spalle e scuoto la testa.

"Ve l'ho detto, è cambiato. E poi, é sempre Kacchan. Sarà stato una testa calda, ma lo conosco da sempre." Il dubbio novello che il mio amico mi ha instillato brucia nel retro della mia gola come alcol mentre pronuncio questa frase.

Lo conosco da sempre. Sì. È così. È così? Lo dico cercando di convincere me stesso, ma fallisco.

"Ma di che parlate tutto quel tempo?"

"Oh, beh, di tutto... Anche se in realtà lui è molto silenzioso, e io non mi sento di parlare molto quando sono con lui."

"Ah, ecco, quindi sei in soggezione."

"No, non per quello." Mi affretto a sventolare le mani nello spazio tra di noi. "È che... Si instaura questo silenzio calmo e piacevole con lui che è un peccato romperlo, e poi quando io inizio a parlare poi non smetto finché non mi fermano, e lui si irriterebbe e anche se ora è sempre così calmo, e non perde la pazienza tanto spesso, si vede che a volte vorrebbe-"

Per fortuna, Uraraka mi interrompe.

"Sì, sì, ok, abbiamo colto il concetto. In pratica ti piace stare in silenzio con lui e basta."

Analizzo e soppeso le sue parole, per rendermi conto che é quello che facciamo per la maggior parte del tempo.

"Beh... Sì."

Iida sembra particolarmente perplesso, mentre Uraraka mi fissa come se cercasse di vedere qualcosa di molto lontano.

Poi, di colpo, si allunga in avanti, per studiarmi il viso da più vicino.

Da molto vicino.

"Che- che succede? Che fai?"

"Mmmh," Lei mi guarda ancora per qualche secondo, poi si getta indietro sulla panca. "Ho capito." Sentenzia. "Ora dimmi," Mi fissa con aria magnetica, puntando gli occhi nei miei con estrema serietà.

Poi, di colpo, sfodera il più largo classico sorriso scemo mai visto. "Ragazze?"

"R-r-r-ragazze? Ma ch-che dici?! Io non-"

Lei ride, e io mi rendo conto di quanto quella domanda mi abbia messo automaticamente in ansia. Perché continuavo a essere uno sfigato studente delle medie?

Ridacchio, poco convinto, poi noto nella sua espressione una sorta di soddisfazione, come se le avessi appena dato esattamente quello che voleva.

Si aspettava quella reazione? Era davvero così ovvio che non avessi una ragazza?

Poi un rumore come di un gatto che sputa una palla di pelo mi fa voltare di colpo; Iida si sta strozzando con la sua bibita.

Evidentemente, non ha ancora imparato a ridere in modo normale. Nemmeno lui è poi cresciuto così tanto.

Entrambi ci fiondiamo al soccorso, ridendo. Siamo sempre noi, in fondo, anche dopo tutto quel tempo.

Il resto della serata passa tranquillo e senza ulteriori rischi di morte, né per imbarazzo, né per soffocamento.




<<<<<Ebbene>>>>>

Come promesso, sto continuando la storia. Preparatevi, perché da ora ci sarà qualche capitoletto di passaggio come questo, abbastanza noiosi. Spero di ridurli al minimo, e cercherò di renderli più interessanti possibile.

Detto ciò, grazie di aver aspettato così tanto, mi odiate, lo so.

Mi dispiace veramente tanto.

-Kisu ; -*

[capitolo revisionato]

Per merito d'un treno • KatsudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora