15

9 4 0
                                    

Aron pov's
Io,le prime mancanze le ho avute da piccolo.Quando mia madre stava via di casa fino a tarda serata e quando mio padre era troppo preso dal suo lavoro e da sè per accorgersi del figlio più piccolo che non aveva seguito ciò che gli aveva imposto solo perchè non voleva finire con lui:Cornuto e con una vita che non lo soddisfaceva abbastanza.Quando si dimenticavano chi doveva venirmi a prendere dalla palestra ed ero costretto a tornare a casa da solo,quando tutti mi andavano contro e non trovavo nessuno a supportarmi,ma solo tanta gente pronta a giudicarmi.
Io di mancanze ne avevo avute e ne continuavo ad avere ancora oggi,eppure era da un po' di tempo che queste mancanze venivano riempite,e io così egocentrico come sono non volevo ammettere che quella che fin da subito avevo considerato una palla al piede era la causa di tutto questo.A me non piaceva dipendere dalle persone ed è per questo mi ero ripromesso di non dipendere mai da nessuno e invece eccomi qui,appoggiato al bancone della cucina di casa di Luna ero diventato dipendente dal suono della sua risata e dai suoi lineamenti angelici,purtroppo,sempre un pò turbati,ma dubito che l'avrei mai ammesso ad alta voce.Quanto pagherei per entrare nella sua testa e caprila ancora di più,quanto pagherei per sapere cosa la turba così tanto e che stava cercando di nascondere sorridendo.

"Vorresti tornare in Italia?"me ne esco così,dal nulla,la faccia della ragazza di fronte a me passa in un istante da sorridente a cupa,come se la mia domanda l'avesse turbata.Fin da subito capisco che non mi risponderà sinceramente,e io odio le bugie e i bugiardi,allora decido di giocare la mia carta migliore."Se tu ti apri con me,io lo faccio con te" dico,le faccio intendere che dopo la sua risposta potrà chiedermi tutto ciò che vuole,e ovviamente non rifiuta.                   
"così giochi sporco però." dice continuando a fare ciò che stava facendo.Sorrido spavaldo e mi avvicino silenziosamente,la prendo per i fianchi e la faccio girare verso di me.La bacio.Le sue labbra emanano una dolcezza unica,proprio come lei,una dolcezza che non sapevo di avere bisogno e che sarebbe diventata per me una droga.                                                                                         
Le mie intenzioni,stamattina,erano quelle di chiudere qualsiasi cosa ci fosse tra di noi per evitare di trascinarla in tutta la merda che mi porto appresso,eppure,vederla sempre così bella e semplice mi aveva fatto capire che qualsiasi cosa ci fosse tra di noi doveva continuare,a lungo.     
Ero convinto che nessuna bocca si sarebbe incastrata perfettamente con la mia come faceva la sua.Sapevo che non dovevo avvicinarmi a lei,così tanto,sapevo che l'avrei rovinata,e sapevo anche che lei non meritava male,ma solo tanto bene,perchè aveva la faccia di una che ne aveva passate tanto,ma che non voleva farlo vedere,che non voleva la pena e la compassione di nessuno,la compassione e la pena la spaventavano,e per questo mi ricordava molto me.
Eravamo simili,eppure così diversi.
Per quanto la voglia di continuarla a baciare sia tanta non mi ero dimenticato della domanda che gli avevo fatto.                                "allora?"sussurro sulle labbra,abbassa leggermente gli occhi,completamente rossa in viso.Odio doverlo ammettere ma mi fa sorridere,mi calma così tanto.
"Io amo il mio paese,tantissimo,ci tornerei senza ombra dubbio se volessi ricordare tutto quello che è successo lí,tutto quello che ho passato.Per questo penso ci vorrà un po' di tempo"mi sorride leggermente e abbassa gli occhi.Le accarezzo la guancia e sembra subito rilassarsi.
Adoravo l'effetto che avevo su di lei.
"Ora però,raccontami qualcosa di te.Qualsiasi cosa,fai tu." vista dall'alto sembrava perfino più bella.Vedendomi forse troppo preso a guardarla mi richiama dandomi un bacio a stampo,gesto che mi fa sorridere."Parlami di cosa fai,abbiamo quasi sempre parlato di me,di ciò che faccio nella mia vita,dei miei sogni.Ma mai di quali sono i tuoi sogni,di ciò che fai o vorresti fare."
Come spiegare la merda in cui mi trovavo?     
"Non mi piace parlare di me,ma pensò che tu l'abbia già capito.
Non mi mancava nulla,non mi è mai mancato nulla se non due genitori su cui contare,sai,due genitori che ti stiano accanto,che ti supportino.
Beh,io,non li ho mai avuti.Ho sempre avuto solo tante parole pesanti da parte di mio padre e troppe parole inutili da mia madre,se ripenso al rapporto che avevo con lei prima che succedesse tutto questo mi viene da vomitare."dico ricordandomi di tutto il male,nonostante tutto,che quella donna mi ha causato.Mi accarezza i capelli e porto la testa indietro.
"Perché non mi racconti cosa è successo quel giorno?"mi stacco da lei e mi riappoggio al bancone,alterato.
La rabbia inizia a salire,proprio come quel giorno.
"Mi ricordo che ero andato a casa loro perché dovevo prendere dei fogli.Sentivo dei rumori strani,troppo strani,eppure mi avevano detto che in casa non c'era nessuno.Mamma era alla spa come tutti i weekend,con le sue amiche-mi fermo e faccio un sorriso stupido-papà a lavoro.Allora mi avvicino a quei rumori.Apro la porta e li vedo.Quel pezzo di merda,la persona più terribile del mondo e che ci aveva quasi fatto finire nella merda più totale se la stava portando a letto.E non sembrava essere la prima volta.
Ovviamente la mia reazione non è stata per niente buona,l'ho preso e l'ho riempito di botte,dicono che se non mi fossi fermato lo avrei ucciso.Quello stronzo non so come ha chiamato la polizia,e mi ha denunciato.Un processo si è chiuso ma non so per quale cazzo di motivo me ne ha fatto aprire un altro."rimane a bocca aperta,non sapeva che dire.
"Ecco,ti sei spaventata.Vado"prendo tutte le mie cose e faccio per andarmene.
"Aron,aspetta"mi richiama mente sto per uscire dalla porta.
"Non mi hai spaventata,non so perché mi sarei aspettata una reazione del genere da te."ridacchia e abbassa il viso.
Mi avvicino e le prendo il viso tra le mani.Fronte contro fronte.
Bella come il sole.

"Dimmi un po' la tua più grande passione?" chiede e poggia la forchetta sul piatto.
"Mi piace combattere,Box,ho partecipato a un paio d'incontri e ho sempre vinto.É per questo che non parlo con mio padre,sai,sono il più grande e lui vorrebbe che io seguissi la sua strada.-faccio gesti strani con le mani facendola ridere,sorrido anche io-Sai lui fa il chirurgo,e per anni ha cercato di farmi cambiare idea.Mi ricordo che la mattina del mio diciottesimo compleanno mi disse che aforza di botte in testa sarei diventato più scemo di quello che ero già."sorrido triste,perché magari tutto sarebbe potuto andare diversamente.Almeno io non sarei lo stronzo che sono ora.
"sei forte"dice solo,dolce.

Due parole,che forse per la prima volta nella mia vita mi hanno fatto sentire forte per davvero.

From me to you,I hate everybodyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora