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Passano altri giorni e non ho notizie di Mattia. Non si è fatto più sentire, anche se questa volta non ho avuto paura di scrivergli e chiamarlo. Nemmeno una risposta da parte sua.
Intanto penso di iniziare a stare meglio, o almeno è così che mi stanno facendo sentire i miei amici: meglio.
Emily mi ha insegnato come andare in skate come si deve, quindi ora passiamo le giornate sulle autostrade o vicino alle spiagge.
Abbiamo visto tanti tramonti insieme, abbiamo scattato tante foto, visitato tanti luoghi, abbiamo perfino riempito di graffiti diverse pareti. Quella è stata una delle cose che più mi ha liberata.
Scrivere su un muro e buttare giù tutto quello che tenevo dentro. È decisamente liberatorio.

Oggi lei ha dormito da me. Passare tutto questo tempo insieme mi sta facendo bene, lei e Jaden non mi lasciano sola un minuto. Dio solo sa cosa potrebbe succedere se stessi da sola per più di quaranta minuti.
Io ed Em decidiamo di andare a fare un giro, come tutti i giorni. Il sole spacca le pietre, quindi mettiamo semplicemente un costume e dei pantaloncini. Gliene presto uno mio, non è un problema.
"Che ne dici di scendere in spiaggia per una volta?" mi chiede Em, indicando la spiaggia accanto a noi.
"perché no" affermo, fermando lo skate e prendendolo in mano. Inizio a comporre il numero di Jaden, lavora part-time in una gelateria qui vicino, magari potrebbe prendersi una pausa e raggiungerci.
"Che fai?" mi chiede lei, vedendo che porto la mano con il cellulare all'orecchio.
"Jaden lavora nei dintorni, potrebbe fargli piacere venire" le spiego, lei rotea gli occhi sorridendo.
"Certo" dice con tono sarcastico, come se volesse lasciar intendere che non è la verità.
Lascio correre appena risponde.
"Hey" sento la sua voce e inizio automaticamente a sorridere. "Hey! Io ed Emily siamo in spiaggia, ce la fai a raggiungerci?" gli chiedo, mentre la mia amica mi fissa annoiata.
"Mandami la posizione. Sono lì in dieci minuti"

Scarpe e sabbia non sono assolutamente un'ottima combinazione, quindi appena decidiamo un posto dove posare le nostre cose togliamo le scarpe.
La spiaggia non è così piena, non come al solito almeno.
Togliamo anche i pantaloncini e nascondiamo i cellulari sotto, quello che si può fare, lo facciamo.
Andiamo in riva e ci vuole un po' prima di tuffarci come si deve.
Dopo poco arriva Jaden che si butta a capofitto tra di noi, creando schizzi fastidiosi. Sale in superficie e vado da lui per salutarlo.
Gli lascio un semplice bacio sulla guancia e poi provo a prenderlo in braccio, nulla pesa sott'acqua.
"Sono fortissima" dico io, con un'espressione di finta fierezza.
Il fatto che io lo dica in questo modo li fa ridere, finché Jaden, prendendomi totalmente alla sprovvista, non mi prende in braccio uscendo dall'acqua.
La cosa inizialmente mi fa ridere. "Va bene, ora però mettimi giù" dico poi a lui, una volta arrivati a dove io ed Em avevamo sistemato le cose. Lui non esita un secondo.
Inizia a correre verso la riva e si butta in acqua con me in braccio, ignorando tutte le richieste di lasciarmi che gli faccio.
Arrivo a galla e inizio a ridere tantissimo, insieme agli altri.
Mi sento bene, metto da parte tutte le preoccupazioni e le ansie e riesco a divertirmi e a ridere puramente.
Era tanto che non mi sentivo così tanto bene.
Li guardo. Il mondo sembra fermarsi.
Come se tutto andasse a rallentatore.
Mi fermo ad osservare la situazione.
Emily sta ridendo mentre guarda in alto, mentre Jaden invece guarda me, anche lui ride.
Sorrido, respiro profondamente.
Il mondo riparte.

Dopo un'altra mezz'ora passata in acqua Emily ci lascia per "abbronzarsi", o almeno è la scusa che usa per togliersi un po' di mezzo e andare dal ragazzo con cui sta parlando, Vinnie.
"Camminiamo sulla riva?" mi propone Jaden, io annuisco.
Usciamo dall'acqua e iniziamo a camminare alla nostra destra, mentre chiacchieriamo del più e del meno.
"L'estate è quasi finita" mi ricorda lui, io abbasso il capo.
l'estate duemila venti è quasi completamente da dimenticare. I momenti come questo li voglio ricordare.
"L'estate è quasi finita, appunto. Facciamo qualcosa di indimenticabile." dico io, lui si gira verso di me.
"Potrebbe essere anche qualcosa di non clamoroso secondo te?" mi chiede, mi giro anche io verso di lui.
"Si, anche qualcosa di banale ma che non abbiamo ancora fatto. Tipo-" penso ad un esempio da fargli, la mente mi si riempie di idee ma nessuna di bella e al contempo non clamorosa.
Forse ci sono, ce l'ho sulla punta della lingua, inizio a balbettare l'ultima parola finché lui non mi interrompe.
"Tipo passare tutta la notte in spiaggia" esattamente quello che stavo pensando. "Si!" esclamo, poi inizio subito a pensare ad altre cose da fare.
"Anche l'idea di un falò non è male" suggerisco, lui risponde che è fattibile.
"Che ne dici  di partecipare ad uno di quei festival musicali? O anche ad uno con attrazioni, ce ne sarà almeno uno nei dintorni"
Ed ecco poi  un susseguirsi di idee fantastiche per il poco che ci rimane d'estate da vivere a pieno, finché una non mi coglie alla sprovvista.
"Potremmo prendere la mia moto e andare dove vogliamo. Potremmo stare via qualche giorno senza dirlo a nessuno. Senza portare cellulari, fanculo internet. Fanculo anche le valige, non portiamo nulla. Scappare, per poi tornare come non fosse successo nulla." mi propone sfoggiando un bellissimo sorriso. rifletto sulla proposta.
Effettivamente mi farebbe bene staccare. Scomparire dai radar per qualche giorno.
Alzo lo sguardo verso di lui.
"Ci sto" gli dico sorridendo. Entrambi sappiamo che sarebbe stupendo e al contempo anche particolarmente strano e rischioso fare una cosa del genere, e Jaden evidentemente si aspettava un no, perché non appena realizza la mia risposta mi alza in aria, facendomi ridere tantissimo.
Mi mette giù e ci guardiamo mentre continuiamo a ridere.
"Em?" gli chiedo poi, riflettendoci su. Lui mi rivolge uno sguardo di intesa.
"Credi sul serio che verrebbe?" risponde, io faccio spallucce. Non saprei.
Iniziamo a parlare e a dire che questa nostra fuga dovrà essere l'ultima di tutte quelle che abbiamo nominato, così da non rischiare punizioni estreme da far saltare gli altri piani. Scartiamo alcune idee e le mettiamo nella lista di cose da fare durante l'anno. Abbiamo pensato a questa cosa troppo tardi, non abbiamo più molto tempo.
Decidiamo di farlo qualche giorno prima dell'inizio dell'ultimo anno di scuola, e tornare proprio la sera prima.

Mentre ne parliamo con una particolare emozione, veniamo interrotti da una voce familiare. Decisamente familiare.
Mi giro e lo vedo di nuovo. Qui, in piedi di fronte a me, con uno sguardo di sfida.
"Chi si rivede" lo guardo negli occhi.
Mattia, il mio Mattia.
Non lo riconosco.

scritto il 21 maggio 2020.

safe place // mattia polibioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora