14

982 114 26
                                    

Questa mattina ci siamo svegliati abbastanza presto, siamo andati alle dieci in stazione e alle undici siamo partiti.
Dopo ieri non ci siamo baciati, ma preferisco così.
In treno ascoltiamo insieme della musica e lui si addormenta sulla mia spalla.
È presto quando arriviamo, i miei genitori dovrebbero non essere nemmeno a lavoro.
Io e Jaden ci salutiamo prima, così che i miei non se la possano prendere anche con lui.
"Se ti mettono in punizione, troverò io il modo di vederci" mi avverte, per poi salutarmi con un bacio sulla guancia.
Cazzo Jaden, sulla guancia?
No, non stiamo ancora insieme. Nessuno dei due vuole affrettare la cosa, ma entrambi proviamo dei sentimenti.
Lascio correre e aspetto che lui si allontani, così entro in casa.
Davanti, mi ritrovo una scena che avrei volentieri evitato di vedere.
I miei genitori che parlano con Mattia sul divano.
"Bentornata" dice mia madre alzandosi, guardandomi con uno sguardo pungente. "Ciao" replico io, imbarazzata e confusa.
Si alzano anche mio padre e Mattia, che si sistema la maglietta una volta in piedi.
"Mattia è venuto qui perché deve parlarti, io e tuo padre ora dobbiamo andare a lavoro. Faremo i conti una volta tornati. Sappi, che sei in punizione per il prossimo mese. per ora." mi avvisa mia madre, per poi prendere la sua borsa e andare nella sua camera. Mio padre la segue a ruota.
Non obbietto, sto semplicemente in silenzio.
Non voglio fare una scenata davanti a Mattia.
Gli vado incontro e gli sorrido.
"Ciao" dico, ancora più imbarazzata.
"ciao" ripete lui.
"Vieni nella mia camera" gli dico, facendomi seguire.

Entra e chiudo la porta.
Mi siedo sul mio letto e goffamente si siede accanto a me, guardandosi intorno.
"Sai, avevo programmato di parlarti una volta tornata dal viaggio" gli confesso, rompendo il muro di silenzio ed imbarazzo che si stava creando.
Lui alza le sopracciglia.
"Veramente?" mi domanda, io annuisco.
"Cosa mi devi dire?" gli chiedo io, lui si bagna le labbra e si passa una mano tra i capelli.
"Voglio chiederti scusa. Cazzo, so che è l'ennesima volta che lo faccio, ma prima non lo pensavo del tutto." dice, arrivando direttamente al punto.
A volte i giri di parole sono belli, ma non con Mattia Polibio.
Lui è già difficile da capire così.
"Quindi hai capito che anche se non stavamo insieme quello che mi ha ferita è il fatto che tu me l'abbia nascosto?" gli chiedo.
"ehm.." inizia, grattandosi con una mano la nuca, strizzando gli occhi.
sbuffo. cambia subito espressione.
"l'ho capito. penso ancora che tu sia stata esagerata, ma l'ho capito. E mi dispiace." aggiunge, io gli abbozzo un sorriso, anche se da un lato vorrei urlargli che non sono stata esagerata.
"ancora una volta, accetto le tue scuse" sorrido, lui fa lo stesso.
Il nostro silenzio viene interrotto da mia madre e mio padre che ci avvertono che stanno uscendo.
"Tu non provare ad uscire di qui" mi minaccia mio padre, per poi puntare due dita prima sui suoi occhi e poi su Mattia.

"com'è andato il viaggio?" mi chiede cambiando argomento, io ci ripenso.
Un'esperienza unica.
"Benissimo. È stato fantastico" gli rispondo.
"Eri sola?" mi chiede, io scuoto la testa.
"Ero con Jaden" affermo. Subito il suo viso si incupisce.
Mi metto a ridere per la reazione istantanea, lui si gira verso di me per chiedere il perché della risata.
"Geloso il ragazzo eh?" gli dico, allungando una mano verso di lui.
Gli sfioro con le dita il petto e le collane.
Lui nega tutto.
"Si certo" rido ancora, toccandogli il mento.
Lui inizia a ridere insieme a me e a incrociare le braccia.
"Non sono geloso" dice, provando a farmi il solletico.
Purtroppo per lui, lo precedo, e iniziò a solleticarlo sotto il collo e sulla pancia.
Finisce per stendersi sul letto orizzontalmente, e io standoci seduta mi piego leggermente per fargli il solletico.
Lui ride, ride e ride ancora. Lo soffre molto.
"Basta! Basta! Dammi una tregua" urla quasi, io lo accontento e mi fermo.
Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo che sembra non passare mai.
Ci avviciniamo e lo sento, quell'attrazione fatale che mi ha fatta innamorare di lui.
A disagio tornando alla realtà, mi alzo per andare a mettere a posto le cose dalla mia borsa, e lui mi segue.
"Ah e devo dirti anche un'altra cosa." mi dice, poi, dal nulla.
Io mi giro verso di lui confusa, non avendo la più pallida idea di che cosa si tratti.
"Mi manchi" sussurra mentre mette le sue mani ai lati della mia testa, bloccandomi con le spalle al muro.
Un déjà vu. Ci guardiamo ancora negli occhi.
Non riesco a controllarmi, non riesco a pensare a niente, se non al fatto che anche lui mi manchi.
"Mattia" dico, come per iniziare un discorso sulle mille ragioni per la quale non dovremmo spingerci più oltre di questo.
Mi zittisce posando un dito sulle mie labbra.
"So cosa stai per dire. Il nostro unico limite adesso siamo noi, io mi sto facendo da parte." aggiunge, io mi lascio trasportare.
Lo guardo. Non ha ancora finito.
"Ti amo ancora" mi dice, e così non riesco più a resistere.
Ci baciamo con foga, mi era mancato così tanto il sapore delle sue labbra.
Ecco quello di cui parlavo. Ecco quello che manca con Jaden.
Gli metto una mano tra i capelli e camminiamo lentamente verso il letto.
Le sue mani scendono sul mio sedere, lo stringe e mi prende in braccio.
Ci sediamo sul letto, io mi siedo su di lui mentre ci spogliamo a vicenda.
Non riesco a pensare a nulla, ma mi sento di fare ciò che faccio.
Dalle labbra si sposta sul collo, e piano piano scende sempre di più.
"Mi era mancato il sapore della tua pelle" mi sussurra, mentre mi sfila il reggiseno.
Mi mordo il labbro e ci guardiamo. Senza che io me ne accorga però, mi infila dentro due dita.
Io inizio a gemere e così fa anche lui, continuiamo a baciarci e mi fa un succhiotto, più di uno in realtà.
C'era voluto un po' prima che quelli vecchi si schiarissero, e ovviamente lui ha dovuto rimpiazzarli.
Però non posso dire nulla, dato che anche io gli tappezzo il collo di succhiotti.
Mio Dio, immagino l'espressione di sua madre una volta tornato a casa, sicuramente dovrà mettersi una felpa o qualcosa del genere.
Dopo aver finito entrambi ci guardiamo.
Io sono stranita, mentre lui sorride.
"sei la mia droga, Aurora" dice, sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Mi lecco le labbra e sorrido.
Sento i brividi lungo la schiena, non so cosa pensare riguardo a quello che è appena successo.
"in senso buono però" aggiunge poi, io rido.
"Guardami" gli dico, lui è confuso.
"Solo guardami." ripeto. Lui sorride.
La scintilla nei suoi occhi, c'è ancora.
Lo bacio un'altra volta, poi senza guardarlo mi alzo e mi rivesto.
"che c'è?" mi chiede lui stranito, steso sul letto. Mi giro e mi sforzo di sorridere. Abbiamo appena fatto sesso.
Me la sentivo? Si. Ci ho pensato più di una volta? No.
Che stronzata.
"credo dovresti andare" gli dico, infilandomi un paio di pantaloni, per essere più coperta possibile. Metto anche gli occhiali da vista, che non porto da un bel po'.
Lo sento alzarsi in piedi. "Andarmene? Cosa?" chiede, apparentemente sorpreso. Mi giro e cerco di non guardarlo. "Non significava nulla. Devi andare. Scusa, ho fatto una cazzata." mi giustifico, raccogliendo i suoi vestiti da terra e dandoglieli.
Dal nulla, mi prende per i fianchi e mi avvicina a sé.
"Non significava nulla?" mi chiede, mettendomi una mano al collo.
Lo guardo dritto negli occhi. "Hai avuto quello che volevi, ora puoi andare." gli dico. lui ridacchia. "Secondo te era questo quello che volevo?" mi guarda, come ne se fosse ridicolo solo il pensiero. "Cosa vuoi allora?" gli domando quindi, fissandolo negli occhi.
"Te." afferma solamente. Io sbuffando lo spingo via e gli tiro nuovamente i vestiti. Lui velocemente si riveste.
"Non puoi reclamare la mia proprietà Polibio, non sono di nessuno."
esita un secondo prima di controbattere.
"Scommettiamo?" ridacchio alla sua proposta ridicola e fortunatamente retorica.
"Tu sei mia" adesso rido io.
"lo ero, al massimo." lo correggo, lui mi blocca ancora una volta al muro e avvicina il suo viso al mio, e mi guarda intensamente.
"Prometto che sarai mia di nuovo" aggiunge. È serio, non credo sia uno scherzo, credo me lo stia promettendo per davvero.
"Ne dubito." dico con piena sincerità. Non ha funzionato la prima volta, non funzionerebbe una seconda.
"Non è la prima volta che ti sento rispondere così ad una mia affermazione, e sappiamo entrambi com'è andata la prima volta." ci tiene a raccontare, io rido.
"Adesso siamo amici. Per davvero. Io ci sarò per te e spero tu faccia lo stesso. Però, resta nei limiti. Sai che intendo." vado al dunque, lui annuisce.
Gli porgo la mano.
"È un patto." affermo io, lui sorride.
"Suggelliamo il patto con un bacio?" mi propone mentre si fa strada verso le mie labbra.
mettendogli una mano sul petto lo spingo via. Non sarei capace di fermarmi.
"Mi conosco." dico solo. lui mi capisce al volo, e ne è anche particolarmente contento.
Mi stringe la mano e insieme annuiamo.
"Allora che ne dici di vedere un film? A due amici è concesso." mi propone. Faccio spallucce e ci sediamo di nuovo sul mio letto.
Se riusciamo a vederci un film sul mio letto senza saltarci addosso, è fatta.
"Comunque chiamami Mattia. Quando mi chiami Polibio mi eccita." spiega brevemente, facendomi girare di scatto verso di lui.
"e quindi essendo amici.." aggiunge poi.
"hai ragione, Polibio." mi scappa per sbaglio. Porto una mano sul labbro e lo copro fingendo di essere dispiaciuta e sorpresa.
"ops"

scritto il 08/07/2020
una ricaduta ci sta no?

safe place // mattia polibioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora