Entro a fatica nella metropolitana,con un cappello in testa e la testa bassa.
Mi aggrappo al palo al centro e chiudo gli occhi appoggiandomi alla sbarra.Sbuffo.
Che bello,di lunedì mattina,andare a fare una visita per vedere e sapere come procede quella malattia che lentamente ti sta divorando dentro.
Dio che mal di testa.
Ieri sera sono tornata anche abbastanza tardi dalla bella festa che Jane mi aveva organizzato,per la quale mi sento così tanto in colpa visto che sono stata tutto il tempo seduta a bere e a pensare al perché Aron non fosse venuto.
Se gli sarebbe importato sarebbe venuto,vero?
Ma non c'era,e io come una stupida sono stata tutto il tempo a pensarlo e ignorando tutta la gente che era venuta lì per me.Per non parlare di quando sono tornata a casa,c'era il suo odore da tutte le parti e il letto sapeva di lui,infatti ho "dormito"sul divano.
Il cibo di Lily c'era ancora,questo significa che è stato a casa mia anche dopo ciò che è successo.Gliene sono grata,almeno alla mia piccola non è successo niente.
Per fortuna,in tempo,alzo la testa e leggo che siamo finalmente arrivati a destinazione.
Scendo e prendo una gomma dal pacchetto che ho rubato ieri ad Alej.La metto in bocca ed entro nello studio medico,che mi mette sempre un po' di timore.
Sorpasso le prime sbarre e arrivo nella sala d'attesa,dopo circa 20 minuti la segretaria chiama il mio nome,prendo un bel respiro,alzo le spalle e cerco in qualche modo di farmi coraggio.
La visita procede come al solito,il medico mi toglie una pillola e mi diminuisce le dosi di un'altra,li racconto dell'episodio dell'altro giorno e mi ha consegnato le stesse pillole.La malattia sta procedendo lentamente,stiamo migliorando ha detto.
Ma io non mi sento migliorata,io sento sempre lo sguardo spento,il cuore accelerato senza motivo e la testa in un altro posto.
Saluto svogliatamente il dottore ed esco dallo studio.
Come da routine mi dirigo al mare,ha la capacità di calmarmi.
Cammino proprio verso dove io e Aron siamo stati l'ultima volta,dove abbiamo lasciato le nostre iniziali.
Mi avvicino a quel piccolo pezzo di legno incastrato tra gli scogli e lo sfioro piano con le dita,quasi ad aver paura a romperlo.
Quasi mi salgono le lacrime agli occhi pensando a quanto io stia male,a quanto la stessa persona che aveva fatto di tutto per evitare agli altri di farmi male,mi aveva spezzata in due.
Sento qualcuno calciare un sassolino,asciugo subito le lacrime e mi giro di scatto.
I miei occhi incontrano subito i suoi.
Mi odio,lo odio e per un momento vorrei non averlo mai incontrato per non provare le stesse emozioni che sto provando ora.
Sbatte gli occhi e abbassa la testa.
"hey"sussurra
"ciao"sussurro non guardandolo,girando la testa verso il mare.
"pos-"lo zittisco,facendo segno con il dito
"zitto,per favore"annuisce e mi guarda intensamente
"non parlerò se non vorrai,solo,vieni con me"mi porge la mano come a farmi intendere di prenderla,di seguirlo.
Guardo la sua mano e per un istante esito,la prendo?
No,lo guardo imbronciata e cammino verso di lui,faccio un cenno con la testa come per dire andiamo.
So che non dovrei fidarmi così facilmente di lui di nuovo,solo che è più forte di me.
Lui è più forte di me,e questo io lo odio.
Perché prima di lui,io,non avevo bisogno di niente.Non sentivo la necessità di niente,non mi mancava niente,stavo bene con me.
Ma poi è arrivato lui e solo io non so più stare,e ora ho bisogno di lui,mi manca lui quando non c'è,quando se ne va,anche quando ho la certezza che ritornerà,con la certezza che comunque vada il mio cuore,ogni volta che il mio sguardo si incrocia con il suo,avrà sempre un sobbalzo.Il caso,sempre mio nemico,vuole che oggi lui abbia la moto.
Ciò significa abbracciarlo,toccarlo.Io che a stento gli ho rivolto la parola,oggi.
Mi porge il solito casco,e me lo rigiro tra le mani,pensierosa.
"allora,sali o no?"chiede,la sua voce è la solita sempre così roca e forte.Forse un po' spenta,ma sempre la sua,sempre così fortuitamente attraente.
Infilo il casco e controvoglia,ma non troppa,salgo sulla moto.
Inizialmente poggio le mani ai lati,ma le forti e salde mani di Aron le bloccano intorno alla sua vita.
"sai che devi tenerti forte"dice,con un po' di ironia.Sorrido leggermente,sapendo che non può vedermi.Ma mi riprendo subito e mi poggio alle sue spalle larghe,trovando come al solito il suo profumo confortante.
Mi rilasso.
Dopo settimane,mi rilasso.Mi lascio andare.
Anche se lui era la causa del mio stress,è anche l'unico metodo per stare bene.Aron's pov
Stringe forte le mani sul mio bacino,quasi a dire:"non andare più via"
Ma se solo sapesse che io non sono mai andato via,che anche ieri quando non mi sono presentato,io c'ero,nascosto fuori al bar a osservarla dalla vetrata del negozio con la paura di essere visto,e con la speranza che lei quella sera con lo sguardo stesse cercando me.
In pochi minuti arriviamo a casa mia.Sbuffo un po',fosse per me sarei stato anni in quella posizione.
Mi fermo e spegno la moto.
Subito si stacca e senza perdere tempo scende dalla moto.
"vorrei conoscere il pazzo che ti ha dato la patente,corri come un pazzo"
"lo facevo apposta"gli lascio un occhiolino e rido quando vedo che arrossisce dal nervosismo.
Se l'ho portata qui,e ora ci gioco è perché ho avuto la conferma che quella sarà non ho fatto niente con quella ragazza.
Infatti l'ho inviata a casa per farlo sapere anche a lei.
Sorrido e gli allungo di nuovo la mano nella speranza che lei l'afferri,questa volta.
Ma neanche questa volta la prende e passa avanti.
Sbuffo e mi giro.Grido un aspetta e la raggiungo.
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From me to you,I hate everybody
RomantikNon sempre va tutto per i nostri piani,possiamo passare ore,giorni,anni a progettare la nostra vita,ma non sappiamo mai davvero cosa il destino ci conserva. E io solo con l'andare del tempo avevo capito che non sempre le cose andavano per i nostri p...