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Mi sveglio in un letto che non riconosco, ma guardandomi intorno mi ricordo tutto.
Dopo aver superato le tre di notte a guardare le stelle ha deciso di portarmi qui per la notte, io ero d'accordo, anche perché ero molto, molto stanca.
Strizzo gli occhi e mi stiracchio.
Sono sola nel letto, quindi ricordo anche che mi ha messa a dormire lui.
Mi alzo e guardo la stanza. Molto, molto spaziosa, le pareti bianche, un armadio enorme, una scrivania con computer e libri, e un balcone dalla quale filtra il sole. Apro il suo armadio e cerco qualcosa da mettere per togliere i vestiti sporchi di ieri. Trovo una camicia a quadri parecchio lunga, quindi mi spoglio e la infilo.
Esco dalla stanza e lo trovo steso a pancia sotto dormendo sul divano senza maglietta, la cosa mi fa scappare una risata.
Per sdebitarmi cerco la cucina e inizio a preparargli la colazione, il minimo.
Gli preparo dei pancakes e una tazza di latte.
Non lo sveglio, copro il tutto con dei fazzoletti e torno in camera sua. Qui c'è molto disordine, quindi decido di mettere a posto qualcosa.
Rifaccio il letto, piego i vestiti, faccio partire l'aspirapolvere automatica.
Non faccio altro che pensare a ieri sera. Ho passato una giornata fantastica, e tutto questo grazie a Jaden. Non immagino come sarà la nostra ""fuga"", ma so che sarà indimenticabile. Forse Emily ha ragione, forse tra me e lui c'è veramente qualcosa, forse sto iniziando a provare dei sentimenti diversi per lui.
Qualsiasi cosa sia non sono pronta ad avere un'altra relazione, anche se con lui sarebbe tutto più semplice e bello. Sarebbe tutt'altro.
La mia mente inizia a vagare e proprio mentre sto cercando il mio cellulare lo vedo alzarsi.
Inizia mugugnando verdi e strizzando gli occhi, poi si stiracchia tutto e subito dopo si alza in piedi, sempre molto confuso dalla situazione.
Gli sorrido e mi avvicino a lui.
"Buongiorno" gli dico, lui mi guarda e sorride. Si strizza ancora l'occhio. "Buongiorno" dice ridacchiando. La sua voce da appena sveglio è più attraente di quanto pensassi.
Ci fissiamo per qualche secondo e lui mi squadra da capo a piedi.
"Ti ho preparato la colazione" rompo il silenzio io, lui stacca gli occhi da qualsiasi parte del mio corpo che stesse guardando e mi fissa negli occhi alzando le sopracciglia.
"Cosa?" ride, poi mi segue in cucina.
"So che non è nulla in confronto a quello che hai fatto tu per me nell'ultimo mese, ma dammi tempo, troverò il modo di sdebitarmi" gli spiego indicando la tazza e il piatto. Lui sorride e poi mi guarda di nuovo.
"Vederti appena sveglio è abbastanza. E poi non devi sdebitarti, io lo faccio perché mi piace e per starti vicino. Non è un lavoro che faccio di malavoglia" replica, io arrossisco, mi sento così strana.
Ci sorridiamo e intanto lui inizia a tagliare i pancake seduto a tavola di fronte a me.
"Vedo che ti sei cambiata" dice, spostando di nuovo gli occhi su di me alla fine. Arrossisco di nuovo. Non avrei dovuto prendere i suoi vestiti senza chiederglielo prima.
"Si, mi dispiace, non volevo tenere ancora i vestiti di ieri e dato che erano-" balbetto, arrossisco ancora di più diventando più rossa di un pomodoro. "No, mi hai frainteso. Sono felice che tu l'abbia fatto" mi interrompe, prolungando la vocale del "no". Ci sorridiamo, sono a disagio.
Lui lo coglie subito e mi fa cenno di andare da lui.
Faccio come mi chiede, e appena gli arrivo affianco mi coglie di sorpresa prendendomi in braccio.
Mi fa fare qualche giro su me stessa e poi mi fa cadere sul divano, con lui che però si mantiene standomi sopra.
Ridiamo e realizzo in quanto poco tempo sia riuscito a ribaltare tutta la situazione.
Ci fermiamo e ci guardiamo negli occhi. Ormai ogni momento che passo guardandolo negli occhi un pezzo del mio cuore diventa suo.
Cazzo, non doveva andare così. Emily aveva ragione, dovevo solo rendermene conto.
Ritorno alla realtà e noto che anche lui, come me nei suoi, si è perso nei miei occhi. Sbatto le palpebre più volte rovinando la magia, e quando lo vedo scuotere velocemente la testa sorrido.

"Che vuoi fare oggi?" mi chiede, tornando ai suoi pancake. Alzo lo sguardo al soffitto e penso. Magari oggi potremmo solo godere del fatto di avere una casa interamente per noi.
"Ci fermiamo con la lista per una giornata?" propongo io, lui mi guarda. "Volevo dire la stessa cosa" afferma, ridiamo.
Stiamo per qualche minuto in silenzio.
"Come mai dormivi sul divano?" gli chiedo, lui torna a guardarmi.
Morde un altro pezzo di pancake.
"Mia sorella occupa la stanza libera per ora, non volevo dormire con lei" dice appena dopo aver ingoiato, facendomi ridere.
Mi appoggio alla tavola da pranzo con i gomiti e lo fisso negli occhi.
"Potevi dormire con me" gli dico ridacchiando per ironizzare la cosa. Lui accenna un piccolo sorriso che però non vuole farmi notare, poi inizia a parlare di nuovo.
"Non so, non mi sembrava giusto, era probabilmente un invasione della privacy, nel mio letto, poi, magari ti davo fastidio-" questa volta sono io ad interrompere lui.
"Non ti avrei mandato via" affermo, cala di nuovo il silenzio.
Siamo appena entrati nella fase del « non detto » ?
dove entrambi sappiamo di provare qualcosa ma non se ne parla, come se in realtà non ci fosse nulla.
gli ricordo che abbiamo già dormito insieme, ma appena inizio a parlare lui scuote la testa.
"Nono, non è andata così. Io non ho dormito con te. Io non ho dormito e basta. Ti sei addormentata tra le mie braccia e dopo mi sono seduto sul letto a fissarti, cazzo, so che è assurdo, ma ti sei svegliata tantissime volte e avevo paura succedesse qualcosa, poi verso la mattina ti sei svegliata e mi hai chiesto di venire da te, e così ho fatto" mi spiega lui, io resto a bocca aperta. Non so che dire. "Perché hai aspettato così tanto a dirmelo?" lui fa spallucce. "Probabilmente non lo ritenevo importante." risponde semplicemente.
Lui aveva fatto questo. Lo aveva fatto e non me l'aveva nemmeno detto. La mia espressione da perplessa diventa serena.
Mi metto a fissarlo così, finché non alza la testa e mentre ride aggrottando le sopracciglia mi chiede "perché mi guardi così?" probabilmente lo metto a disagio.
Scuoto la testa lentamente.
"Nulla" rispondo solo. Lascia le posate e rilassando le spalle si mette a fissarmi nella stessa maniera per gioco, o almeno, l'intento iniziale era quello.
Va tutto così finché lui non prende il telecomando e si siede sul divano proprio dietro la sala da pranzo.
"Netflix and chill?" propone, io annuisco e corro sul divano.

Guardo l'orario, è tecnicamente ora di pranzo. Magari oggi saltiamo. Avviso i miei genitori e dico loro di essere a casa di Jaden, stranamente, non mi chiedono nulla. Probabilmente perché si fidano di lui.
Chiudiamo le persiane e restiamo al buio, nonostante la giornata di sole di fuori.
Mi siedo di nuovo sul divano mentre Jaden è andato in camera sua.
Questa casa è bellissima.
Torna con una felpa addosso. Lo guardo e un po' mi dispiace non vederlo più a petto nudo, ridacchio e lascio correre.
Come sempre, mi appoggio su di lui e mi addormento appena inizia.
Mi sveglio dopo un'oretta abbastanza disorientata.
"No! L'ho fatto di nuovo!" mi alzo di scatto e mi metto le mani in fronte, lui inizia a ridere.
"Dai non ridere! Mi addormento ogni volta che guardiamo un film" mi lamento di me stessa mente lui continua a ridacchiare, contagiando anche me.
Vedo il mio telefono, quindi lo prendo e controllo le notifiche.
Controllando snap vedo che Jaden me ne ha mandati alcuni, quindi li apro guardandolo.
Mi ha mandato tantissime foto divertenti di lui e anche di me che dormivo, il quale ci fa ridere, finché non vedo un video che mi ha fatto, nella quale mentre dormivo tiravo la sua felpa e mi stringevo ancora di più a lui.
"Aw" mugugno, facendo il broncio sorridente, lui assume la mia stessa espressione. Tra le notifiche che non apro ne noto anche una di Emily. È una risposta ad una mia storia. Non ricordo di averne messa nessuna. La apro e vedo un altro video fatto da Jaden mentre dormivo che aveva messo nella mia storia privata.
"okay she's cute when she sleep too ?? this is crazy" sorrido automaticamente nel leggere quello che aveva scritto.
"avevo ragione, vero?" mi scrive Emily in risposta al video.
Mi metto a ridere, mi giro verso di lui e lo noto che mi sta aspettando, mi fissa sorridendo, sembra non essere nemmeno cosciente.
"decisamente si" scrivo, rispondendole. Subito dopo spengo il cellulare, adesso voglio stare solo con lui.
Lo guardo nuovamente e lo vedo aprire le braccia così che io possa abbracciarlo di nuovo.
Lo stringo a me e mi sento a casa. Nulla mi fa sentire a casa come le braccia di Jaden.
Mattia Polibio? Mai sentito in vita mia.

scritto il 29 maggio 2020.

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