Primo Capitolo - Il ballo

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Charleston - Carolina del sud, 1815 


La sala da ballo elegantemente arredata di Rosecliff Manor straripava di gente, sembrava che tutta la nobiltà della Carolina si fosse riunita a quel ballo solo per mettersi in mostra, solo per dimostrare la propria superiorità ed altezzosità. Ed Elizabeth odiava dover trovarsi li, in mezzo a quella gente che la guardava di sottecchi e mormorava pettegolezzi falsi a causa della grave situazione economica in cui versava la sua famiglia ormai da due anni, le matrone la osservavano sogghignando da dietro i loro ventagli facendosi beffe di lei e del suo abito ormai fuori moda; ma purtroppo era l'unico ancora in ottimo stato adatto a quelle occasioni sociali. Gli uomini, d'altro canto, non potevano fare a meno di osservare la delicata bellezza di quella diciannovenne, una fragile bellezza che stava sbocciando e che in molti quella sera avevano notato. 

Elizabeth indossava un abito di un azzurro tenue con ricami bianchi, che le fasciava alla perfezione il busto, mettendo in risalto l'armonioso seno ed enfatizzava il colore degli occhi; sua madre le diceva sempre che i suoi occhi derivavano dagli zaffiri più puri. Avrebbe molto voluto averla accanto, le mancava da morire il suo dolce sorriso, era morta sei anni prima cercando di dare alla luce il tanto atteso erede maschio della famiglia Rothschild, anch'esso morto quel terribile giorno. Da allora qualcosa nella sua amata casa si è spezzato, suo padre non è mai riuscito a superare il dolore di quelle perdite, chiudendosi sempre di più in se stesso e consolandosi con troppi alcolici; Elizabeth sapeva che quello era uno dei motivi per cui le loro finanze gravavano in simili circostanze e la perdita di due navi per colpa di alcuni investimenti andati male avevano solo peggiorato le cose. Da quel momento nella loro casa era stato dimezzato il numero dei domestici ed erano stati venduti alcuni acri di terreno, mobili di prestigio e gli amati cavalli Purosangue Inglese della madre; ma quelle rinunce non erano servite a molto, Elizabeth fu costretta ad occuparsi della maggior parte delle faccende domestiche insieme a Livia, la sua dolce cameriera. 

La giovane strinse gli occhi tornando al presente, si domandava quanto tempo sarebbe stata costrette a rimanere al lati della pista da ballo affianco a suo padre prima di poter tornare a casa e potersi finalmente dedicare alla lettura. Fece per spostarsi sulla terrazza che dava sull'enorme giardino della villa per potersi rinfrescare ma la voce di suo padre la bloccò subito infrangendo le sue speranze:

"Non osare muoverti di li Elizabeth, sono sicuro che qualche giovane nobile ti chiederà di danzare. E togliti quel cipiglio dal volto o farai scappare tutti i potenziali pretendenti come a tuo solito; non ti permetterò di rovinare anche questa possibilità di trovare un'uomo abbastanza pazzo da volerti come moglie. Giuro che se provi a mettermi in imbarazzo come l'ultima volta i tuoi amati libri faranno una brutta fine. Ci siamo capiti?" 

Elizabeth si irrigidì alle parole sprezzanti del padre e mormorò: "Volevo solo prendere un po d'aria fresca, Padre. Non è mai stata mia intenzione mettervi in imbarazzo". 

Il padre fece per ribattere con un'altra frase saccente ma venne interrotto da una vecchia conoscenza che si stava avvicinando. 

"Buonasera Lord Rothschild, un ballo incantevole non trovate?" La fase era suonata troppo smielata ad Elizabeth che alzando il viso ebbe un brutto presentimento vedendo un uomo sulla sessantina, in evidente sovrappeso ed il viso tutto sudato; il suo sguardo era fisso sul suo décolletté e questo le fece provare un oltraggiato disagio. "Come osa questo vecchio bavoso osservarmi in questo modo lascivo davanti a mio padre? Non che a lui importi molto, mi venderebbe al primo offerente pur di liberarsi di me ed ottenere il giusto compenso per  potersi permettere di sollazzarsi come piace a lui"

Fergus Rothschild, il padre di Ellie interrompe bruscamente i suoi pensieri: 

"Che piacere rivedervi Lord Shelburne, permettetemi di presentarvi mia figlia Elizabeth." 

L'uomo allungo avidamente la mano sudaticcia prendendo quella della giovane inchinandosi a lasciarvi un bacio bagnato, rimanendovi anche più di quanto fosse lecito: 

"Milady è un onore fare la vostra conoscenza, permettetemi di dirvi che siete la dama più bella in questa sala" 

La giovane tirò via la mano da quella dell'uomo anche troppo velocemente e reprimendo un brivido di disgusto si inchinò velocemente e si stampò in faccia un sorriso forzato per poi iniziare a sventolarsi il ventaglio nascondendo la sua espressione dietro d'esso. Suo padre vedendo che la ragazza non ricambiava il saluto del nobiluomo e cercando di dissimulare la rabbia intervenì cercando di risolvere la situazione: 

"Milord scusate mia figlia, ma questa sera non si sente affatto bene, mi stava giusto dicendo un attimo prima che arrivaste voi che voleva recarsi sulla terrazza per prendere un po d'aria fresca." Girandosi verso Elizabeth e piantandole addosso uno sguardo pieno di disprezzo aggiunse: "Ellie, mia cara forse è meglio che tu faccia come dicevi poco fa e vai a rinfrescarti un poco, ti vedo un po pallida". 

Non la chiamava Ellie da anni, da quando sua madre era morta ed era morto anche il loro legame. Non facendoselo ripetere due volte Elizabeth s'inchinò velocemente all'anziano lord e fuggì via dirigendosi verso la terrazza e rifiutandosi di prestarsi agli sguardi lascivi di quell'essere rivoltante. 

Come una rosa d'invernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora