30 - Ex

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"Non è andata così male."

"Tu non puoi saperlo! Non c'eri."

Kacchan sbuffa, fissa gli occhi nei miei per zittirmi. "Non può essere andata così male. Non era un test d'ingresso, ti hanno chiesto se sai andare in bicicletta."

"Sì ma mi guardavano come se non credessero che ne fossi in grado!"

Decisamente più disperato del dovuto, abbandono la testa sulla spalla di Kacchan, mentre camminiamo per le strade illuminate nella prima sera.

Quando mi sono trasferito ho promesso a me stesso che sarei stato indipendente, e in questa decina di giorni ho esaminato gli annunci di vetrine e giornali per lavoretti part time che potessero andar bene con gli impegni dell'università.

Eccomi qui quindi, appena uscito dal mio colloquio come fattorino di un ristorante in cui non ho nemmeno mai mangiato.

Suppongo che dovrò trovare qualcos'altro.

"Che t'importa, poi, puoi fare di meglio che scarrozzare da mangiare."

Accetto il tentativo di Kacchan di tirarmi su di morale, ma non mi aiuta molto. Il calore emanato dal suo corpo è molto più confortante.

"Bakugou?" Poi, una voce alla nostra sinistra mi distoglie dalle mie pene. "Bakugou, sei tu!"

Ci voltiamo entrambi verso il suono sconosciuto, e il mio sguardo si sposta nell'aria fino ad individuarne la fonte più probabile. Un ragazzo dai capelli rosso intenso ci corre incontro sventolando una mano.

"Ah! Non mi dire," Punta gli occhi castani su di me, per un attimo perplesso, con un gran sorriso. "Midoriya?!"

Finalmente lo riconosco, e mi rimprovero mentalmente per non esserci arrivato subito.

"Kirishima-kun!" Esclamo. "Quanto tempo!"

Mi saluta con una pacca energica sul braccio e ricambio il suo sorriso.

Era un nostro compagno alle medie, e andavamo piuttosto d'accordo, anche se non era proprio tra i miei migliori amici.

Direi invece che fosse più vicino a Kacchan, era l'unico in classe che sembrava non notare affatto i suoi scatti d'ira.

"Già! Non ci vediamo da un po', eh? Però, che coincidenza trovarci qui! E soprattutto, che strano vedervi assieme." Mette su una strana espressione, probabilmente ripensando al nostro rapporto di qualche tempo fa. "Che ci fate tutti e due da queste parti?"

"Ci viviamo." Risponde Kacchan, allontanandosi da entrambi di un passo senza particolare emozione. L'espressione corrucciata di Kirishima mi porta a dare una mano alla conversazione.

"Ci siamo trasferiti qui per studiare. Frequentiamo la stessa università."

Questo sembra più chiaro, il suo viso s'illumina. "Ah! Grande, è bello vedervi andare d'accordo."

Sorrido, piuttosto in imbarazzo, e sono indeciso sul da farsi. Dovremmo dirglielo? Non ci sarebbe nulla di male, e anzi, sarebbe la cosa giusta da fare.

Consulto Kacchan con la coda dell'occhio, per avere il via libera dalla sua espressione.

Ma non lo ottengo.

Ha una sorta di lieve smorfia in volto, e lo sguardo controllato e scuro.

"Già..." Mormoro allora, semplicemente. Non capisco cosa sia successo, e cerco di evitare ulteriori danni.

Mentre provo a riprendere il filo del discorso, nel tentativo di non lasciar notare nulla di strano, una suoneria ronzante interrompe il nostro incontro.

Per merito d'un treno • KatsudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora