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Io e Jaden ci mettiamo subito in viaggio, dopo quello che è appena successo con Mister Ti Rovino La Vita, credo che questo sia perfetto. Ha scelto lui il posto e l'hotel, non mi ha nemmeno detto dove andremo.
Dopo poco mi avvisa che siamo arrivati.
Mi guardo intorno, aggrotto le sopracciglia.
"Ehm-" siamo di fronte la stazione. Non era di certo quello che mi aspettavo. "Mi cogli alla sprovvista" dico imbarazzata, mentre lui è al telefono. Alza il capo velocemente verso di me ed è un po' disorientato.
"Oh- no, che hai capito, non è questo il posto. Il viaggio è ancora lungo" faccio un sospiro di sollievo. "Sto mandando un messaggio a Bryce, dovrebbe essere nei dintorni per prendere la moto." mi spiega, io sono ancora più confusa.
"Perché siamo in una stazione?" gli domando quindi, lui posa il cellulare e mi guarda sorridendo. "Per arrivare a destinazione prenderemo un treno" risponde lui, io alzo le sopracciglia. Chissà. Lo guardo e gli sorrido. Lo adoro.
"Vieni qui" mi dice, allargando le braccia mentre si appoggia ad una macchina.
Vado da lui e mi faccio abbracciare, per poi guardarlo faccia a faccia. Guardandoci così vicini ci fa ridere entrambi. "Sei strano così vicino" ridacchio. "Anche tu" ridiamo entrambi, finché non ci perdiamo nei reciproci occhi. Poso il mio naso sul suo e così lui inizia a scuotere la testa facendoli scontrare più volte. Un po' come fanno i cani. Strizziamo entrambi il naso mentre lo facciamo, e ci ridiamo su.
Restiamo abbracciati finché dopo qualche minuto arriva Bryce. Lo salutiamo, ci augura un buon viaggio e mi fa l'occhiolino. Ridacchio.
Ci abbracciamo, poi se ne va.
"Pronta?" mi chiede Jaden. Io annuisco. Mi prende la mano ed entriamo nella stazione.

Quando arriva il momento di pagare i biglietti, Jaden ne caccia dalla tasca due già pronti per essere controllati.
"Cosa?" chiedo, guardandoli.
"Lasciami pagare il mio" gli dico sottovoce, ma lui scuote la testa e li fa passare entrambi nella macchinetta.
"Ti prego, non voglio che tu debba anche pagare i biglietti" lui continua a scuotere la testa. "Non mi mancano i soldi, mi piace spenderli per fare qualcosa di carino per te." mi dice guardandomi, io sorrido. Entriamo nel treno e vediamo in nostri posti. Fortunatamente sono vicini e il treno non è per nulla affollato, anzi, in questo vagone c'è pochissima gente, d'altronde tutti abbastanza lontani da noi. Sara perché è l'ultimo.
Alza il bracciolo che ci divide e mi guarda con un piccolo sorriso. Io faccio lo stesso. Non posso far a meno di sorridere guardandolo.
"Treni in partenza per New York City" sento lo speaker annunciare, e sbarro gli occhi.
Mi giro verso Jaden e lo vedo che annuisce.
"Quindi la destinazione è-" inizio a dire, ma non riesco a finire di parlare.
"New York City baby" mi interrompe gesticolando. Io lo abbraccio. Gli ho raccontato solo una volta di quanto io avessi voluto visitare questa tappa, ma lui si è ricordato. Gli ho anche confessato che diverse volte avrei voluto prendere un biglietto ed andare, ma non ne avevo mai avuto il coraggio. È un vero e proprio sogno che si realizza. Le mie altre tappe da sogno sono la Francia, la Grecia e l'Italia. Magari dopo quest'esperienza avrò più coraggio.
"Lasciami pagare" gli chiedo ancora. Lui scuote ancora una volta la testa. "Nono. Non ti lascerò pagare, e sappi che questo è solo l'inizio"
"L'inizio?" gli chiedo, lui annuisce.
"Si. Vedrai cosa vorrò fare per te quando ammetterai di essere mia." spiega, io rido silenziosamente. Sua. Mi piacerebbe essere sua. Appartenere a lui. Anche lui sarebbe mio. Apparterrebbe a me. "Tua" inizio a vagare con la mente e a seguire un filo immaginario in aria. "Mia" ripete lui più lentamente. Il filo finisce sul suo viso, quindi lo guardo. Alzo un sopracciglio.
"Tua" sussurro, poi lui ripete la stessa cosa di prima.
Guardo di fronte a me, mentre lui si avvicina a me.
"Mia" sussurra ancora una volta vicino al mio orecchio, provocandomi dei brividi.
Rompo la magia alzandomi di scatto.
"Non saprei" dico, per poi mettere la borsa nello scompartimento apposito sopra le nostre teste.

Il treno parte, e durante il viaggio ci dividiamo le airpods. Ricordo quando lo feci con Mattia, quella notte la porto nel cuore.
Non parliamo, ascoltiamo solo la musica mentre ogni tanto ci guardiamo.
Una volta arrivati, inizio ad agitarmi. Usciamo dalla stazione e lo leggo: «downtown brooklyn» .
Inizio a dare di matto e a scuotere Jaden.
"Ora ci serve solo un taxi per arrivare all'hotel" sarà probabilmente mezzanotte, ma essendo la città «che non dorme mai» non sarà un problema trovarne uno.
Infatti, dopo pochi minuti eccolo che arriva. Entriamo dentro e Jaden gli da l'indirizzo.
Penso di essere diventata iperattiva.
Ammiro i palazzi e le strade dal finestrino, pensando a quanto sia bello il centro di New York di notte.
Eccolo: l'hotel. È un edificio enorme, un po' come tutti gli skyline della grande mela.
"Mio Dio" ringrazio il taxista e riesco a fare prima di Jaden nel pagarlo.
Usciamo e mi sento in paradiso. Per quanto ho sognato tutto questo? Una vita? Stacco un secondo gli occhi dai grattacieli e dalle mille luci, e guardo Jaden. Nuovamente gli salto al collo.
"Grazie grazie grazie grazie" lo ripeto più volte, lui ride.
"Hey, chi ti dice che l'abbia fatto solo per te? Anche io volevo venirci qui sai" scherza su, io rido. Entriamo nell'hotel e dopo averci spiegato le funzionalità e le comodità dell'hotel, dopo aver dato i documenti e roba varia, ci portano alla nostra stanza. Si trova al venticinquesimo piano, ed è stupenda. Entrandoci dentro rivaluto completamente casa mia. Ha i vetri al posto dei muri esteriori, un bel bagno, anche se piuttosto piccolo e una piccola cucina con tavolino.
Ma quello che mi colpisce è la camera da letto. Due letti matrimoniali, davanti una vista mozzafiato.
Appena il tipo se ne va, inizio a saltellare e a gridare come un'undicenne, e abbraccio Jaden per l'ennesima volta. Lo faccio cadere sul letto.
"Tu" gli dico, guardandolo negli occhi.
"sei" ride "la persona" si sistema i capelli mentre molleggia sul letto "migliore"
"del mondo" gli salto addosso e ridiamo sul letto.

safe place // mattia polibioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora