Era tutto così monotono nella mia vita fin quando non è arrivato lui,mi sono ritrovata in una montagna russa ad in picchiata.E non potevo stare meglio di così.
La mia schiena premuta al suo petto,la sue braccia strette alla mia vita e il viso incastrato tra i miei capelli.Sulla pelle segni di una notte che avevamo fatto nostra.
Domani sarei dovuta partire ma ero certa che tutto questo non avrebbe cambiato nulla,che in queste due settimane lui sarebbe stato qui ad aspettarmi,che io avrei aspettato con ansia il volo di ritorno e che una volta tornata ci saremmo stati ancora noi.
Luna e Aron.O almeno,ci speravo.
Un mugolio esce dalle labbra di Aron quando cerco di muovermi.
"aron,lasciami un attimo.Devo preparare la valigia."
sbuffa ancora e mi lascia stare.
Mi alzo e metto la sua maglietta,rimasta per terra insieme ad altri indumenti.
Scendo in cucina e preparo il caffè.
Glielo porterò in camera.
Prendo le due tazze e le metto su un piccolo vassoio insieme a due brioshine confezionate,quelle che lui sembrava amare.
Salgo in camera e lo trovo appoggiato alla tastiera del letto stropicciando gli occhi,dopo aver finito mi rivolge uno sguardo tra l'assonnato e il dolce.
Sembra quasi un bambino.
Mi sorride e mi squadra dalla testa ai piedi.
"ti sta bene la mia maglia" si stiracchia e apre le braccia,come ad invitarmi ad abbracciarlo.
Lascio il vassoio sul comodino e mi lancio su di lui.
Le nostre risate si diffondo,insieme,nella stanza.
Mi stringe tra le sue braccia e mi lascia un bacio tra i capelli.
"Buongiorno"sussurra tra i miei capelli,mi prende il mento e mi bacia.
Dolcemente,mi stringe ancora.
Come se non volesse lasciarmi andare.
Solitamente mi sarei sentita in imbarazzo anche solo a parlare con il ragazzo con cui la sera prima avevo fatto l'amore,invece,ero qui a farmi coccolare da lui e a godermi le sue carezze prima di partire.
Non mi sembra di essere in me.
"ti ho preparato il caffè." mi alzo,di scatto,e mi poggio sulla sua vita.
Si avvicina al vassoio,ridacchia e mi passa la mia tazza.
"A che ora parti domani?"chiede bevendo il caffè.
"Alle 9 ho l'aereo,dovrei stare lì per le 5 o le 6" sbuffa e poggia la testa alla tastiera del letto.
"Perché devi andare via?"
"perché ho bisogno di vedere i miei,stare con loro per un po',dirli della malattia,sai quelle cose.."guardò in basso,sentendomi quasi a disagio quando dico quelle parole.
Che avesse avuto ragione il padre di Aron,ieri?
Ci stavo ancora pensando,nonostante tutti i discorsi e le belle parole che Aron aveva fatto e detto per me,anche quando eravamo tornati a casa.
"Stai ancora pensando a quello che ha detto quello stronzo di mio padre?"
"un p-"
"non ci devi pensare,okay?Non è vero quello che ha detto,a me basti e avanzi.Se tra i due c'è qualcuno che è troppo poco per l'altro sono io,perché non ti merito.Non mi merito la tua dolcezza,la tua comprensione quando sbaglio,non mi merito neanche quando stai dietro ai miei sbalzi d'umore.E tu non devi credere a quello che dice lui ne a quello che dice nessuno.Perché tu sei tu e nessuno deve cambiarti.Perché sinceramente per me,sei perfetta.Non ti manca nulla,sei intelligente e bellissima,anche un po' aggressiva e io-"si blocca all'improvviso.
Mi butto su di lui,lo abbraccio ancora.Forte,ora sono io ad aver paura a lasciarlo andare.
"grazie,grazie,grazie"sussurro
Sapeva che quel grazie non era solo per quel momento,ma per tutti i momenti che avevamo passato insieme e per tutti i momenti che passeremo insieme.
Si era fermato improvvisamente ma non perché l'avevo fermato io,ma come se volesse fermarsi e non voler dire davvero quello che pensava.Per una brutta mia reazione forse?Dopo tutte quelle belle parole?
"e tu?"continuo,provo a farlo continuare.
"E io non potevo chiedere di meglio" dice,anche se non mi sembra molto convinto.
Ci baciamo ancora,ancora e ancora.
Vorrei che non finisse mai.
Vorrei stare così per sempre,in un letto con la sua maglietta addosso,un pó di sana e buona musica,le lenzuola incasinate proprio come noi e lui vicino."Sei pronta?" chiede per la millesima volta nel giro di due minuti.
"vieni a chiudermi la zip"grido per farmi sentire.
Alej e Jane ci avevano chiamato,pensavano ci fossimo dispersi e avevano deciso di invitarvi a cena.Un uscita a quattro.
Questa volta però un po' diversa.
Con qualcosa in più,nel cuore.
Entra in camera e si avvicina a me.
Era sceso di casa giusto il tempo di andarsi a cambiare.
Aveva messo un pantalone nero e un maglioncino a collo alto grigio.
Era più bello del solito.
Aveva i ricci a caso,come al solito,e una bustina tra le mani.
Lascia la bustina sul letto e si mette dietro di me.
Mette le mani sulla zip e la alza,delicatamente.
Dopo di che posa le mani sui miei fianchi e mi lascia un bacio sul collo.Sorridendo sul segno che proprio lui aveva lasciato poco fa.
"Ho qualcosa per te."
Prende la bustina e si avvicina di nuovo.
Mi giro verso di lui e mi passa la bustina.
Con calma,slego il giochetto che c'era sopra e prendo la scatolina.Bianca.
La apro e trovo un bracciale.
Uguale al suo,intrecciato.
"Così puoi avere sempre un pezzo di me"dice,senza che io gli abbia chiesto nulla.
"È bellissimo."
Gli occhi mi si riempiono di lacrime e gli circondo il collo con le braccia.
Le sue labbra mi trattengono dal 'ti amo' che tanto avrei voluto dire.
Dopo un altro paio di minuti di smancerie varie,sono finalmente pronta e scendiamo di casa.
La sua macchina,perfetta come al solito,ci aspetta.
Saliamo e partiamo.
Stranamente accende la radio e canticchia la canzone che trasmettevano,mi metto a ridere e lui si gira con uno sguardo confuso verso di me.
Le sue sopracciglia corrucciate mi fanno venire voglia di levarli il brutto broncio che ha sulla faccia.
"Che c'è?"
"non è da te,accendere la radio e addirittura metterti a cantare."
"tigre,la gente cambia" poggi la mano sulla mia coscia e mi sorride.
Il viaggio procede tranquillo,e dopo una decina di minuti arriviamo al ristorante.
Jane e Alej mi sembrano così perfetti l'uno per l'altro,sanno entrambi come far sorridere le persone e per me sono tanto importanti.Passare la serata prima di partire con loro per me era fondamentale.
"Finalmente siete arrivati" la voce di Jane,squillante come al solito,mi fa sorridere ancora di più.Mi era mancata,anche se tutti i giorni ci sentiamo al telefono.
Ci salutiamo ed entriamo,prendiamo posto e Alej ci spiega come sta andando il suo nuovo lavoro da meccanico,Jane ci racconta qualche aneddoto divertente della sua vita da make up artist,Aron che prende in giro me e Alej e io che mi chiedo come faccia a meritarmi persone tanto belle accanto a me.
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From me to you,I hate everybody
RomanceNon sempre va tutto per i nostri piani,possiamo passare ore,giorni,anni a progettare la nostra vita,ma non sappiamo mai davvero cosa il destino ci conserva. E io solo con l'andare del tempo avevo capito che non sempre le cose andavano per i nostri p...