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La terribile suoneria del mio telefono suona continuamente.
Basta.
Ma chi dà fastidio a quest'ora?
Mai sentito bisogno di dormire?
Allungo la mano al comodino e prendo il telefono.
La voce preoccupata di Aron mi fa sorridere assonata.
"Finalmente!Ma che fine hai fatto,tigre?"l'affanno era pesante e ciò significava che stava correndo
"Scusa,stavo dormendo.Che vuoi a quest'ora del mattino?"
"Ti sto passando a prendere-sento il rumore dell'accendino-andiamo ad una cena con i miei.Mio padre mi ha minacciato,e non mi va di andarci da solo."dice,e posso capire dalla sua voce che sia abbastanza irritato.
"okay,quando passi?"
"ora,tigre,ora."
"ti aspetto"chiudo e mi vado a preparare.
Non faccio in tempo a vestirmi che suona il campanello,era proprio qui.
"aspetta!"grido
Mi infilo il vestito velocemente e vado alla porta.
Appena la apro un paio di labbra carnose si posano dolci sulle mie.
Mi poggia le mani sulle guance e approfondisce il bacio.
Mi stacco,e sorrido.
"Ciao"dico,imbarazzata
"Ciao,tigre."mi lascia un ultimo bacio a stampo e si avvicina al divano sbuffando
"che hai?" dico guardandolo male
"non voglio andarci,ci sarà mia madre,mio padre e quello con cui li fa le corna.Sarà terribile."dice,innervosendosi
"tranquillo,ci sarò io"dico sedendomi di fianco a lui "ti calmerò così eviterai un altro processo e se ce ne sarà bisogno di difenderò."
si gira divertito e ride leggermente.
"tu,difendermi?E come?"
"le parole sono l'arma migliore,caro"
"in questo caso non posso conoscere parole,a tutte le persone che ci saranno farò schifo."sbuffo
"Ci sarò anche io,e non mi fai schifo"
poggia una mano sulla mia coscia e mi bacia la guancia.
"Lo so,però,capiscimi."
"ti capisco,ci sono io.Ora fammi finire di preparare così ci andiamo" li lascio un bacio a stampo e mi avvio in bagno.

"Puoi andare più piano per favore?"
eravamo saliti in macchina da 10
minuti e aveva iniziato a correre come un pazzo.Avevo paura.Mi venivano continuamente in mente ricordi di quella sera che volevo cancellare.
Niente,nessuno risposta.
Ci eravamo affiancati ad una macchina prima,aveva stretto le nocche intorno al manubrio è incominciato a guidare come un pazzo dopo aver incrociato lo sguardo del guidatore dell'altra auto.
"aron,rallenta"ripeto un altra volta
ancora nulla.
Svolta in una stradina e continua a guidare come prima.C'erano meno macchine ma comunque avevo paura.Doveva fermarsi.
Aveva ancora quello sguardo così duro,spaventoso che odiavo.
Era arrabbiato.
"Aron,ti prego.Ho paura." le lacrime scendevano,le mani tremavano e la voce si fece lieve.Era entrato in un parcheggio.
"fermati!"gridai.
Così forte che per un attimo senti i polmoni andare a fuoco.
La macchina freno all'improvviso.
"Scendi" diceva sul serio?
"che?"
"scendi e basta cazzo" scesi dalla macchina e partì.Proseguì avanti e dietro alla velocità di un pazzo in questo maledetto parcheggio.
Mi spiaccicai contro al muro.
Perché faceva così?
La macchina frenò all'improvviso davanti a me,facendomi spaventare.
Il suo sportellò si apri e venne sbattuto subito dopo.
Si avvicina a me e giro lo sguardo.
Non mi andava di guardarlo.
"tigre,cazzo,guarda il sopracciglio.Scusa.Mi dispiace tantissimo.Io-"
"Hai idea di quanto mi hai fatto spaventare,stronzo che non sei altro?Mi è passato per la testa tutto ciò che è successo quella sera."
inizio a piangere e a tremare di più.
Si avvicina e mi circonda con le sue enormi braccia.
Mi scanso subito.
Mi riabbraccia.
Tiro pugni forti sul suo petto,nella speranza che mi possa aiutare.Ma nulla,immagini costanti nella mia testa.
"hey tigre,calmati.Va tutto bene.Mi dispiace,sono un deficiente non avrei dovuto."
Mi fermo,rendendomi conto che tutti i miei sforzi sarebbero stati inutili,visto che lui è un pugile ed è tre volte me.
Non avrei potuto farli nulla.
"Era lui?Quello che sta con tua madre?"lo avevo capito,sapevo fosse lui.Annuii.
"Aveva una bella macchina però."
fossi per cambiare argomento,ridendo
"Già,l'ho aiutato a sceglierla.Pensa che stronzo"disse,senza emozioni.

"Siamo arrivati" spegne la macchina e sbuffa.
Li prendo la mano e gliela stringo.
"Stai tranquillo va bene?Andrà tutto bene."
per quanto odiassi quella frase in questo momento era l'unica cosa che mi veniva in mente.
La villa bianca,enorme davanti a me mi intimoriva ma non glielo avrei detto.
Ci avviciniamo alla porta.
"Sei sicura,possiamo andare via se vuoi?" dice ancora un volta
Mi giro e lo bacio.
"Stai tranquillo,va bene?"
Annuisce,sbuffa e finalmente bussa alla porta.
La stessa signora di quel giorno al bar ci viene ad aprire la porta,aveva un tubino nero stretto e la sua altezza mi intimidiva.
"Aron,sei venuto"parla dopo un po' di tempo,la voce era flebile si sentiva che era emozionata nel vederlo.
"Giá" non la guarda nemmeno per sbaglio negli occhi.
"E vedo che sei anche un compagnia,chi è questa bella ragazza?"
vedendo Aron che non voleva parlare decisi di farlo io
"Sono Luna-"
"è la mia ragazza"dice all'improvviso.
Mi ha colto di sorpresa.
Beh si non eravamo solo amici però non mi aveva mai etichettato come sua ragazza e tutto ciò mi fece sorridere.
"Ah,mi fa piacere.Io sono Dana.Entrate"ci fa accomodare,con un sorriso sulle labbra.Gli stringo la mano ed entro.
Il salone dai colori caldi mi fa sentire subito a casa,mi piace il contrasto del vintage anche se per Aron sembra non essere lo stesso.
"è molto accogliente" provo a dire,per smorzare il silenzio e l'imbarazzo che si era creato
"certo come no" a quelle parole di aron la madre sembra dispiaciuta,come se il parere di Aron le importasse davvero ma avesse paura di dire qualcosa per una qualche sua reazione esagerata.
Subito dopo da una grande porta entrano due signori,ridendo e scherzando.
Il primo deve essere suo padre,hanno li stessi occhi.
Invece il secondo deve essere il signore che tanto odia,quello della macchina di stamattina e quello del bar.
Il suo sguardo sembra spaventato quando incrocia quello di Aron,tanto da fare qualche passo indietro.
Aron stringe ancora più forte la mia mano,gliela accarezzo per calmarlo.
"Calmo" gli sussurrò all'orecchio
"Alla buon'ora,Aron.Pensavo non saresti venuto più,come al solito"
il padre,con voce tagliente,rompe il silenzio,anche se avrei preferito non farlo.
"mi ha obbligato Sarah.Sai che non fa piacere neanche a me essere qui,papà"mi lascia la mano e si leva gli occhiali scuri,rivelando i suoi bellissimi occhi.
Il viso della madre sembra così torturato,voleva cambiare la situazione.
"Che dite se ci sediamo a tavola?" dice Danna.

Seduti a tavola da almeno 20 minuti Aron non aveva fatto altro che stare in silenzio e rispondere a monosillabi alle domande della madre,mentre il padre mi sottoponeva a continue domande.
"Come mai sei venuta in Spagna?"chiede curioso
"Per caso,venni a fare un viaggio qui e mi piacque così tanto che dissi quando arriverò alla maggiore età verrò a vivere qui."
"Quindi non avevi uno scopo,come studiare,lavorare o sei venuta solo per divertimento?" chiese ancora una volta
"In realtà no,però appena sono arrivata mi sono impegnata a cercare un lavoro e continuare la laurea in economia"
"Quindi studi e basta?"chiese con voce quasi cattiva
"Studio economia all'università e lavoro in un negozio di abbigliamento" cercai di essere gentile,seppur il suo tono di voce e le domande che faceva e usava non mi piacevano.
"Mi aspettavo molto di più da te,Aron.Solo una semplice commessa?" mi prese in giro.
Decisi di stare in silenzio e trattenere la rabbia che cresceva.
Aron,dal canto suo,stava stringendo i pugni sotto il tavolo.
"Cosa ti aspettavi?Una modella?O una spogliarellista come piace a te?" rispose a tono
"Avrei preferito un-"venne interrotto dal amico del padre,che ancora non sapevo come si chiamasse,che per tutta la sera non aveva aperto bocca.
"Non pensi di star esagerando,Matias?" lo riprese
"Già,ascolta il tuo caro amico,non ti sembra di star esagerando?No,non ti sembra perché per te è fottutamente normale rivolgerti ad una persona con questo tono,facendo delle domande di merda." sbatte il pugno sul tavolo e gli presi subito la mano.
La situazione stava peggiorando e l'ansia saliva,il battito accelerava e io mi sentivo la causa principale della discussione focosa che padre e figlio stavano avendo.
Aron si gira verso di me,e posa lo sguardo sulle mie mani.Ovviamente lo stress era tanto e le mani avevano iniziato a tremare.
"Che li sta succedendo?Un attacco di panico?Facciamo acqua e zucchero alla ragazzina,avanti." continua a prendermi in giro,il padre.
"Basta,papà"la voce di Aron arrivava forte e chiara.
Gli occhi si riempivano di lacrime.
"Ora si metterà a piangere?"
"Papà ha il Parkinson,basta!"urla aron.
"Scusate" mi alzo dal tavolo e corro fuori.
Dopo pochi minuti sento Aron arrivare e sbattere la porta principale.
"Hey,trigre,scusalo.Te lo avevo detto che era meglio non venire"
"No,non scusarti.Solo,andiamo a casa,okay?" mi stringo a lui e ci avviamo alla macchina.

"Beh,io vado.Ci vediamo,tigre."mi bacia e fa per andarsene.
Tra due giorni sarei dovuta partire e sinceramente volevo stare con lui più tempo possibile e domani sarei stata troppo impegnata e avrei voluto passare il più tempo possibile con lui.
Lo fermo per il polso.
"dormi con me,per favore.Dopo domani parto." i nostri occhi si incontrano e i suoi sembrano così vulnerabili per un paio di secondi.
Annuisce ed entriamo in casa.
"Ti conviene tornare presto perché altrimenti non saprei più cosa fare,tigre."

From me to you,I hate everybodyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora