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*tre giorni dopo*
"mi raccomando,fai attenzione" dice mio padre,staccandosi dall'abbraccio nella quale ci stavamo stringendo.
Mia madre soffia con il naso e allarga ancora le braccia.
Rido e l'abbraccio ancora.
"perché proprio oggi?é anche il tuo compleanno..."
"mamma,ne abbiamo già parlato.Il volo l'avevo già prenotato e dopo non potevo" mi stacco e le sorrido
Mi lancia un bacio e ci mettiamo a ridere tutti insieme.
Chiamano ancora il mio volo e mi dirigo verso l'aereo.
Spero di riuscire a dormire un po',sono 3 giorni che non dormo.
Sistemo lo zainetto ai miei piedi e poggio la testa contro il finestrino,attacco le cuffie e faccio partire la mia playlist preferita.
La musica mi rilassa completamente e mi dimentico per fino di guardare l'hostess e seguire attentamente le mosse che fa.
Stiamo per partire,mancano solo 5 minuti e una notifica abbassa momentaneamente la musica e mi fa spaventare.
Sbuffo e apro whatsapp.
"auguri:)"dice il messaggio
È aron.
Chiudo subito e poggio la testa contro il sedile,ovviamente non ho intenzione di rispondere,quindi lo ignorerò.
Spengo la connessione e metto la modalità aereo.
In pochi minuti arriviamo sopra le nuvole e tra musica indie e un sedile non molto comodo mi addormento.

"signorina,signorina si svegli!" la voce di una donna sconosciuta arriva alle mie orecchie facendomi svegliare dal sonno stranamente tranquillo in cui ero.Scuoto un pò la testa e stropiccio gli occhi."siamo arrivati,ha il sonno un pò pesante"ridacchia e va via.Prendo la mia roba e scendo dall'aereo. Respiro e sospiro.                                                                                                    Tiro le valigie verso l'uscita e prendo il telefono in attesa di un taxi,chiamo mamma e jane per avvisarle che sono tornata sana e salva a casa.                                                                                                       Dopo un paio di minuti un taxi si ferma,do il mio indirizzo infilo per l'ennessima volta le cuffiette e mi avvio a casa mia.Il tragitto aereoporto-casa è un pò lungo infatti i pensieri che per qualche ora mi avevano abbandonato tornano e mi fanno sentire soffocata.Improvvisamente mi manca il fiato e sento l'aria mancare.Si forma un blocco enorme proprio al centro del mio petto e spinge spinge e spinge,prepotente.Come se non volesse riuscire a farmi respirare,allargo e slego la giacca ma niente.Non c'è aria.Batto pugni lievi sul vetro del tassista che spaventato si gira,accosta velocemente e mi fa scendere dalla macchina.La mia vista buia.                                           "ragazza,tenga gli occhi aperti la porto in ospedale"scuoto la testa e nel farlo mi tremano ancora di più le ginocchia.Cedo e cado.Quasi mi sembra uno scherzo,affogata dai miei stessi pensieri.Riderei,se ne avessi le forze.Mi sento poggiare sul sedile davanti e sbattere la portella,in fretta e furia l'uomo parte e con poche forze rispondo alle sue domande.                                       Arriviamo all'ospedale,grida aiuto in cerca di una carrozzina per farmi arrivare dentro e finalmente arriva.Mi sistema sopra insieme con un infermiere che sta cercando di parlare ma che io non sento,scuoto la testa.E poi,buio.
Apro lentamente gli occhi cercando di capire dove mi trovo,la camera completamente bianca quella che dovrebbe essere un infermiera,mi fanno capire con certezza che mi trovo in ospedale."Fortunatamente ti sei svegliata"l'infermiera dice
"Cosa è successo?"
"hai avuto un piccolo mancamento nulla di grave,ora però devo farti alcune domande e poi potrai già andare"
annuisco e mi alzo leggermente
"allora,hai mai avuto problemi di questo tipo prima?"scuoto la testa
"attacchi di panico?"
"un paio"
"hai qualche patologia o malattia grave?"
"io..emh"non trovo le parole e la mia testa si riappesantisce.
"ho il parkinson"la ragazza alza subito lo sguardo e mi guarda come dispiaciuta
"ah"segna sulla sua cartellina e fa per parlare ma si blocca.
Dopo un po' prendere coraggio.
"sono molto frequenti attacchi di questo tipo,quindi ci sarà la probabilità di averne altri ma in tal caso prenderai queste pasticche con un po' di acqua e zucchero"mi accarezza la mano e mentre va via
"Sei molto forte" mi fa l'occhiolino e va via.

Firmo le dimissioni ed esco dall'ospedale,finalmente.Sono stata lì solo 3 ore e già non ce la facevo più.
Chiamo Jane.
"Luna!Ma dove cavolo sei?!"
"oi,sono stata all'ospedale,scusami se non ti ho avvisato ma ho avuto dei problemi...Quando ci vediamo ti spiego"
"In ospedale?!Aspetta li,ti passo a prendere,andiamo a casa tua ti sistemi un po' e andiamo a prendere qualcosa da mangiare,mh?"
sorrido e gli dico di sì.
In meno di due minuti è già qui con il
suo bellissimo sorriso e i suoi capelli biondi che amo.
"amore mio!Mi sei mancata"
sussurro un anche tu e saliamo in macchina.
Per tutto il viaggio non facciamo altro che parlare e ora mi rendo conto di quanto parlare con Jane mi faccia stare bene e quanto mi faccia rallegrare.
Arriviamo a casa mia e in poco più di 30 minuti sono pronta.Mi sono truccata anche un pochino,era tanto tempo che non mi truccavo che non ne avevo voglia,vedete Jane è sempre una buona scelta.
"Che figa!"urla appena entrò in macchina,cantiamo qualche canzone che passa in radio e arriviamo al pub.
Appena entriamo le luci sono accese e all'improvviso si accendono,e la mandria di gente che c'era grida "Sorpresa!"
Sorrido e un po' mi emoziono.
Mi giro verso Jane e l'abbraccio.
Anche se non dovrei pensarlo,ora in testa c'è solo una domanda.
Perché lui non c'è?
Lo cerco con gli occhi,in tutti gli angoli della piccola saletta,negli occhi degli invitati che mi fanno gli auguri ma lui non c'è.
C'è solo nella mia testa e basta.
Lui stasera,anche se ci dovrebbe essere,non c'è.

From me to you,I hate everybodyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora