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L'ultimo giorno di campus fu straziante.
Ho pianto gran parte del tempo con la scusa che mi sarebbero mancate le mie amiche e i miei amici, ma in realtà le mie lacrime erano principalmente dovute ad una persona in particolare.
La notte la passai nella mia stanza con Jaden che era persino riuscito a farmi addormentare verso le quattro, fu veramente premuroso e questo gesto non lo dimenticherò mai. Non sono sicura abbia dormito molto, perché quando mi svegliai il mattino seguente lui mi guardava.
Mi disse che una volta disfatto le valige sarebbe venuto da me a farmi compagnia. Gli avevo risposto che mi faceva piacere e che ne avevo bisogno. L'ho ringraziato di tutto.
"Questo e altro" aveva risposto sorridendomi.
"Allora a dopo" mi disse, salendo sulla sua moto.
"A dopo" confermai io, guardandolo.
Si infilò il casco e restò ad aspettare per un paio di minuti. Lo abbracciai ancora una volta, sapeva che l'avrei fatto.
"A dopo" ripetei. Lui sorrise, poi mise in moto e si allontanò.
Dopo aver portato le valige giù aspettai con ansia che mia madre arrivasse.

Avevo una maglietta di Mattia addosso. Profumava ancora di lui. Non l'avrei mai lavata.

Guardandomi intorno notai due persone: Kairi e Alejandro.
Nel vederli il mio tentativo di non piangere diventa totalmente invano.
Lasciai le valige lì sul posto e corsi da loro ad abbracciarli.
Kairi non mi volle nemmeno guardare in faccia, mentre Alejandro mi strinse forte a sé.
"Significa che gli hanno parlato" pensai.
Gli lasciai un bacio sulla guancia e mi aggrappai a lui come se fosse l'ultima scia del mio.. beh, di lui.
Vedere Kairi fingere di non conoscermi fu un colpo basso.
"Kairi" lo chiamai più volte, ma era irremovibile.
"Olaf, anche se ci vedremo a scuola-" iniziai, smuovendolo un po'. Abbassò il capo e lasciò andare le braccia che fino a poco prima teneva incrociate.
"mi mancherai." continuai. Lui alzò la testa e mi guardò. Anche lui stava male, glielo si leggeva in faccia.
Dopodiché ci abbracciammo tutti e tre fortissimo.

Salutai anche Addison, Charli, Avani e Katie, mi sarebbero mancate realmente, ma per fortuna ci organizzammo per vederci qualche settimana dopo.
Piansi anche per loro, mi sarebbero mancate sul serio.
Addison alla fine si è fatta coraggio e ha parlato con Nick, stanno insieme e sono una coppia carinissima.
Le ha anche chiesto il permesso prima di baciarla per la prima volta.

Mia madre mi venne a prendere e dovetti dire addio a quel
campus. Quel campus in cui erano successe così tante cose, che avrei ricordato per sempre nella mia mente come un posto magico, dove tutto può accadere.
In macchina cercai di trattenermi, ma non potei fare a meno che piangere, piangere e piangere ancora. Mi appoggiai con il gomito sul finestrino e appoggiai la testa sulla mano, singhiozzando come un'idiota.
Mia madre probabilmente capiva il motivo della mia tristezza, quindi per tutto il viaggio non proferì parola.
Arrivata a casa, finsi un sorriso e salutai mio padre.
Mi chiese del campeggio, ma vedendomi piangere esordì con un semplice "Appena te la senti" e mi diede il permesso di entrare in camera.
La mia camera. Mi era mancata molto.
Portai le valige e chiusi la stanza a chiave, così che i miei non potessero entrare, poi senza nemmeno aprire le tende mi gettai sul letto, lasciandomi andare ad un pianto colossale.
Annusai la maglietta che indossavo più e più volte, per poi aprire le valige solo e unicamente in cerca di qualcosa di suo da stringere.
Bussarono alla porta della mia stanza, mi asciugai le lacrime e aprii.
Era mia madre. "C'è qualcuno alla porta per te" mi disse. I miei pensieri iniziarono a vagare e i miei occhi si illuminarono.
"E se fosse Mattia?" ipotizzai. Il mio viso si riempì di gioia e corsi alla porta.
Aprii con entusiasmo ed euforia, che svanirono nel momento esatto in cui vidi che non si trattava affatto di Mattia, ma della mia migliore amica, Emily.
Appena realizzai che fosse lei, e quanto realmente mi sia mancata la abbracciai.
Ero felice di vederla, tanto, ma non era il momento adatto.
"Hey bæ!" disse, stringendomi forte a sé. Sorrisi, e la guardai.
Ci siamo sentite veramente pochissimo durante il mio campus, anche se lei continuava a scrivermi e a chiamarmi.
Sperai con tutto il cuore non ce l'avesse con me per questo.
La invitai ad entrare. Emily è sempre riuscita a farmi stare bene quando ne avevo bisogno.
Si morse il labbro inferiore mentre sorrideva, come se aspettasse qualcosa.
La guardai stranita: non capivo.
"Non noti nulla di strano?" mi chiese, mentre girava gli occhi.
La guardai attentamente.
"I capelli!" esclamai, non li avevo affatto notati.
"Li hai tinti!" Emily aveva tinto i capelli di un biondo abbastanza acceso.
Ero abituata a vederla castana, ma così non mi dispiaceva affatto.

I miei genitori le chiesero se aveva fame, ma lei rispose di no e mi trascinò nella mia stanza.
Si sedette a gambe incrociate sul mio letto.
"Allora.. com'è stato il campeggio?" mi chiese, provocandomi inconsciamente un tuffo al cuore.
I miei occhi si riempirono improvvisamente di lacrime mentre lei farfugliava qualcosa sul fatto che non le avessi mai risposto. "È stata bella la convivenza con Polibio?" di tutte le frasi che disse in quel momento quella fu l'unica che riuscii a capire.
All'istante iniziai a piangere, e lei rimase letteralmente a bocca aperta. Non le avevo raccontato assolutamente nulla, ma l'avrei dovuto fare.
Mi avvolse tra le sue braccia e cercò di consolarmi, pur non sapendo cosa mi affliggesse.
"Hey cucciola, ti va di dirmi perché stai così?" mi chiese sottovoce, facendomi sentire al sicuro. Annuii e mi asciugò le lacrime, così iniziai a raccontarle tutto.
Tutto, quando mi ha fermata quando stavo per chiedere di farmi cambiare stanza, la prima e la seconda volta con Alejandro, la storia della doccia, quando abbiamo dormito abbracciati, quando decisi di lasciar perdere Alejandro perché sentivo di provare qualcosa di speciale per Mattia, quando mi confessò i suoi sentimenti per me, la festa, quando mi protesse e quando litigammo, il nostro primo bacio e di conseguenza anche il momento in cui capii che eravamo una coppia, il mattino dopo al lago, tutte le volte che ci siamo ridicolizzati, quando ho pianto perché già sentivo mi sarebbe mancato troppo, quando ho capito che mi stavo innamorando di lui, quando abbiamo reso pubblica la nostra relazione, quando ci siamo detti ti amo, l'altra festa, quando l'abbiamo fatto per la prima volta, quando mi ha portata nella tenda, quando due sere prima ci eravamo fatti una canna nella stanza e finimmo per strafarci, dei video, delle foto e anche di quando è finito tutto. Il tutto accompagnato da spiegazioni dei miei sentimenti.
Durante le mie spiegazioni piansi fiumi di lacrime, ma sul mio viso si stampavano anche dei sorrisi sinceri. Emily non disse nulla. Non fece commenti, che era suo solito fare, non mi diede sguardi di disapprovazione o approvazione, era solo lì ad ascoltarmi.
Non disse nulla quando finii, a parte un semplice "si risolverà tutto" e mi strinse ancora più forte.
Non era assolutamente da lei. Quando io e Quinton ci lasciammo era arrabbiatissima, eppure io non piansi.

Guardai l'orologio: era passata già più di un'ora da quando avevo iniziato a parlare.
Improvvisamente sento qualcuno bussare alla porta della stanza. Risponde Emily dando il via libera, e vedo entrare Jaden.
Mi alzo e lo abbraccio così forte da farci cadere entrambi sul letto.
Mi scappa una risatina, mentre gli altri due ridono.
Almeno questo.
Ci stacchiamo e si siede con noi.
Emily e Jaden si conoscevano di vista, quindi lei gli fece un cenno di saluto e anche lui.
"Ho fatto più in fretta che potevo" disse lui, cingendomi la spalla con un braccio.
Notando le mie valige e il mio viso ancora spugno di lacrime, Jaden si alzò incitando anche noi.
"I vestiti non andranno a posto da soli." esclama, per poi iniziare a prendere quelli che avevo lanciato a terra chiedendomi dove metterli.
Sapevo cosa stava facendo, voleva pensassi ad altro, e io ne avevo bisogno.
Accendemmo della musica e iniziammo a mettere a posto, anche se l'unica cosa che avevo in mente era chiamarlo, ma l'avrei potuto fare solo a mente lucida.

EMILY'S POV
"Devo andare in bagno, torno subito." disse Aurora, uscendo dalla stanza. Immediatamente io e Jaden ci guardammo.
"Mi ha raccontato tutto." gli dissi. La mia reazione alle sue parole fu piuttosto insolita, gli spiegai.
"Ma solo perché sta veramente male. Ho sentito tutti i suoi sentimenti e tutto il suo dolore attraverso le sue parole. È innamorata sul serio. Arrabbiarmi o dirle che passerà sarebbe solo inutile, perché c'è ne vorrà di tempo prima che passi, sempre che passi del tutto." lui mi guardò e annuì. Aveva capito che intendevo.
"Quando c'è qualcosa come quello che hanno avuto loro tutto quello che viene dopo è sempre superfluo." aggiunse lui, ci avvicinammo. Jaden aveva una particolare reputazione a scuola, ma non ero sicura fosse giusta finché dalla tasca non cacciò una bustina di erba.
"La farebbe stare meglio" disse lui, scossi la testa.
"Ho sempre aspettato che iniziasse a fumare per farlo insieme, ma ora non è il momento. Affogherebbe tutto nella droga, e diventerebbe un'altra persona."
Stava per ribattere, quando Aurora torna in stanza.

AURORA'S POV
Entrambi restarono anche per cena, e fu così per i successivi giorni, fino ad arrivare ad oggi: due settimane dopo e io non l'ho ancora chiamato. Durante queste lunghe settimane non ho avuto assolutamente notizie di lui, a parte qualche segno di vita da parte di Alejandro che mi scriveva chiedendomi come stessi, dicendomi che lui stava male.
Ero giusto sul punto di farlo, quando sento bussare alla porta. In casa con me ci sono sia Emily che Jaden, anche i miei, e non saprei chi potrebbe essere.
Con la speranza che invade il mio corpo, dico che andrò ad aprire io.
Prendo un respiro profondo prima di aprire, fino a pochi minuti fa stavo piangendo.
Apro la porta e ho un tuffo al cuore. È lui.

le premesse già le ho fatte, buona lettura! spero che vi piaccia. risparmiate i commenti offensivi please 🥺
votate per il prossimo capitolo!

safe place // mattia polibioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora